LXXII Iris: MOLLY & SAM

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Canada, 23 luglio 2010

Oh my love, my darling
I've hungered for your touch
a long lonely time.

Note calde si diffondono nella stanza.
Resto letteralmente allibita; primo perché mi chiedo come Dylan abbia fatto a mettere in moto quella radiolina ormai in disuso da anni e, secondo, perché si tratta della musica più dolce e triste che io abbia mai ascoltato: la colonna sonora di Ghost.

"Unchained melody è quello che ci vuole per entrare nella giusta atmosfera" dice Dylan, allargando le braccia con ovvietà, "e adesso, passiamo alle cose pratiche..."

Scuoto la testa confusa, mentre lo vedo aggeggiare dentro alle tasche della giacca con foga. Dopo alcuni secondi di ricerca tira fuori un foglio e una matita.

Lo guardo sempre più divertita. "Cosa dovrei farci?" chiedo, prendendo scettica i due oggetti tra le mani.

"Molly plasmava un vaso di creta nel film, ricordi?" dice lui.

Annuisco.

"Ecco, portare il tornio e la creta e fare un vaso...era un po' troppo complesso, non credi? Molto meglio un bel disegno!"

Fisso il foglio e guardo di nuovo Dylan. "Quindi io dovrei...disegnare?"

"Già" dice lui.

"Non sono molto brava a farlo..." gli faccio presente.

Dylan fa spallucce. "Non importa, tu provaci! Prova a disegnare un tuo sogno, quello che vorresti che un giorno si realizzasse..."

"Un mio sogno?"

Dylan si avvicina a me. Fa in modo che scorra con il sedere in avanti e si mette a cavalcioni sulla sedia alle mie spalle. Sento il suo respiro sul collo e tra i capelli.

"Disegna quello che più desideri..." mi sussurra all'orecchio. Poi la sua mano si posa sulla mia, dolcemente.

"Okay"

"Io ti aiuto, vuoi?" dice lui.

La stessa frase di Sam. Il mio cuore affonda.

La musica di sottofondo, la presenza vicina di Dylan, il suo fiato, il suo tocco sono un misto di forti emozioni. Non so come abbia fatto Molly a restare concentrata nella realizzazione del suo vaso, io mi sento quasi svenire.
Cerco di mantenere la calma. Respiro profondamente e muovo la matita a tracciare il mio sogno e quello di molte altre donne come me. Dylan segue la mia mano con la sua, lasciandosi trascinare passivamente.

Quando ho realizzato quello che dovrebbe essere il busto, mi appresto a creare un vestitino e delle scarpette su misura. Dopodiché disegno alla figura capelli e piccoli occhietti.

"Cos'è?" chiede Dylan. La sua voce è sorpresa.

"Mia figlia" dico, studiando il soggetto che ho realizzato.

Il respiro di Dylan si ferma per un istante.
Poi le sue labbra tornano a muoversi dolcemente. Le sento tra i ciuffi dei miei capelli sciolti. Mi fanno il solletico e mi provocano brividi lungo tutta la schiena.

"Come la chiamerai?" chiede.

Ignoro la pelle d'oca che ho praticamente su tutto il corpo.

"Violet"

"E' un nome stupendo" dice lui.

"E' il nome di un fiore, come nella migliore tradizione di famiglia..." sorrido, scrivendo quel sostantivo sul foglio sotto al mio capolavoro.

Dylan sorride a sua volta, soffermandosi a baciarmi sull'orecchio. Il mio cuore si stringe, riducendosi alle dimensioni di una spugna.

"Sarà una bimba intelligente, sincera e modesta. Sarà bella quanto un giardino a primavera." La mia voce trema appena.

"Sarà come la madre" dice Dylan, "avrà il colore dei suoi occhi e la morbidezza dei suoi capelli..."

Le sue labbra catturano il lobo del mio orecchio con dolcezza. E questa volta sono io a trattenere il respiro, scossa da brividi sempre più invadenti.

"Avrà la sua forza e tutto il suo coraggio..." Le parole di Dylan escono soffocate dai suoi stessi baci. Uno dietro l'altro fino a lasciarmi una umida scia sul collo.

La matita mi cade di mano e finisce inerme sul tavolo. Piego la testa, accompagnando il ragazzo dietro di me nella sua opera di seduzione. Socchiudo gli occhi, rapita dalle piacevoli sensazioni che stanno attraversando tutto il mio corpo.

"Avrai una figlia stupenda, Iris..." dice Dylan, fermandosi.

Ispiro e butto fuori e poi ispiro di nuovo.
Mi sembra che l'aria nella stanza si sia ridotta improvvisamente.

"Non è così facile" guardo avanti, "sai con la mia malattia anche le cose più scontate a volte sono desideri quasi irraggiungibili."

"Niente è irraggiungibile" dice lui.

Chiudo gli occhi e immagino una piccola Violet. La immagino felice, libera, e soprattutto sana. La immagino come tutte le altre bambine, quelle che non sono "speciali", ma solo bambine.

Niente è irraggiungibile. Per una volta voglio pensare che sia vero. Per una volta voglio credere ad un sogno.

Dylan riprende a baciarmi sul collo, questa volta però in modo più sfrontato e profondo. Lo fa con una foga e una passione che mi fa perdere decisamente ogni ragione. Lo fa esattamente come un uomo. Un uomo vero.

I need your love,
I need your love,
God speed your love to me...

Sono le parole che la radio emette nella stanza.

Tum, tum,
TumTumTum

Sono i battiti che il cuore diffonde in tutto il mio corpo.

L'AMORE NON ESISTEМесто, где живут истории. Откройте их для себя