La gaffe

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Ridemmo ancora, finchè non ci buttammo su quello che avrebbe dovuto essere il suo letto.

Ammutolimmo. Io presi uno dei due bicchieri che avevo riempito d'acqua per la notte e lui inaspettatamente esordì dicendo - No, mi piaci, ma non è il caso.

Mi andò l'acqua per traverso, poi mi schiarii la voce e gli dissi: - Scusa?! Non ci stavo mica provando con te!

Ero esterrefatta. Cosa aveva pensato? Che volessi farmi una storiella in quel frangente? Che lo stessi importunando? Mi sembrava una bella persona, invece probabilmente mi trovavo davanti all'ennesimo deficiente.

Lui però apparve molto in imbarazzo. - Scusami, scusami, mi disse. Sono uno stupido, scusami. Non volevo affatto offenderti. È stata una giornata intensa, sono molto stanco, la notte scorsa quasi non ho dormito. Stavo pensando ad alta voce. Davvero, sei una bella persona, sto bene con te. Mi stavo dicendo però di non fare stupidaggini. Solo che in realtà l'ho detto a te.

Lo guardai, era rosso come un peperone. Gli feci un mezzo sorriso e gli dissi che capivo, che era giusto. Pensai che Bianca aveva sposato un bravo ragazzo, simpatico, interessante e che se non se ne rendeva conto, doveva essere una stupida.

In realtà però mi sentivo ancora un po' offesa. Pensai che dovesse essere il mio innato orgoglio femminile a giocarmi questo brutto scherzo. Mi infilai sotto le coperte e dicendo buonanotte spensi la luce.

Mi rigirai un po' nel letto e lentamente iniziarono ad affollarsi nella mia mente dei brutti pensieri. Era stata veramente una giornata intensa, sovraccarica di emozioni. Non avevo ricevuto telefonate dall'ospedale, per fortuna. Voleva dire che per lo meno a mio padre non era accaduto nulla di brutto. L'indomani sarei tornata lì sperando di poter parlare con lui.

Un'altra ondata di pensieri mi assalì, iniziarono a scendere le lacrime, singhiozzavo in maniera appena percettibile. Lui però se ne accorse. Dovette probabilmente allungare parecchio il braccio, perchè mi sentii toccare una spalla. Inconsciamente allungai la mano sulla sedia, lui fece lo stesso e posò la sua mano sulla mia. Questo gesto mi rilassò e crollai in un sonno profondo.

Il filo che ci unisceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora