❀ I ❀

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Luke


«Mmh, papino», gemetti, socchiudendo gli occhi mentre passavo le mani sul mio corpo, «Vorrei che tu fossi qui con me».

Il ragazzo dalla pelle ambrata dall'altro lato dello schermo sorrise malizioso, continuando ad accarezzare la sua erezione. «Toccati per me, Angel. Fammi vedere cosa faresti se fossi lì con te».

Emisi un gorgoglio compiaciuto mentre mi accarezzavo il ventre, lasciando che le mie dita lambissero il pizzo ruvido delle mutandine che indossavo. «Sono così strette, papino», mugolai, tirandole leggermente verso il basso.

Il ragazzo fece un respiro profondo aumentando la velocità della sua mano. «Liberatene».

Sospirai, liberandomi finalmente di quelle cose infernali. Dio, preferivo mille volte i boxer, ci si stava più comodi dentro - cosa che mi sembra anche ovvia. Però devo ammetterlo, le mutandine di pizzo mi fanno sentire sexy. Un po' come le gonne e le calze - ma preferirei non toccare questo argomento ora. Mi inquieta ancora sapere che provo un certo interesse verso indumenti che non sono specifici per il mio sesso...

Beh, come si dice, ci piace ciò che ci piace no?

Tornando a noi, adesso ero piegato sul letto, il mio sedere in bella vista davanti al pc. Sentii il ragazzo grugnire eccitato mentre mi passavo le mani sulle natiche, lasciando che le mie dita toccassero la mia apertura che, purtroppo per me, non era stata ancora sfiorata da nessuno che non fossi io o i miei giocattoli. Cercai di non pensarci mentre infilavo le mie dita dentro, gemendo al fastidio iniziale ma abituandomici mentre le muovevo, immaginando come al solito che non fossero le mie dita. Sentivo il ragazzo gemere dal computer e risi, trovandola una cosa divertente; tornai però subito concentrato alle mie azioni, sentendo la tensione crescere sempre di più nel basso ventre. Il ragazzo emise un lungo gemito disperato, cosa che mi fece pensare che fosse venuto; istintivamente mi fermai ma lui mi incitò a continuare finché non sarei venuto anch'io (cosa che non vedevo l'ora di fare, tra l'altro. Odiavo fermarmi a metà).

Quando finalmente mi liberai sul piumone mi accasciai sul letto, respirando affannato e cercando di raccogliere le energie necessarie per girarmi ed affrontare di nuovo il ragazzo dall'altra parte dello schermo, cosa che però non accadde. Quando mi girai lo schermo era completamente bianco, segno che il ragazzo aveva chiuso la conversazione. Fissai lo schermo del mio pc con aria confusa finché qualcuno non bussò alla porta. Istintivamente nascosi tutto ciò che avevo usato sotto al pc e infilai i boxer che avevo lasciato sul pavimento.

«Uhm, chi è?», chiesi, cercando di sembrare il meno affannato possibile.

«Andiamo Luke, apri e basta. Lo sai che io busso sempre», borbottò Michael.

Sorrisi, andando ad aprire la porta ed abbracciando il mio migliore amico, che si lamentò del fatto che fossi sudato.

Michael è l'unica persona che posso definire amica, l'unica persona che è a conoscenza di tutti i miei segreti e l'unica disposta a sopportarmi. Ci conosciamo da più o meno quando ho cominciato il primo anno alle superiori, lui era già in terza visto che ha due anni in più di me ed io avevo bisogno di un tutor perché andavo male in scienze. Con il tempo siamo diventati amici, anzi, fratelli; Michael è stato anche il primo ragazzo che mi ha fatto dubitare del mio orientamento sessuale – a parte forse Johnny Depp, ma lui credo faccia dubitare dell'orientamento sessuale di un po' chiunque.

«Che stavi facendo? No aspetta, non dirmelo», borbottò, facendomi ridere.

Michael si sedette sulla sedia girevole della scrivania mentre io mettevo a posto tutto. «Sai arrivarci benissimo da solo, lo sai».

Angel || LashtonWhere stories live. Discover now