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«Ma che vi siete detti, alla fine?» chiese Austin, sfogliando il libro di economia.
«Uhm.. Nulla di che..» scrollai le spalle.
«Ma è rimasta a dormire da te?» alzò lo sguardo dal libro.
Mi morsi l'interno della bocca. Non volevo che sapesse qualsiasi cosa. Non volevo che sapesse qualcosa. Erano cose tra me e Horm.
Non mi importava se era Austin a chiedermelo. O forse si. Comunque non gli avrei detto nulla. In parte, non volevo ferirlo, nonostante mi avesse detto che Horm, per lui era solo un'amica, sapevo che era ancora innamorato di lei.
«Mh.. No, l'ho accompagnata a casa.» mentii, guardando il quaderno.
«Okay.»
«Okay...» ripetei, annuendo.
«Ma che avete fatto?» chiese poi.
«Che cazzo Austin, sembri mia madre.» sbuffai.
«Scusa.. Sono solo curioso.» scrollò le spalle, sorridendo quasi tristemente.
Sospirai.
Posai la matita sul foglio.
Lo guardai.
«Okay, senti.. Forse stiamo insieme. Non lo so.» dissi.
Lui mi guardò per circa sette secondi, inerme.
Poi tornò al suo libro.
«Ehm.. Mi hai sentito?» chiesi leggermente intimorito dal comportamento del mio amico.
«Mh, mh.»
«E..» lo spronai.
«Secondo me dovresti fare chiarezza sui tuoi dubbi.» rispose velocemente e freddamente, senza nemmeno alzare la testa dal libro.
«Te la sei presa?!» chiesi alzando il tono della voce.
«Manu non mi puoi dire delle cose del genere.» mi guardò.
Sospirai.
«Mi hai chiesto tu, di Horm.» precisai.
Sbuffò, appoggiando una guancia al palmo della mano.
«Io non voglio più sapere nulla, okay?» disse.
«Perché ti offendi?» chiesi spazientito.
«Perché quella, Manu, dovrebbe essere la mia ragazza!» sbottò.
«Mi hai detto tu che potevo uscirci.» ribattei.
«Si ma io non lo volevo veramente.» tese la mascella, faceva paura.
«Che cazzo, ma puoi dirmi qualche volta la verità?!» gridai.
«Sei uno stronzo. Questa è la verità.» prese il suo libro, lo mise dentro al suo zaino.
«Austin..»
«Ciao.» sbatté la porta, della mia stanza.
Mi alzai di fretta, aprii la porta e lo raggiunsi.
«Austin, non puoi fare l'offeso. Okay, forse ho sbagliato a dirti quella cosa. Però ho bisogno del tuo aiuto, in queste cose. Lo sai, che faccio schifo un queste cose.» dissi frettolosamente.
Rise.
La sua risata non era mai stata così spaventosa. Mi aveva fatto venire i brividi. Poi mi tranquillizzai, quando sorrise.
«Sembri una ragazzina con le mestruazioni.» disse poi continuando a ridere.
Corrugai la fronte.
«Io? Io? Testa di cazzo, quello con il ciclo sei tu!» gli scompigliai la massa bionda, ridendo.
«Coglione.» disse lui, ridendo ancora più forte.
«Manu, amore, vieni qui!» imitò la voce di una ragazzina in preda dagli ormoni.
Lo abbracciai, facendolo cadere a terra.
«Mi stai facendo male.» rise.
«Ma che dici che sei pieno di muscoli.» lo presi in giro.
Qualcuno alle spalle di Austin tossì.
Alzai lo sguardo.
«Sembrate due omosessuali innamorati.» commentò.
Mi alzai, permettendo ad Austin di fare lo stesso.
«Bianca, che vuoi?» chiesi.
«Oh nulla, ho sentito gridare dal piano di sotto, mi stavo solo chiedendo che cavolo stesse succedendo.» disse seccata.
«Ti abbiamo interrotto, con i compiti?» chiesi sorridendo.
«No. Stavo solo studiando!» sbottò irritata.
Risi.
Mi fulminò con lo sguardo.
«Scusa, scusa.» trattenni una risata.
«Dai vieni, tesoro mio. Dobbiamo finire economia. Abbiamo anche una partita di football in sospeso, che giace sullo schermo della tua televisione.» disse Austin, prendendomi per spalle, e portandomi in camera.
«Certo, amore.» risi.
Chiusi la porta.
«Ti immagini? Noi due come coppia.» risi.
«Con te? Nemmeno per idea, già fatico a sopportarti come amico, figuriamoci come fidanzato!» ridacchiò.
«Ma.. Come?» mi finsi offeso.
«Dai, lo sai che ti voglio bene.» ridacchiò.
«Io no.» appoggiai la mano alla fronte.
«Stronzo.» disse.
«Chi lo dice lo è.»
Schiuse la bocca, fingendosi offesissimo.
Poi rise, ritornando sul libro.
Sorrisi.

Dear M;;Manu RiosWhere stories live. Discover now