Capitolo centotrenta

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10 anni prima

Diego

Monica portava i capelli scuri sempre legati in una treccia laterale. Prima della gravidanza li lasciava liberi, al massimo li fermava con alcune forcine così da non avere dei ciuffi molesti nelle iridi verdi. Monica vestiva semplice, nulla di esagerato. Monica non attirava sguardi, non catturava l'attenzione dei ragazzi. Eppure, nonostante la sua invisibilità era rimasta incinta in terzo liceo. Nessuno si prese mai la briga di chiederle chi fosse il padre o come fosse accaduto, fatto sta che nell'oblio in cui sguazzava un occhio di bue fece la sua comparsa centrandola in pieno e trascinandola fuori dalla sua emarginazione.

Monica parlava poco, ma le sue frasi erano taglienti. Enola a confronto era una novellina.

Monica aveva camminato con fierezza lungo i corridoi della scuola per nove mesi, mostrando impavida il suo ventre gonfio. Monica era un mistero, il suo volto era segnato da una giovane maturità, quella che nasce assieme ad un figlio. Una maturità fatta di notti insonni, di seni gonfi per il latte pronto ad uscire per sfamare un pargolo, di interrogatori a se stessa su come sarebbe stato il futuro con quella creatura.

Appena venuta alla luce e che già dà alla luce.

Da quello che si diceva i genitori vivevano nell'agio e non avevano problemi a mantenerla, ma spesso la gente confondeva il denaro con i rapporti umani. Forse avevano deciso di aiutarla ma avevano tagliato i ponti con lei a seguito della vicenda. Dopo il parto, Monica prese solo alcune settimane di riposo per poi ripiombare nel mondo scolastico ancora più determinata, con qualche smagliatura.

Monica brillava, il suo viso era gioia pura, non portava rancore per quella vita che l'aveva resa madre così presto. Aveva accettato il corso degli eventi. Doveva andare così. Monica splendeva e quando mi avvicinai a lei la sua luce mi colpì.

Monica era dolce, affabile, ma letale. Aveva innalzato un muro attorno a lei per tutti coloro che provavano a varcare la soglia del suo cuore. Amava tutti, ma non voleva essere amata da nessuno.

-Cosa vuoi Madini?-

Mi bloccai all'istante.

-Posso offrirti un caffè?-

-Non verrò a letto con te solo perché mi offri un caffè.-

Diretta, affilata.
Sentii una fitta allo stomaco.

-Sono così scontato?-

-Sì.-

-Hai sbagliato persona, lo sai?-

Monica non si truccava, ma aveva degli smeraldi magnetici che catturavano l'attenzione così tanto che se anche avesse avuto il volto deforme non me ne sarei accorto. Il trucco passava in secondo piano con quelle pietre preziose.

-Voglio solo offrirti un caffè.- dissi.

-E io non voglio gonfiare il tuo ego acconsentendo e permettendoti di andare in giro a dire 'mi sono fatto anche la mammina'-

Spalancai la bocca. Ero ammaliato.
Monica se ne andò e io mi ritrovai a sorridere come un ebete.
Monica fuggiva. Scappava da tutti e da tutto perché tutto e tutti l'avevano abbandonata.
Monica era forte.

Monica mi aveva stregato con due parole.

Ogni alba rimasta (Ex ANCHE ORA- Il castello del tempo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora