Capitolo IV

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Siamo vibrazioni e materia.

Farrah aveva fatto un dipinto che sembrava dire proprio questo.Siamo vibrazioni e lunghezze d'onda diverse che culminano nella materia.

Ci avevo preso,era uno dei suoi miscugli africani.Aveva un effetto strano a quanto mi parse.Farrah cambiò espressione dopo cinque minuti.Era più rilassata e gli occhi erano vortici verdi.Mi mettevano curiosità i suoi intrugli ma per paura non li avevo mai provati.Non che non mi fidassi,ma lei sapeva che effetto avrebbero avuto su di lei,io non volevo scoprire che effetti avrebbero avuto su di me.

Bestia lavorava molto ultimamente,si stava occupando di ridipingere la casa di un riccone.Era contento di lavorare ma ogni volta che tornava a casa brontolava per via del suo esigente datore di lavoro.

"Più soldi hanno,più rompono i coglioni agli altri!" disse Farrah.Bestia sbuffò e pur dando ragione a Farrah dovette ammettere che comunque quel riccone gli dava di cui mangiare.

Una sera uscì da sola e andai a Villa.Era il tempo verso lo sfumare di Luglio.Volevo lasciare soli i due piccioncini nel loro covo d'amore.Con molta tranquillità presi le mie cose e me ne andai.Entrai in macchina e il profumo di Farrah mi mandò per un attimo in un altro mondo.Aveva lo stesso profumo da anni.No,non intendo profumo chimico,ma profumo della sua pelle.Il profumo dei suoi capelli,dei suoi vestiti.Ogni volta che entravo in macchina senza di lei mi mancava di colpo.Mi sembrava di non poter respirare,sola in quella macchina,senza di lei al mio fianco.Per un istante mi fermai ad immaginare la mia vita senza Farrah e subito

la cacciai dai miei pensieri,ultimamente il mio pensiero era fermo su di lei per troppi motivi e non andava bene.Avevo altro di cui preoccuparmi.

Arrivata a Villa,entrai e non c'era quasi nessuno.La serata procedeva lenta e tranquilla.Non c'era nessuno che dava di stomaco,nessuno che cercava lacci emostatici nei bagni per riutilizzari,nessun gruppo a suonare.C'era un'aria strana.

Presi una birra e mi sedetti su un divanetto rovinato dal tempo.Mi guardavo intorno giocherellando con le calze a rete.Vidi una bellissima ragazza con i capelli rossi come i miei,su per giù della stessa tonalità.Era poco più bassa di me -almeno così mi sembrava- e portava una minigonna di jeans e un top nero.Era magra e aveva gli occhi di quel verdognolo strano,come quelli di Farrah.Era sola,fumava una sigaretta e si vedeva lontano un miglio la sua insicurezza nel trovarsi in un posto del genere.

La guardai,abbassai lo sguardo e quando lo rialzai anche lei mi stava guardando.Io le sorrisi.Mi venne incontro e in un attimo la sua bella gonnellina di jeans me la ritrovai davanti gli occhi.Si accucciò e mi guardò con fare simpatico.

"Che è venuta a fare qui una come te?" le dissi io ,"e che fa qui una come te?" rispose lei con convinzione e un lieve accenno di ironia."Beh ,cara,qui di solito non è così,sai?solitamente le tipette pulite come te qua non girano!".Si alzò e si mise sul divanetto davanti,continuando a fumare la sua sigaretta.Ci furono svariati attimi di silenzio fin quando le sue labbra rosse pronunciarono un'altra frase:"insomma,vogliamo continuarla così la serata?Sedute come delle vecchie vagabonde a fumare e a bere super alcolici?Cazzo,almeno offrimi qualcosa!"

"Certo,come no.Posso offrirti un passaggio a casa.Sei piccolina,a quest'ora già dovresti essere al caldo nel tuo letto!" le dissi con delicatezza.Lei si scompose subito,smontando la sua posa femminile e dalle linee dolci.Piantò i gomiti sulle ginocchia e lasciò cadere il viso fra le mani.La guardai attentamente in quel momento e qualcosa mi rapì.Non riuscì subito a capire cosa fosse,ma qualcosa in me aveva riavvivato un fuoco di cui erano rimaste solo le ceneri.

Tra una birra e una sigaretta,la serata procedette tranquilla.Lei si chiamava Suzanne,per gli amici Suzy.Riuscì ad ottenere il permesso di chiamarla Suzy solo dopo averla baciata.

Occhi inconsapevoliWhere stories live. Discover now