Terzo capitolo

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Vi ricordo che questa storia non è mia, ma di Seele su Efp!

*****

Quella mattina Harry si svegliò più tardi del solito, e inciampò quasi nei suoi stessi piedi mentre saliva sulla metropolitana un attimo prima che le porte si sigillassero dietro di sé.

Rifiatò sollevato, sistemandosi poi meglio lo zaino in spalla e assaporando come al solito il rumore delle ruote sui binari.

Essendo quella dove prendeva la metropolitana una delle prime fermate, poteva godersi il silenzio per un po': poi il vagone si riempiva, di persone e di voci. Allora lui alzava il volume della musica, mentre assorbiva canticchiando fra sé e sé ogni nota proveniente dagli auricolari nelle orecchie.

Entrando nel liceo, si chiese per qualche secondo se Louis fosse arrivato presto come la mattina prima; ci sperò davvero, incurante del fatto che in quel caso l'avrebbe probabilmente picchiato, sperò che invece avesse cambiato atteggiamento verso di lui dopo essersi comportato quasi normalmente con lui il giorno prima. E non si sorprese nel sentirsi deluso quando scoprì che invece Louis non era da nessuna parte, c'era giusto qualche studente nei corridoi che era arrivato presto come lui.

"Ehi, Haz!"

Si stupì nel sentire la voce di Liam, e si voltò per ricevere il suo abbraccio. "Liam! Che ci fai qui a quest'ora?"

"Dopo quello che mi hai detto ieri non riuscivo a stare tranquillo" alludeva al racconto che gli aveva fatto il giorno prima di quella mattina, con Louis "così sono venuto a controllare che fosse tutto a posto."

"Grazie daddy Liam", ridacchiò il ragazzo, stringendolo in un nuovo abbraccio. "Però è prestissimo, ora ti annoierai..."

"Non se mi racconti qualcosa", sorrise l'amico. Era sempre così gentile con tutti, e Harry pensò che probabilmente se non fosse stato il figlio del preside sarebbe già stato preso di mira dai bulli da parecchio tempo.

"Uhm, pensavo a Louis", rispose distrattamente, per poi pentirsene un secondo dopo. Ma ormai il danno era fatto, e Liam già sospirava.

"Harry", lo chiamò rassegnato, "non ti avevo detto di evitare di pensarci?"

Il ragazzo si morse un labbro. "Mi dispiace."

Si affrettò a trovare un nuovo argomento di conversazione, osservando l'orologio e constatando che avevano ancora un quarto d'ora per parlare. "Comunque, devo dare una mano a Niall con matematica."

Liam ci pensò un secondo su, poi ricordò. "Ah, sì, il biondino", rispose annuendo, "quando?"

"Oggi pomeriggio, in biblioteca."

"Peccato, speravo di fare una passeggiata sul corso", sospirò.

"Potresti chiedere a Danielle", sorrise furbo l'amico, vedendolo poi arrossire.

"Ma che dici?", fece, quasi balbettando.

"Ho visto come la guardi!", rise lui, genuinamente.

"Oh, parli tu che sei innamorato cotto di un bullo", replicò Liam, scompigliandogli con affetto i capelli. Liam era sempre stata una persona molto calma, ma anche molto timida, decisamente più di Harry che era spontaneo e allegro davanti a chiunque -meno Louis Tomlinson. E così non aveva proprio il coraggio di parlarle.

"Scommetto che anche a lei tu piaci", continuò sorridendo, "e lo sai che queste cose le capisco."

Era seduto sul suo banco, Liam lo spinse, Harry quasi cadde e allora l'espressione dell'amico passò dal divertito al preoccupato. "Ti sei fatto male, Haz? Mi dispiace!"

You're every line, you're every word, you're everything. || Larry Stylinsonजहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें