CAPITOLO VIII

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Avevo detto no.Avevo detto no a quel sistema,avevo detto no a tutte quelle regole,avevo detto a no al mio lavoro ed al mio capo,avevo detto no ai miei parenti.Avevo detto semplicemente "no".Era il momento di lasciar da parte le domande e agire.Ero in quel banale e stupido punto della vita in cui ci si rende conto di non star vivendo,ma sopravvivendo.Fino a quel momento in qualche modo ero stata al mondo comportandomi come una formichina,dopotutto nulla mi distingueva veramente dalla vicina di casa che usciva per andare al lavoro ingioiellata e profumata.Ero una superstite dalla nascita,arrancavo verso chissà cosa.

Le caramelline di Bestia e Zanna erano state delle semplici chiavi verso il paradiso.Delle chiavi che avrebbero aperto una cigolante e arrugginita porta.La caramella si sciolse sotto il mio palato,dolce come un'assolo in una canzone rock.Arrivavano al mio corpo scosse e percosse.Le mani di Zanna mi toccavano,leggere come un poesia in autunno.I suoi occhi mi guardavano come se vedessero l'ultimo tramonto prima di chiudersi per sempre,con quella luce che non riuscirebbe ad emanare neanche un faro in piena notte.Sentivo che tutto era al suo posto,anche io lo ero.Ero una piuma,una brillante rosa blu,una perla,poi un delfino,saltavo,ridevo.Di Bestia e Farrah durante quella notte non ho nessun ricordo chiaro.Zanna ed io facemmo l'amore.Ricordo le sue mani scorrere sui miei fianchi e stringermi a lui.I miei capelli sfioravano il suo petto,le nostre labbra giocavano a mozzicarsi,quasi come se si odiassero.Il suo sorriso era una melodia jazz in una notte stellata ed io la stella più luminosa.I nostri respiri seguivano lo stesso ritmo ed io sentivo di essere lontana da tutto ciò che di materiale reputavo importante,perché l'unica cosa che volevo veramente era il suo amore e la Nostra Vita.Ogni rumore intorno a noi era la nota più alta di uno strumento,una freccia dritta al cuore.Le unghie correvano sulle nostre schiene lasciando solchi.E' questo che fa l'amore: lascia dei solchi,per sempre.

L'amore spinse quattro ragazzi a partire,senza una meta,perché erano lupi che avevano deciso di inoltrarsi nella foresta buia con il cuore diviso da un solco.Il solco che divideva amore ed odio,era così che doveva essere.Avevamo detto "no",no,non saremmo mai tornati indietro.

Furono due giorni di pura vita.Rimanemmo in casa.Eravamo sporchi e la casa era devastata.Bestia fu il primo ad attivarsi per risistemare tutto.Noi altri lo seguimmo poco dopo.Le menti erano collegate tra loro da sottili fili indistruttibili e ci andava bene così.

Farrah ci propose di andare via,abbandonare tutto,non contava più niente,non ci serviva più niente se non tutta la nostra determinazione.Accettammo,d'altronde come avremmo potuto dire di no?

"Dai,sbrigati a metter in borsa questi due stracci che il camper è pronto !" urlò Bestia a Farrah.Farrah era una tipa precisa ed ordinata e voleva sistemare tutto prima di andare,in caso fossimo mai tornati in quelle quattro mura o ci fosse andato qualche nostro amico in cerca di un po' di autononomia,come tempo addietro avevamo fatto noi.Io ero pronta,Zanna era andato a comprare dei cornetti.Farrah scese e salimmo tutti e tre sul nostro vecchio bolide.All'appello mancava Zanna.Farrah non faceva che lamentarsi,mentre io le facevo i miei soliti dispetti per darle fastidio.

Bestia vide Zanna correre verso di noi con qualcosa in mano,con un balzo felino montò sul sedile del passeggero e urlò a Bestia di partire a tutto gas.

La nostra Vita iniziò con un bel bottino: una borsa piena di soldi.La borsa della vicina di casa,quella stronza ingioiellata e profumata,esattamente.Farrah era sconvolta,un comportamento inammissibile secondo lei.Io lo guardai e iniziai a ridere,una risata che veniva dal luogo più profondo di me.Farrah rimase arrabbiata per poco,anche se non voleva ammetterlo sapeva bene che qualche moneta in più ci sarebbe servita.

Ormai eravamo in viaggio e non potevamo tornare indietro,almeno per un po'.Non volevamo,non potevamo,stavamo urlando al mondo:"stronzi schiavi guardateci e odiateci perché siamo ciò che voi non avete il coraggio di essere!".

Occhi inconsapevoliWhere stories live. Discover now