Per davvero.

Capitolo 12

"Amelia, svegliati" sento la voce roca di Alejandro, ma ho ancora sonno.
Non rispondo e continua a scuotermi.

"Dai, lasciami stare,voglio dormire!" mugugno, sperando che mi lasci stare, ma in cambio ricevo solo un bacio sulla fronte, inutile dire che a quel contatto mi sono svegliata e ho iniziato a sventolare le mani per cacciarlo ma  per sbaglio gli tocco il viso.

"Amelia!" sento una voce, ma non è la voce di Alejandro, è molto più familiare...è proprio Stephan, ops.

"Oddio, Stephan, non credevo fossi tu! Scusami!" Urlo buttandomi su di lui e inizio a  ridere, stringendolo  ancora più forte, quanto è bello stare tra le sue braccia, mi lascia un bacio in mezzo ai capelli e si stacca.

"Non mi dire che dormi fino a tardi tutti i giorni?" sta sorridendo, ha un sorriso così bello, esattamente come lui.

"Si e guai a te se fai qualche rumore quando dorme se si sveglia per colpa tua fai prima a non farti più vedere per tutto il giorno" sbuffa Alejandro, Stephan si mette a ridere e mi accarezza i capelli.

"Ma cosa ci fai qui? A quest'ora?" Dico guardandolo negli occhi, lui smette di ridere.

"Oh, se non vuoi vedermi basta dirlo" si volta dall'altro lato, facendo il finto offeso, mi alzo e mi siedo sulle sue gambe, il suo sguardo è rivolto al pavimento, le sue mani si appoggiano sui miei fianchi, allaccio le mie gambe alla sua vita e lo abbraccio, lui però non ricambia, così mi stacco, gli prendo il viso tra le mani obbligandolo a guardarmi in faccia, i nostri nasi si sfiorano a momenti, sento di nuovo le farfalle nello stomaco, odio questa sensazione mi rende così vulnerabile, mi sento quasi stupida visto che ci stiamo solo guardando negli occhi da ormai tanto tempo, la cosa è diventata imbarazzante, abbasso leggermente lo sguardo, le sue labbra sono così rosee, chissà come dev'essere b-

"Quando avete finito di contemplarvi a vicenda, ditemelo" la voce di Alejandro mi distrae dai miei pensieri, Stephan si alza di scatto, presa alla sprovvista lo stringo, per non cadere, e appoggia le sue mani sui miei fianchi per sostenermi meglio.

"Ehm...devo andare, sono in ritardo!" balbetta imbarazzato Stephan e mi appoggia sul letto.

"Ma come? Sei appena arrivato!" Urlo, forse un'pó troppo forte.

"Oh, vorrei tanto rimanere con te, ma devo andare" dice dispiaciuto, sembra realmente triste, mi alzo e mi piazzo davanti a lui.

"Mi mancherai, ti prego, torna il prima possibile da me, ti voglio bene" sussurro abbracciandolo.

"Ti voglio bene, anche io" sussurra lasciandomi poi un bacio sulla guancia, staccarsi da lui è davvero una cosa terribile, sento come un vuoto, un vuoto che solo lui può colmare,riesce a colmare di amore anche l'odio che provo verso questo mondo, questa vita, lui è così speciale.

Le due figure maschili spariscono dietro al tonfo della porta che si chiude, sono rimasta sola, solo io e me stessa, solo io e l'odio che provo, la rabbia che ormai è diventata la mia amica più intima, anzi l'unica.

Apro l'armadio, prendo dei jeans e una maglietta, l'unica cosa positiva di questo matrimonio è che posso permettermi tutto ciò che desidero, quando desidero, e sinceramente non mi sento in colpa, neanche ad Alejandro dispiace visto che crede realmente che i regali che mi fa mi rendano felice, ma in realtà l'unica cosa di cui avrei bisogno per essere felice è... non lo so, ma credo che mi basterebbe riuscire a riempire il vuoto dentro me.

Mi dirigo verso il bagno, sento delle urla provenire dal piano di sotto, è la voce della strega, sono quattro giorni ovvero da quando sono uscita dall'ospedale che non le rivolgo parola, non la guardo nemmeno in faccia, lei cerca sempre di sgridarmi o insultarmi ma io non le concedo nemmeno un secondo del mio tempo e non vedo l'ora di vedere la nuova casa che ha scelto Alejandro!
Mi ha fatto vedere alcune foto, sembra molto bella, l'ha scelta già arredata così non ritardiamo il trasferimento, finalmente non dovrò stare in questa casa di pazzi.
Finisco di lavarmi i denti, mi trucco poco, solo per comprire le occhiaie; dopo essermi vestita, apro la porta del bagno, ma aimè ho un incontro disgraziato.