Venticinquesimo capitolo

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Vi ricordo che questa storia non è mia, ma di Seele su Efp!

*****

Zayn non era decisamente abituato a quel suono; ma Liam sì, e quando udì per la quarta volta consecutiva il suo cellulare squillare, si mise seduto e prese il telefonino dalla propria tasca dei jeans.

"Pronto?" fece, con voce assonnata, senza ancora realizzare dove fosse. La voce preoccupata di sua madre lo svegliò del tutto, fracassandogli i timpani.

"Oh cielo, Liam!" esclamò la donna. "Ma dove sei stato? Stavo per chiamare la polizia, quando mi sono resa conto che non sei tornato a casa io-"
Solo allora, Liam si rese effettivamente conto di aver dormito a casa di Zayn, il quale era ancora addormentato e gli dava le spalle, steso al suo fianco. Un misto di felicità ed imbarazzo lo colse, al pensiero che avevano dormito insieme.

La voce di sua madre lo richiamò. "Sì, mamma, scusa" si affrettò a replicare, temendo che avrebbe potuto avere un infarto da un momento all'altro, "ho dimenticato di avvisarti, sono rimasto a dormire da un amico." Pronunciò il termine lasciando vagare lo sguardo per la stanza, sapendo fin troppo bene che adesso quello non era più l'aggettivo giusto per Zayn.

La tranquillizzò, poi sospirò e posò il cellulare sul comodino accanto al letto del ragazzo. Infine, stropicciandosi un occhio, lo guardò.

Era bello, davvero bello, e dormiva rilassato e tranquillo. Liam sorrise, si alzò dal letto osservando l'orario e trasalì: erano quasi le dieci! Poi si ricordò che c'erano le vacanze, che sarebbero durate fino a Gennaio, che fra due settimane sarebbe stato Natale e che andava tutto alla perfezione.

Dal piano di sotto sentì le voci allegre delle sorelle di Zayn, e questo era certamente un buon segno. Scese le scale, raggiungendole in cucina; le ragazze lo fissarono basite per un po', poi Doniya fece un sorrisetto malizioso e stavolta fu il turno di Liam di sbiancare.

"Non guardarmi in quel modo, Doniya" si sbrigò a chiarire. "Non è successo nulla" continuò, imbarazzato.

"Che ci fai qui?" chiese innocentemente Safaa. Liam le accarezzò la testa e dopo, come se fosse a casa sua, iniziò a preparare del caffè.

"Io e Zay ci siamo addormentati ieri, mentre parlavamo" spiegò, mettendo sui fornelli la caffettiera e prendendo da un armadio due tazze. Chiese con lo sguardo a Doniya se anche lei volesse qualcosa da bere per colazione, ma lei scosse la testa.

Liam immaginò che loro padre non fosse tornato, la notte prima, visto che di lui non c'era traccia e non aveva nemmeno sentito dei rumori durante la nottata. Si sforzò di non pensarci, era tutto troppo bello per poterlo rovinare con pensieri sgradevoli.

"E così..." Walihya esibì un sorrisetto furbo, identico a quello del fratello, "ci racconti come tu e Zay vi siete baciati?"

Ci mancò poco che, versando il caffè nelle tazze, a Liam cadesse il liquido bollente sulle mani e si scottasse con quello.

"Cosa-" sbottò, interrompendosi da solo, arrossendo.

"Non fare l'innocente" si aggiunse Doniya, divertita. "Avanti, dicci cosa ci siamo perse!"

Gli occhi di Safaa si illuminarono di emozione. "Ti preeego, Lee" lo supplicò, e Liam sospirò di imbarazzo. A dire la verità, non era nemmeno realmente sicuro che fosse giusto da parte sua raccontar loro qualcosa che riguardava anche il fratello.

"Quando due persone si vogliono bene..." e Walihya scoppiò a ridere così tanto che trasalirono tutti e tre.

"Per favore, Liam, risparmiaci questo passaggio!" fece, quasi singhiozzando per le risate. In quel momento, anche Zayn fece la sua entrata nella cucina e la guardò con sospetto e divertimento insieme.

You're every line, you're every word, you're everything. || Larry StylinsonWhere stories live. Discover now