twenty-four;

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Quando non mi guardava lui, lo guardavo io.
Mia madre aveva sbagliato. Non erano state due orette, due giorni. Due giorni che io e Austin non parlavamo.
Sembravo una femminuccia, in preda al panico.
Scossi il capo, ritornando sul mio pranzo.
Non avevo nemmeno un briciolo di fame.
«Manu, tutto solo?» alzai lo sguardo.
«Ciao Samara.» dissi con noia. Tutto mi dava noia.
«Come mai sei qui a mangiare come uno sfigato?» appoggiò la sua borsa rosa scintillante, sul tavolo.
«Le persone mangiano a mensa. E come uno sfigato? Beh, lo sono. Perciò non farti dei problemi.» sbuffai, spingendo il vassoio al centro del tavolo.
«Vuoi che me ne vada?»
Samara era intelligente, capiva.
«No.» sospirai. «Puoi restare.»
Sorrise.
«Allora? Che è successo?» chiese con curiosità.
Dannazione, non eravamo mica delle casalinghe in un salone di bellezza!
«Ho detto che puoi rimanere, non che devi parlare.» sbottai acidamente.
«Okay.. Scusa. Pensavo solo che volessi sfogarti.» disse scrollando le spalle.
«Non ne ho bisogno.» picchiettai le dita sul tavolo.
«Io penso di si.» disse con compassione.
Bene. Mi facevo compatire da tutti. Persino da lei.
«Io penso che tu debba stare in silenzio.» ribattei.
Le sue unghie erano laccate di un bianco accecante.
«Lo sai che io ci sono.» la sua mano finì sul mio braccio.
Mi scansai.
«A ripensarci bene, preferisco stare solo.» mi alzai, gettai il cibo nella pattumiera e mi incamminai verso l'uscita della scuola.

Le scarpe si erano riempite di sabbia inutile. Odiavo la sabbia nelle scarpe. Le sfilai, tenendole in mano.
Mi sedetti sullo scoglio della sera prima.
Un bambino giocava serenamente con un secchiello e delle formine, assieme a sua madre.
Accennai un sorriso, quando ero più piccolo e le vacanze le passavamo ancora in Spagna, giocavo sempre con mamma e Bianca.
«Magari essere ancora piccoli eh?»
Mi irrigidii.
«Non ci sarebbe nessun problema, in effetti. Nessuna rottura di scatole. Nulla di nulla.» annuii, mantenendo lo sguardo basso.
«Già..» sfregò le mani sui pantaloni.
Si sentiva a disagio.
«Senti.. Mi dispiace. Ho frainteso. Horm mi ha detto com'è andata.» disse.
Annuii, sbuffando.
«Mi ha dato fastidio il bacio.» disse poi, duramente.
«Anche a me.» rispondo.
Sbuffò una risata.
«Non ci credo.» disse. Alzai lo sguardo verso di lui. Mi stava guardando divertito.
«All'inizio no. Ma poi è successo tutto quello che è successo, mi sono arrabbiato con lei.» sbuffai, gettando a terra la sabbia che avevo tra le mani.
«Non l'avrei baciata, Austin. Credimi, non l'avrei fatto se avessi saputo.» dissi.
«Tranquillo. E scusami, ho reagito d'impulso. Non le penso veramente quelle parole.»
«Lo so.» scrollai le spalle.
Rise.
«Coglione.» disse sorridendo.
«Stronzo.» ribattei.
«Horm lo è.» ritornò serio.
«Un po'..» annuii.
«Ha fatto perdere la testa ad entrambi.» dissi scuotendo il capo.
«Bel casino.» rise.
Già.
«Tutto sistemato?» chiesi.
Annuì, sorridendo.



Note:
Li shippo.

Dear M;;Manu RiosWhere stories live. Discover now