Quarantunesimo capitolo

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Vi ricordo che questa storia non è mia, ma di Seele su Efp!

*****

Zayn e Liam accompagnarono le ragazze Malik alla porta; Safaa teneva in braccio Buffy, le parlava come se fosse la sua bambina e la coccolava con amore.

"Quindi non posso portarla con me?" domandò per l'ennesima volta, imbronciata. Liam scosse la testa; "vorrei davvero dirti di sì, piccola" rispose, dispiaciuto, "ma un gattino richiede tante attenzioni e non è facile prendersene cura."

Zayn annuì, serissimo: "sopratutto quando vomita sul tappeto."

Walihya fece una smorfia schifata. "Grazie per l'informazione, Zee, oggi non mangerò a cena" commentò, irritata. Zayn rise e le scompigliò i capelli, mentre Doniya ridacchiava tra sé e sé.

"Non ti sembra di stare dimenticando qualcosa?" chiese alla sorella più piccola, accennando all'interno della casa. Safaa sgranò gli occhi: "il quaderno della mamma!" esclamò, ricordandosene, tornando di corsa dentro per cercarlo. Liam la seguì, quando la sentì strillare che non riusciva a trovarlo.

Rimasti soli, Zayn si lasciò andare ad un sorriso intenerito e tranquillo e Doniya non se lo lasciò sfuggire.

"Sembri davvero felice" commentò, mentre Walihya si riordinava i capelli. "Lo sono" confermò Zayn, posando la schiena contro lo stipite della porta.

Parve destarsi improvvisamente dalla pace, e chiese interrogativo: "a voi piace Liam, no?"

"Perché, il contrario sarebbe possibile?" scherzò Walihya, per poi darsi delle arie. "Se solo fosse etero, e io avessi qualche anno in più..." cinguettò.

Zayn scoppiò a ridere e, con una leggera spinta, la fece arretrare. "Finiscila" rise, divertito, insieme a Doniya.

Liam e Safaa riapparsero sulla soglia pochi istanti dopo, Safaa stavolta stringeva tra le braccia il quaderno di ricette e Buffy si era raggomitolata già sul divano. "Allora ciao" salutò la bambina, agitando la mano tenuta al caldo dal guanto rosa, "ci vedremo la settimana prossima, vero?"

"Liam festeggierà il Natale con i suoi, immagino" rispose Zayn, ripensando alla diversa religione che professavano.

"Già, proprio così" annuì il ragazzo, accarezzandole il capo, "per cui ci vedremo qualche giorno dopo."

Walihya rabbrividì. "Sto gelando, entriamo in macchina?" propose, stringendosi nella sua giacca. Doniya annuì, prendendo dalla tasca del proprio giubbino le chiavi dell'auto che apparteneva a suo padre, e dopo i saluti partì con le sorelle.

Zayn e Liam aspettarono di vederle sparire oltre la strada di negozi lì vicino, ma rimasero sulla soglia ancora per qualche minuto; Zayn posò la testa sulla spalla di Liam e chiuse gli occhi, ispirando l'aria invernale senza pensare a nulla. Liam gli circondò i fianchi con un braccio, sorridendo fra sé e sé.

E non c'era bisogno di fare nient'altro.

*****

A Niall sembrò che fossero passate ore.

Nick aveva ancora la mano sulla sua spalla, a fermarlo dall'andarsene; come quella prima volta in cui si erano seduti lì, sugli spalti, davanti ad un campo da calcio invecchiato e in disordine, ma ora senza spettatori né frasi riprese da Titanic. Solo, stavolta, gli occhi di Nick dentro i suoi occhi.

"Che devi dirmi?" lo spronò, solo per rompere quel silenzio, visto che invece non riusciva a fare lo stesso con il contatto visivo. Aveva bisogno di vedere ciò che realmente Nick percepiva, sentiva, provava, per essere sicuro di non venire preso in giro di nuovo.

You're every line, you're every word, you're everything. || Larry StylinsonWhere stories live. Discover now