❀ VIII ❀

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Luke



«Quindi ci parlerai o no con Ashton?», mi chiese Marlene, facendomi alzare lo sguardo dal mio libro di Letteratura.

Sospirai. «Devo, Mar. Devo fargli capire che è stato tutto un malinteso e che non deve per forza allontanarsi da me per una cazzata simile», borbottai, omettendo la gravità della cosa. In effetti Ashton che si faceva scappare la vera identità di Angel al suo migliore amico - nonché mio peggior nemico - era un fatto piuttosto grave. Ma ero disposto a sorvolare su questa cosa, nonostante avessi la fottuta paura che la verità venisse a galla; Ashton mi piaceva troppo per rinunciarci, specialmente per un malinteso. E poi Calum mi aveva promesso che non ne avrebbe parlato a nessuno - non mi fidavo di lui, per niente, ma sapevo che se ne avesse parlato con qualcuno Ashton avrebbe litigato con lui, quindi contavo più su questo che sull'onestà di Calum.

Marlene annuì; qualcosa mi fece pensare che volesse sapere cos'era successo più nei dettagli. Fortunatamente non mi chiese niente, si limitò a dire «Certo che se proprio uno sfigato. Chissà come ne hai trovato uno che ti sopporta e già ci hai litigato».

«Non abbiamo litigato! È solo successa una cosa con Calum che ha fatto pensare ad Ashton che fosse meglio allontanarsi da me - cos'è quella faccia, Mar?», chiesi, insospettito dallo sguardo assente della mia amica.

«Quello non è il tuo amico? Quello dell'università, mi sfugge il nome», mi chiese, facendo un cenno con la testa avanti a lei.

Mi girai, scorgendo Michael seduto su di una panchina. Aveva un libro sulle gambe ed una sigaretta in bocca. «Sì, è lui», borbottai, indispettito. Per qualche motivo, vederlo lì seduto a far niente mi fece arrabbiare. Perché non rispondeva ai miei messaggi, se non aveva niente da fare?

«Com'è che sei così poco contento di vederlo?», mi chiese Marlene, curiosa. Aveva sicuramente notato il veleno nella mia voce.

Mi voltai verso di lei. «Perché non risponde ai miei messaggi da una settimana, ed io mi sono illuso che non mi rispondesse perché fosse a lezione o impegnato a studiare. E invece ecco che lo trovo qui, seduto su quella panchina a fare niente!», spiegai, sconfitto. In una settimana ero riuscito non solo a rovinare il mio rapporto con Ashton, ma anche con l'unica persona che mi aveva sopportato quando ero un piccolo deficiente. Ci mancava soltanto che litigassi con Marlene.

«E perché tutt'ad un tratto non ti risponde più ai messaggi?».

«Si è incazzato perché non gli ho detto che uscivo con Ashton. Io gliel'ho detto che non ho chiesto il suo aiuto perché ci tengo alla sua carriera scolastica - forse più di quanto ci tiene lui - ma non ne ha voluto sapere. Si è incazzato con me perché, a detta sua, ci teneva a saperlo che uscivo con Ashton e a quanto pare omettendoglielo ho combinato un'enorme casino».

Marlene scosse la testa. «Sei davvero un idiota. Va a parlare con lui, adesso che l'hai trovato qui», mi consigliò, prima di afferrare il suo cellulare e rispondere a chiunque la stesse cercando con aria seccata.

Alzai un sopracciglio. «Problemi con Ray?».

«Non cambiare discorso e va a parlare con Michael, prima che mandi a fanculo anche te», rispose, seccata.

Roteai gli occhi. «Oh, Marlene, sempre così scontrosa. Dopo mi racconti tutto, okay?».

«Va bene. Adesso va a parlare con Michael però».

Decisi di accontentare Marlene solo perché mi sembrava sull'orlo di una crisi di nervi; titubante, mi alzai dalla panchina e raggiunsi Michael incerto sul da farsi. Come l'avrei affrontato? Non avevo la minima idea di cosa dirgli! Era la sensazione più brutta del mondo, dover parlare con il tuo migliore amico e non sapere da dove iniziare. Non volevo litigare con lui, eppure ero sicuro che appena avrei aperto bocca sarebbe scoppiata una guerra tra noi due. Una lite era inevitabile, a questo punto. Speravo solo che si risolvesse presto.

Angel || LashtonWhere stories live. Discover now