Capitolo 1

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Sono ancora qui sdraiata sul letto come se i miei genitori non fossero mai morti, come se fossero giù ad aspettarmi per fare colazione, come se tutto fosse normale, solo dio sa ciò che provo.

Stando qui in un letto d'ospedale, con gli occhi chiusi sperando che appena io li riapra mi ritrovi nella mia cameretta, con i miei fratelli che si deprimono perché devono andare a scuola e mia madre che continua a urlargli contro che sono in ritardo, non voglio credere che tutto ciò sia vero, non possono essere tutti morti in un solo colpo.
Perché non sono morta anche io con loro!?.
Spero che tutto ciò sia un sogno.

"Amelia, Amelia mi riesce a sentire?" sento la voce di un'infermiera.

Faccio cennó di si con la testa.

"È venuto a trovarla suo cugino" dice mentre appoggia la colazione sul tavolino.

Cerco di mimare un sorriso, sono ancora troppo stanca, non è stato facile riprendermi dopo quell'incidente, quello che mi ha rovinato la vita, perché io ci tenevo alla mia famiglia, non possono essere morti per la poca voglia di lavorare di qualcuno, perché non potevano costruirla meglio quella fottutissima casa!?
Non è possibile che dopo solamente un'anno dalla sua costruzione sia caduta.

Almeno ho mio cugino, l'unica persona che mi è rimasta in questa vita.

Gli ho sempre voluto bene, per me è sempre stato molto più di un cugino...un migliore amico, c'è sempre stato per me e io per lui.

Stephan entra dalla porta.

"Amelia stai meglio?" chiede abbranciandomi.

"S-si...circa" gli rispondo a voce bassissima.

"Sai, sei stata davvero fortunata, i medici hanno detto che potevi rimanere paralizzata a vita e sarebbe stata una cosa orribile visto che hai appena diciannove anni, poi sei stata anche fortunata a non essere morta sotto le macerie"

"Sarebbe stato meglio se fossi morta" rispondo fredda.

"Amelia, lo so che è molto difficile per te ricominciare a vivere come una volta, dopo la perdita di tutta la tua famiglia, ma sappi che nella vita bisogna sempre andare avanti nonostante tutto".
Cerca di consolarmi, cerca seriamente di consolarmi, ho appena perso le persone a cui tenevo di più in questo mondo, mia madre, mio padre e i miei due fratelli.

Come può aspettarsi che io dal nulla possa ricominciare una vita normale, è una cosa irreale, ci tenevo a loro.

"Stephan evita. Evita, fino poco fa ero felice con la mia famiglia, non mi mancava nulla, ora sono qui da sola, non ho più una madre, un padre e ho perso anche i miei fratelli, tu pensi che io davvero possa ricominciare come se non fossero mai esistiti, come se quel dolore che ho provato a sentirli urlare mentre tutto stava cadendo sopra di noi possa scomparire da un giorno all'altro..." sto piangendo, non ci posso ancora credere che tutto ciò sia accaduto davvero.

"Amelia...lo so che non è una cosa facile rimanere in coma per sei settimane, svegliarsi e sapere che tutta la tua famiglia è morta, lo so ma ti prego cerca di essere forte" mi dice guardando il pavimento, vedo che anche a lui stanno scendendo le lacrime.

"Io...io...non so cosa fare quando uscirò da qui, come farò a vivere!?
Non ho più una casa, non ho mai avuto un lavoro, non ho una famiglia, sono sola..." urlo anche se con fatica.

"Non dire così, ci sono io, mi prenderò cura di te anche a costo di chiedere l'elemosina!" Dice asciugandosi una lacrima.

Sinceramente l'ultima volta che l'ho visto piangere sarà stata quando io avevo 6 anni e lui 9, quando per sbaglio è caduto dallo scivolo... dopotutto sono anche i suoi zii e suoi cugini ad essere morti....

Per davvero.Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt