26.

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Con un'azienda sulle spalle, fu difficile per Sammy organizzare tutto e sparire per un tempo impreciso. Trovare Kyle, e il piccolo Tyler, era diventato il suo obiettivo primario e avrebbe fatto di tutto pur di riuscirci. Innanzitutto, contava sul rientro di Mark, che sarebbe avvenuto proprio quel giorno, da New York. Poi, fortunatamente, aveva una grande squadra alle spalle e, come ci si poteva immaginare, l'ottimo lavoro di squadra e il rispetto che i suoi dipendenti provavano nei suoi confronti, gli avevano facilitato di certo il lavoro.

Era tornato nel suo appartamento sulla Freedom Trail soltanto per prendere poche cose e infilare tutto in uno zaino, poi, si era diretto al Distretto dove, Cameron Brooksfield lo aspettava per dargli le informazioni che era riuscito a recapitare tra un'indagine e un'altra.

«Non sono riuscito a trovare nessuno Kyle Monahan che è partito da Boston negli ultimi giorni. Nessun biglietto aereo, del treno, nemmeno un autobus sotto quel nome. E' come se il tuo ragazzo fosse sparito nel nulla. Tra l'altro, la scuola del fratello, Tyler, era stata avvertita preventivamente del trasferimento ma non è stato fornito alcun indirizzo da parte di una nuova scuola, anzi, Kyle, a quanto pare, ha sottoscritto la pratica per lo studio da casa. E' furbo il tuo ragazzino.» disse Cameron, sfogliando i fascicoli con le poche informazioni che aveva ottenuto.

Sammy sorrise, amaramente, ma con un pizzico di orgoglio. «E' molto intelligente.»

«Però, amico mio, ho trovato la madre.» sorrise a trentadue denti l'agente, gettando sulla scrivania il fascicolo aperto con tutti i dati di Teresa Monahan. Sammy diede un'occhiata alla fedina, la foto in primo piano di una donna dall'aspetto emaciato, i capelli biondo ossigenato scompigliati e dall'aspetto paglioso, gli occhi grigi, probabilmente della stessa, splendida tonalità di Kyle e Tyler, se non fosse stato per il visibile velo di alcool che ne offuscava la lucentezza e lo sguardo arrabbiato, tipico di una persona appena arrestata.

«Me l'hanno spedito dalla sezione piccoli crimini di Las Vegas. A quanto pare la signora è stata arrestata già un paio di volte per ubriachezza molesta.»

Sammy alzò gli occhi verso quelli dell'amico che, adesso, gli si era seduto accanto. «Non posso venire con te, ho un caso aperto e hanno bisogno di me ma, questo è l'indirizzo. Non so se lo troverai, Sammy, ma spero che almeno potrai capire dove possa trovarsi.» e gli porse un bigliettino con un indirizzo scritto a penna.

«Buona fortuna, amico.»

**

Dopo un volo di quasi sei ore, Sammy atterrò al McCarran in piena notte. Stanco, come non mai, si mise in fila per prendere un taxi e, per fortuna, alle quattro del mattino, soltanto lui e un altro paio di persone erano in attesa.

Arrivato in Hotel, l'unica cose che fece fu buttarsi, letteralmente, sul morbido letto, togliersi le scarpe aiutandosi con i talloni e chiudere gli occhi.

Tre ore dopo, la sveglia, avrebbe fatto il suo dovere.

**

Fremont Street non era di certo un luogo adatto per fare una passeggiata e osservare le meraviglie della città che non dorme mai. Ma, del resto, Sammy non si aspettava di certo di trovare Teresa Monahan al Bellagio, con una bottiglie di champagne ad attenderlo.

Come si aspettava, la lunga via, piena di roulotte adibite ad appartamenti, era spoglia e ricoperta di sabbia. Dopo un centinaio di metri a piedi, cercando di scovare il numero civico di ogni abitazione, giunse al Duecentotredici. Una roulotte argentata, dalla forma ovale, stile anni Cinquanta, circondata da una staccionata in ferro arrugginito era, a quanto pare, la casa della madre dell'uomo che amava. Sammy sentì un fremito ritrovandosi a un passo dalla verità. L'avrebbe trovato là? E se, in realtà, Kyle, non voleva avere più niente a che fare con lui? No, Kyle l'amava, ne era certo.

Love Made Me Do ItWhere stories live. Discover now