eighteen;

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Ero di nuovo in quella contea di degradati.
La strada era deserta.
Non sapevo il motivo per cui ci ero tornato. O forse si.
Austin mi aveva fatto riflettere.
E nel buco nero ci ero caduto pure io.
Non ero innamorato. No, non lo ero. Ero solo curioso. E forse Chloe fu l'unica ragazza che invece di mostrarmi un sorrisetto incalzante e delle risatine, si era limitata a dirmi non passeggiare così tranquillamente in questo distretto; forse aveva capito che ero solo un bambino viziato e ricco, che abitava sulla spiaggia. Ed era quello che non volevo mostrare alle ragazze. Ma in generale, non volevo dare quell'impressione a tutti coloro che mi vedevano.
Perché odiavo, esserlo.
I ragazzi della mia età, desideravano solo quello. Soldi e popolarità.
Mi sentivo diverso da loro.
E forse lo ero.
«Ti sei accorto, di essere di nuovo andato oltre il confine, vero?» mi voltai completamente.
Sorrisi.
«Me ne sono reso conto, si.» annuii.
«Però sei qui..» mi fece notare ovviamente.
Tossii, leggermente in imbarazzo. Avrei dovuto prepararmi una scusa plausibile, nel caso l'avrei vista.
«Mi piace qui. È silenzioso.» dissi dopo un po'. Forse dopo troppo tempo.
Sorrise, leggermente.
«Fingerò di crederci.» mi affiancò.
Cominciammo a camminare.
Esitai prima di parlare.
«Mh.. Dove stiamo andando?» chiesi guardando la ragazza.
Ridacchiò.
«Stiamo andando in un bordello. È carino quel posto.» trattenne una risata.
«Mi stai prendendo in giro?» chiesi divertito.
Rise con gusto
«Mi stai prendendo in giro!» esclamai, dandole una pacca sul braccio.
«Conosco un posto bellissimo.» disse poi, tornando seria.
Annuii.

«Perché sei corsa via l'altra sera?» chiesi, continuavo a guardarmi intorno, forse l'idea di camminare in una contea così, non mi alleggeriva l'animo.
«Dovevo andare.» rispose semplicemente.
Odiavo le persone misteriose.
«Dovevi andare.» annuii, sorridendo amaramente.
«Ti sei offeso?» ridacchiò.
Corrugai la fronte, prima di ricompormi.
«Cosa? No!» esclamai ad alta voce.
Rise, scuotendo la testa.
Rimanemmo in silenzio. Inutile dire, che mi sentivo in completo imbarazzo.
Lei sembrava essere a suo agio, era pensierosa però.
«Tu c'eri alla festa di Austin?» chiesi poi, infrangendo la barriera di silenzio che si era creata fra di noi.
«Si. Ma sono rimasta dietro alla casa, non amo molto il chiasso.» borbottò, scrollando le spalle.
Sorrisi, quasi senza rendermene conto.
«Questo lo so.» dissi poi.
Mi fulminò con lo sguardo.
Prima che potessi scusarmi, le mi guardò, dicendomi:
«Stavo solo pensando.»
«Posso chiederti a cosa?»
Scosse la testa negando.
«D'accordo.» annuii.
«Siamo quasi arrivati» disse iniziando a camminare velocemente.
Dovetti correre qualche metro, per affiancarla nuovamente.
Giungemmo su una spiaggia, deserta.
Non c'erano scogli, solo sabbia e rami trasportati dalla corrente.
«Questa è la mia spiaggia.» disse girandosi verso di me, allargò le braccia.
Mi guardai attorno. L'unico rumore era quello delle onde che si infrangevano sulla sabbia chiara.
«Vieni.» la seguii, fino all'acqua.
Nonostante avesse le scarpe, non si curava del fatto che si bagnassero. Per una volta, nemmeno a me importava.
«Là c'è il molo.» indicò dritto davanti a se'. La spiaggia di Santa Monica era illuminata dal Luna Park che spiccava in quel buio.
«Là, c'è casa mia.» sospirai.
Lei mi guardò con la fronte corrugata in un cipiglio.
«La tua casa è sulla spiaggia?» chiese incredula.
Annuii.
«Ti invidio.» tornò a guardare il mare.
«Io odio essere ricco.» sbuffai frustrato.
Lei mi guardò accigliata.
«Tu sei l'unica persona che io conosco, che odia essere ricco, Manuel.»

Dear M;;Manu RiosWhere stories live. Discover now