Capitolo VI

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"Wow,che gran gnocca!Non ricordavo più il tuo viso vedendoti sempre con quel mucchio di capelli in faccia!",mi complimentai con Betsy.Il suo viso era ovale,i suoi occhi erano color ghiaccio e credo di non averla mai vista senza occhiaie,ormai erano fisse lì da tempo.Con un gran sorriso mi disse di smetterla e di andare,dovevamo tornare a casa.

Presi le chiavi dalla tasca dei miei jeans a zampa -che adoravo- e via verso casa,con uno spinello a farci compagnia durante il tragitto.Betsy mi proibì di aprire il finestrino,sia mai si fosse spettinata.Non l'avevo mai vista così curata,ultimamente stavamo cambiando un po' tutti.Chi in peggio,chi in meglio.Io stavo evidentemente cambiando in peggio.Per l'ennesima volta nella mia vita stavo perdendo il controllo.

Quel giorno decidemmo di distrarci e andare a fare una passeggiata al mare.Ogni tanto ci mettevamo in viaggio all'ultimo momento,qualche soldo in tasca,grammi della felicità,chiamavamo i nostri datori di lavoro e andavamo.

Betsy e Farrah con i due nostri cani iniziarono a correre e ad urlare come pazze di voler libertà.Io rimasi seduta,a godermi la pace.In verità cercavo di capire cosa fosse questa "pace" a cui tanto ambivo.Presi un pugno di sabbia.La guardai volare via a causa del vento caldo che tirava.Sentivo le onde del mare venirmi addosso e sognavo di andare via con loro.Sognavo di essere schiuma,acqua,forza,corrente.Eppure ero viva,ero corpo,ero anima,ero sensazioni e rabbia.Non potevo cambiare la mia condizione,ero materia indissolubile,se non nell'energia cosmica.Presi un altro pugno di sabbia e strinsi la mano,i granelli iniziarono a passarmi tra le dita.Mi sembrava di vedere il tempo scorrere.Stavo guardando la realtà in faccia per la prima volta.Il tempo scorre e fermarlo è impossibile.Quei granelli scandirono solo qualche minuscolo attimo della mia vita.Mi chiesi come sarebbe stato se fossi stata un granello di sabbia.

"Punk del cazzo vieni qui con noi!Spogliati e buttati,è favoloso!" la voce di Farrah mi distrasse dalla meditazione,alzai gli occhi e vidi tutti i miei compagni in acqua.Facevano i giochi più idioti.Io non sapevo giocare,non sapevo ballare,non sapevo divertirmi.Forse non volevo,su di me si erano accumulate maschere su maschere e toglierle mi sembrava la cosa più difficile del mondo.Risposi a Farrah:"No,negra del cazzo!Ora non mi va.Forse tra poco.Vado a prendere delle birre e torno,ceres per tutti,offro io."

Presi le mie cose e andai.Non sapevo dove avrei potuto comprare delle birre,ma vaffanculo,io non volevo comprare davvero quelle birre.Avevo bisogno di chiudermi in me stessa,senza distrazioni né rotture di coglioni.Volevo riflettere e basta,ero un ciclone di emozioni contrastanti.

Camminai per circa due km,credo.Mi fermai a rollarmi una canna e fumai beatamente,continuando a cercare di fare ordine nella mia fottuta testa e nella mia merdosa vita.

"Sveglia!Ci hai fatto prendere un colpo,sono le sette e ti stiamo cercando da un'ora e mezza!",Bestia mi urlò contro con la sua voce potente."Scusate ragazzi.Mi stavo rilassando",risposi io.Farrah mi prese per un braccio e mi aiutò ad alzarmi.Aveva le mani fredde,io ero molto calda e le sue dita mi sembrarono di ghiaccio.Tornammo a casa,gli altri andarono via dopo cena.

Mi stesi sul divano,abbassai la puntina sui Pink Floyd e misi uno dei bonghi di Farrah tra le gambe,tenendo annoiatamente il ritmo.Bestia e Farrah sarebbero dovuti andare al lavoro il giorno seguente,io no,così restai sul divano fino a tarda notte.Non feci altro che guardarmi intorno,bruciando erba sul bracere del bong senza interruzione.

Quando la bustina d'erba finì,decisi che era ora di andare a letto.Mi spogliai,abbassai le vecchie tapparelle scricchiolanti e mi tuffai sul letto.Fissai il soffitto e cercai di immaginare.Iniziai a produrre disegni nella mia mente,figure degne di un museo d'arte contemporanea.Immaginavo spirali infinite,che collegarono il pensiero ai dipinti di Klimt,in particolare a "l'albero della vita".Poi il pensiero,come una pallina da ping pong,si spostò verso Escher e i suoi disegni in prospettive improbabili.Mi resi conto di avere il cervello fritto quanto le merdose patatine dei fast-food e caddi in un sonno profondo.

Occhi inconsapevoliWhere stories live. Discover now