LXIII Dylan: SALTO NEL VUOTO

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Canada, 20 luglio 2010

La pioggia non vuole cessare di battere sulla strada. E' strano come solo due giorni prima ci fossero abbastanza gradi da mettere una camicia a mezza manica, mentre adesso ho dovuto di nuovo tirare fuori dalla valigia la giacca pesante.

Questa mattina Anastasia mi ha chiesto se sarei tornato al Mr Grey.
Le ho detto che ci avrei fatto un salto.
Ormai è diventato un posto quasi familiare.
Se non fosse per quella musica strappalacrime presente ogni volta e l'aria fin troppo retrò, direi pure che è quasi carino. Poi Anastasia e Felicia sono le mie due nuove amiche. La loro presenza mi fa sentire un po' meno solo.
Se ci sono loro mi limito a bere e pure a fumare per evitare episodi incresciosi come quelli dell'altra notte. Il vomito non è stato affatto piacevole.

Salgo sulla Roll Royce. Il motore emette qualche scoppio poi si decide a partire.

Prima di andare al locale passo dalla tenuta dei Sanders. È come se l'auto viaggiasse da sola fino a quella meta. I tergicristalli spazzano via con furia la pioggia dal vetro.
Non mi piace guidare sotto a una tempesta.
Devo restare concentrato ed è fin troppo faticoso!

Quando raggiungo il grande cancello alzo lo sguardo verso l'abitazione. Tutto tace. Tutto è anonimo e in silenzio, però c'è una cosa che mi lascia senza respiro.

Il vetro della stanza di Iris è chiuso per il maltempo, ma all'interno posso intravedere una fioca luce azzurrognola.

Subito mi inizia a battere forte il cuore e mi sudano le mani contro il volante.

Iirs sta vedendo la televisione? Lo sta davvero facendo?

Poso la nuca sul poggiatesta e chiudo gli occhi un istante, dopodiché li riapro e guardo di nuovo.

Non sto sognando. La luce è presente e per certo proviene dal piccolo schermo.

Improvvisamente i dubbi e i dilemmi iniziano a prendere campo.

Starà guardando il film che le ho lasciato?
Le starà piacendo? Lo avrà già visto e lo starà riguardando?

Mi sembra di impazzire intrappolato dentro a domande alle quali non so rispondere, così senza pensarci troppo afferro il borsone che ho pronto da giorni ed esco dalla macchina.

La pioggia mi investe come un uragano.
Mi bagna i capelli e la faccia.

Scavalco il cancello e mi porto sul giardino. Arrivo all'albero sotto alla finestra di Iris e inizio l'arrampicata. Quando sono in cima mi sporgo per sbirciare all'interno della stanza.

Non riesco a vedere Iris, ma posso scorgere benissimo il primo piano di Tobey Maguire nei panni di Perer Parker e quello di Kirsten Dunst nella bellissima Mary Jane Watson.

Mi incanterei a guardare di nuovo il film, se non fosse che sono in bilico su un ramo a metri di distanza da terra e, sopratutto, che ho una missione da svolgere.

Per un momento vorrei non essere un semplice umano, ma desidererei avere gli stessi poteri sovrannaturali di Peter Parker. Mi basterebbe un pizzico della sua resistenza, qualche decimo della sua agilità e mezzo grammo dei suoi riflessi, giusto il necessario per passare dall'albero alla grondaia e dalla grondaia al tetto; ma sono Dylan e non ho niente se non un paio di braccia abbastanza forti, una borsa e tanta buona volontà di fare pace con una ragazza speciale.

Poso il borsone sulla parte più grande del tronco. Lo apro e prendo la corda e la maschera.

Indosso quest'ultima, facendola aderire perfettamente al volto. Poi infilo la fune in tasca e mi sporgo  sul terrazzino. Evito di guardare di sotto. So per certo che se anche solo per un attimo lo sguardo deviasse verso il basso la mia missione finirebbe di esistere!

Mi allungo sulla grondaia e inizio a salire.
La pioggia oltre ad appannarmi la vista rende pure la superficie del tubo scivolosa e la cosa non è affatto un punto a mio favore.
Una spinta dietro l'altra, un piede dietro l'altro, finalmente raggiungo la cima della casa.
Salto sul tetto con un balzo.
Con la corda faccio un doppio nodo alla mia caviglia e uno altrettanto resistente intorno al comignolo. Provo a mettere in tiro e a rilasciare per assicurarmi della effettiva tenuta.
A gattoni raggiungo la parte più spiovente del tetto, dove credo sia a grandi linee la finestra di Iris.

Mi metto in piedi e senza pensarci troppo, faccio il segno della croce.
Uno, due, tre...
Salto nel vuoto.

Se non muio questa volta, sopravviverò per sempre!

NOTE AUTRICE:

Ciao lettori,
Ovunque voi siate, a casa, sotto l'ombrellone o al lago...come promesso ho aggiornato!!!
Anche questo capitolo breve, i prossimi saranno molto più lunghi e anche intensi...preparatevi :)

Grazie a tutti coloro che stanno leggendo "L'amore non esiste", a quelli silenziosi e a quelli che commentano e votano, per me è un grande stimolo a continuare a scrivere!

Ne approfitto per ricordarvi di nuovo la possibilità di votare su TWITTER questa storia per gli Wattys2016.
È semplice!
Basta scrivere: #MyWattysChoice "L'amore non esiste" di @SeryyA e postare il link della storia Wattpad.

Per quanto riguarda IO+TE chiunque avesse un account Amazon sarei davvero felice se volesse lasciare un piccolo voto e recensione del libro IO+TE Una tempesta nel cuore ( può farlo anche senza averlo acquistato dal sito) ...lo apprezzerei davvero tanto!

Un abbraccio,
Al prossimo...
Serena

L'AMORE NON ESISTEWhere stories live. Discover now