Capitolo otto

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Enola

Accarezzavo il tatuaggio sotto la clavicola. 'Se cotidie mori'. Lo avevo fatto appena terminato il liceo, quando capii che la vita iniziava sul serio e spettava a me decidere la via da intraprendere. Passo dopo passo senza mai dimenticare che il tempo scorre, inesorabile, che si muore ogni giorno. Una ruga, una piega in più sul volto, una macchia scura sulla pelle che prima non c'era, la luce negli occhi che pian piano si attenua, in modo impercettibile ma inarrestabile. 'Se cotidie mori'. Sfioravo delicatamente le lettere gotiche appena comprensibili. Gli altri non dovevano capire, bastava che sapessi io cosa celasse quel tatuaggio. Avevo sofferto nel farlo, ma non avevo rimorsi. Era lì, lapidario, pronto ad ammonirmi ogni volta che mi apprestavo a sprecare tempo prezioso. 'Se cotidie mori'. Scesi dalla macchina e citofonai. In cuor mio sapevo che non era uno spreco di tempo, dovevo concludere il rapporto Enola-Diego. A quel punto sarei stata libera di vivere, per tutti giorni che rimanevano.

-Chi è?-

' Asia'. Serrai i pugni.

-Sono Enola, una vecchia compagna di classe di Diego, dovrei parlare ad entrambi. È di fondamentale importanza.-

- Enola? Non mi ricordo di te...-

-Affacciati al balcone, mi riconoscerai.-

-Va bene, scusa per la poca cordialità, sai, non faccio salire estranei in casa.-

-Avrei fatto lo stesso-

Asia si sporse dal balcone. Era come la ricordavo. Bionda, abbronzata, con l'aria sbarazzina di chi si gode la vita.

Inclinò la testa di lato e sorrise.

In meno due minuti fui seduta su un orribile divano verde. Doveva averlo scelto lui per forza. Asia era una ragazza semplice, ma non poteva avere dei gusti così discutibili.

-Forse non ti ricorderai di me...-

-Certo che mi ricordo, eri a scuola con Diego. Ti ho vista però una sola volta. Sei rimasta impressa nella mia mente perché Diego ti trattò molto male davanti tutti i nostri amici. Lo rimproverai per più due ore. Si era comportato come un vero maleducato. Anzi, ti chiedo scusa da parte sua, seppur con anni di ritardo.-

Come dimenticare quella sceneggiata davanti tutta la scuola? È stata l'ultima volta che ci siamo visti. L'ultimo ricordo di Diego era lui che mi gridava contro ed io che gli rispondevo a tono spintonandolo.Scossi la testa nel tentativo di rimuovere quell'immagine cupa.

- Cosa dovevi dire di così importante?- Sbatteva le lunghe ciglia incuriosita.

-Devo dire una cosa importante a Diego, ma vorrei che fossi presente anche tu.-

Serrò gli occhi cercando di capire.

-Intanto preparo un thé. Diego sarà qui a momenti.-

'Un altro thé?'

-graz...-

Un paio di chiavi armeggiarono qualche secondo nella serratura del portone di ingresso. Si spalancò, portando con sé una ventata di aria gelida che mi inondò con prepotenza.

Deglutii.In quell'aria avevo scorto un odore familiare. Ebbi l'impulso di scappare. Ricordai il tatuaggio e non mi mossi di un solo millimetro.

Asia corse verso il portone di ingresso.

-È venuta a trovarti una vecchia compagna di scuola...-

Sentivo i suoi passi avanzare verso la mia direzione. Le impercettibili vibrazioni del pavimento mi avvisavano di come fosse sempre più vicino.

-Non so se ti ricordi di lei...-

Mi alzai di scatto e voltai la testa verso di lui.

I miei occhi nei suoi, i suoi nei miei. Oceano in tempesta contro florida terra.

-Enola-balbettò.

-Diego-

Pensavo che la guerra fosse finita. Mi sbagliavo.

Ogni alba rimasta (Ex ANCHE ORA- Il castello del tempo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora