Ventisettesimo capitolo

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Vi ricordo che questa storia non è mia, ma di Seele su Efp!

*****

Uno squillo.

Due squilli.

Tre squilli.

Quattro squilli.

Walihya respinse un singhiozzo quando, finalmente, la persona dall'altra parte della cornetta rispose. Non lo lasciò nemmeno parlare, perché non c'era ulteriore tempo da perdere.

"Ti prego" fece con voce spezzata, "vieni subito qui. Ti prego Liam, ti prego."

Liam strabuzzò gli occhi, impreparato ad un simile inizio di conversazione. "Walihya?" chiese preoccupato. "Cos'è successo?"

"Non...non so cosa fare" singhiozzò la ragazza. "Papà, papà e Zayn e- e loro- lui, c'è sangue, e Safaa è...sono sola, cosa posso- ho bisogno di aiuto" fece confusionariamente, interrotta dai continui singulti.

"Walihya, calmati" le intimò Liam, sebbene stesse andando nel panico lui stesso. "Spiegati, sei sola? Dov'è Doniya?"

"Non c'è" soffiò lei, asciugandosi gli occhi. "E Safaa, Safaa non respira" singhiozzò.

Liam sentì un orribile presentimento rimescolargli le budella nello stomaco.

Dovette ricordarsi di respirare, prima di riuscire a parlare. "Zayn?" domandò infine, un groppo in gola ad avvisarlo del pericolo che riusciva ad intuire.

Un singhiozzo dall'altra parte del telefono bastò a far afferrare subito una giacca a Liam, correre giù per le scale del palazzo, dirigersi in macchina e premere l'acceleratore fino a casa Malik.

*****

Harry sollevò lentamente le palpebre, sentendo il calore del sole sulla schiena e sulle spalle come se non ci fosse nessuna stoffa a ripararlo dai raggi piacevoli; era una sensazione così rilassante, sentire la propria pelle accarezzata dal calore del sole, che pensò di non alzarsi fino a quando non sarebbe stato buio. Ma poi sentì un buon odore di brioches e caffè, e aprì meglio chi occhi socchiusi per cercare la fonte del profumo.

Si tirò su a sedere, stropicciandosi gli occhi com'era da sempre abituato a fare, prima di riuscire a mettere a fuoco due occhi azzurri e un'aria infantile, allegra, di un ragazzo che gli sorrideva come se fosse la cosa più bella del mondo.

"Ciao, amore" lo salutò Louis, con uno schiocco morbido di labbra sulla sua bocca. "Dormito bene?"

Harry arrossì, ricordandosi della notte prima, poi sorrise timidamente e annuì. Il lenzuolo lo copriva dalla vita in giù, e si sentiva in leggero imbarazzo ad essere lì, in quel modo, vicino a Louis; tanto più che lui indossava solo un paio di boxer, e aveva l'aria di chi non si era svegliato da molto.

"Guarda, ce le ha mandate la signora che sta nella casa qui davanti, quella che secondo te ci spiava dal balcone" raccontò, riferendosi alle brioches, "forse avevi ragione, perché ci ha fatto i complimenti per ieri notte!"

Harry si affogò con il caffè.

"Co-cosa?" esclamò cercando di riprendersi, rosso in viso come non mai.

Louis scoppiò a ridere; "sto scherzando" spiegò, facendo tirare un sospiro di sollievo al ragazzo. "Ho solo chiamato la panetteria qui vicino e ho chiesto alla ragazza che ci lavora di portarci qualcosa di buono. Anche dei dolcetti per dopo pranzo."

Harry si sentì scaldare il cuore nel venire a conoscenza di tutte quelle attenzioni e tenerezze.

"Certo, non credo che verrà di nuovo" continuò a raccontare il ragazzo, pensierosamente, mentre entrambi mangiavano le brioches, "le ho aperto nudo."

You're every line, you're every word, you're everything. || Larry StylinsonTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon