15.

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Sammy si portò avanti con il lavoro. In effetti, era così concentrato che, anche i suoi assistenti rimasero allibiti di fronte a tanta efficienza. La politica della Fairfield e, in particolar modo, il modo di fare di Samuel era, da sempre, rilassato e impegnato il giusto. Quel giorno, invece, sembrava avesse vestito, per la prima volta, davvero i panni del CEO di una grande compagnia.

Sammy partecipò a due riunioni con i project manager, accettò qualsiasi appuntamento gli venne proposto e diede anche un'occhiata al reparto finanziario che, da sempre, odiava e trovava noioso. Tutto, pur di togliersi dalla testa quegli occhi d'acciaio.

A fine giornata, stremato come non mai, si rintanò nel suo ufficio e rimase solo con se stesso. Erano già le sette, la maggior parte dei dipendenti era già andata via e Mark, alle prese con l'organizzazione per la partenza dell'indomani per la Grande Mela, era andato via già da un paio d'ore.

Prese il cellulare e scorse i nominativi della rubrica alla ricerca di qualcuno che potesse togliergli dalla testa, una volta per tutte, Kyle. Ma nessuno sembrava attirare la sua attenzione.

Eppure, gli sembrava di aver colto tutti i segnali: gli occhi di Kyle non sembravano mentire quando l'aveva visto in compagnia di Mark e, preso dalla gelosia, l'aveva fulminato con lo sguardo. Non sembravano neanche mentire quando, in quel vicolo buio e lercio, si erano osservati, toccati e respirati. E soprattutto, perché Kyle piangeva? Perché si era pentito di aver tradito il suo ragazzo? Cosa nascondeva nel cellulare?

Troppe domande, troppi controsensi. La testa di Sammy sembrava stesse per scoppiare.


**


Kyle sarebbe rimasto a casa questa sera. Aveva avuto la possibilità di prendere la serata libera all'Harvard Bar and Grill e voleva a tutti i costi passare la serata insieme a Tyler, senza impegni e senza Samuel Fairfield che gli impegnava la mente.

«Kyle! Kyle! Kyle! Kyle!» urlava Tyler, saltellando per il piccolo salotto/cucina per poi buttarsi sul vecchio divano in pelle.

«Indovina un po'?» domandò Kyle, mostrando il sacchetto di carta marrone con il famoso logo di un fast food.

«Stasera cibo spazzatura e film! Cosa vuoi vedere?»

«Cibo spazzatura e film! Cibo spazzatura e film!»

«Vai a lavare le mani e poi scegli un DVD» sorrise, preparando il cibo sul piccolo tavolino davanti al divano. Aveva intenzione di stare accoccolato con il suo fratellino. Voleva tenere fuori, almeno per un paio d'ore, David, Samuel e compagnia bella.


**


Samuel scese dalla Fairfield Communication quando già il sole era sparito nel cielo. Proseguì, come in automatico, verso l'Harvard Bar and Grill e, rimanendo fuori, guardò attraverso la vetrata alla ricerca del protagonista dei suoi pensieri.

«Aspetta qualcuno?» una voce catturò i suoi pensieri.

Una giovane ragazza con la divisa del locale e una sigaretta in mano, lo osservava con un bel sorriso stampato in volto.

«Ehm...volevo vedere se un amico era di turno.»

«Un amico che lavora qua?»

Sammy annuì.

«Se mi dici come si chiama, posso dirtelo io.» era passata direttamente al tu.

Sammy la guardò per qualche secondo, poi fece un sorriso.

Love Made Me Do ItWhere stories live. Discover now