•Nόstos•

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Dean fu gentile con Castiel. Fu tutto molto naturale.
Dean aveva ripreso a baciarlo con dolcezza, e Castiel non poteva credere che tutto questo stesse accadendo.
Dean spostò le labbra verso il collo del ragazzo, e lasciò una dolce scia di baci, ognuno dei quali scatenava un brivido in Castiel. Poi, iniziò a sbottonare la camicia della divisa del ragazzo, con molta lentezza, un bottone alla volta, senza staccare le labbra dalla pelle di Castiel nemmeno per un secondo. Quando fu del tutto aperta, Dean tornò a baciare Castiel sulle labbra, accarezzandogli la pelle nuda con delicatezza; tra le carezze, fece in modo da togliere la camicia, per continuare a baciarlo ancora e ancora, passando con leggerezza le sue mani sulla pelle calda dell'altro. Voleva essere certo che Cass lo volesse, che si sentisse pronto a farlo con lui e che sapesse che Dean non gli avrebbe fatto del male.
Era la prima volta per entrambi.
Dean non era mai stato con un ragazzo prima di Cass, per il quale, invece, era la prima vera volta in cui avrebbe fatto  l'amore.
Castiel, a sua volta, fece scivolare i propri palmi al di sotto della T-shirt di Dean, sfilandogliela. Castiel si fermò qualche secondo a guardare con desiderio il fisico scolpito di Dean, accarezzandogli il petto e gli addominali. Quando alzò lo sguardo, vide che il ragazzo non gli aveva staccato gli occhi di dosso.
Ripresero a baciarsi e, senza smettere, Dean avvolse Castiel fra le braccia e si alzò in piedi, portandolo a stringergli le gambe attorno alla vita, e lo trasportò nella stanza da letto, adagiandolo sul materasso senza smettere di baciarlo. I loro corpi si incastrarono come se fossero stati due pezzi di un puzzle, e continuarono a baciarsi ed accarezzarsi a lungo prima di proseguire oltre.
Quando Dean non ce la fece più a resistere, accarezzò la pancia di Castiel scendendo con la mano fino alla sua cintura. Poi, smise di baciarlo e lo guardò negli occhi. Il viso di Castiel era arrossato e gli occhi lucidi per l'eccitazione.
<<Cass, posso?>> gli chiese con dolcezza, strofinando il proprio naso contro quello dell'altro. Il ragazzo annuì, e lasciò che Dean lo spogliasse e si spogliasse.
Quella notte, Dean e Castiel si amarono con dolcezza, capendo quanto fossero stati fortunati ad essersi incontrati. Sentirono di poter essere felici ancora, di poter vivere ancora, di poter dare un senso alla propria vita, insieme.
La cosa più bella fu che, quel giorno, entrambi dormirono profondamente, senza incubi e fino alla tarda mattinata.

Dean si svegliò per primo. Inspirò a fondo e volse lo sguardo verso il ragazzo accoccolato sul suo petto.
Dormiva profondamente poggiato alla spalla di Dean, la bocca leggermente socchiusa, il palmo aperto sul suo petto. Indossava ancora gli occhiali, tutti storti sul suo naso. Dean glieli tolse e li appoggiò sul comodino accanto al letto. Diede una carezza a Castiel, poi sfilò piano il braccio da sotto la testa del ragazzo. Si alzò, si stiracchiò e pensò di andare a fare un caffè per sé e per il moro, in fondo erano le undici, era ora di alzarsi.
Castiel si svegliò poco dopo, ed ebbe un colpo al cuore quando non trovò Dean al suo fianco. Si mise a sedere di scatto e si guardò intorno: buttati per terra a caso c'erano ancora i jeans di Dean, sul comodino c'era il suo orologio, accanto al letto le sue scarpe. Poi, sentì dei rumori provenire dalla cucina, qualcosa che cadeva e <<Figlio di puttana!>>.
Dean era ancora lì.
<<Dean? Tutto bene?>> chiese Castiel con la voce ancora impastata di sonno. Sgranò gli occhi quando vide che ora era. Davvero era riuscito a dormire fino alle undici?
Il ragazzo apparve alla soglia della stanza da letto e guardò Cass dispiaciuto.
<<Oh no, ti ho svegliato! Scusa Cass>> esclamò stampandogli un bacio sulle labbra. Castiel gli disse che non era stato lui a svegliarlo e insieme tornarono in cucina a preparare quel benedetto caffè.

~~

<<Dean, sei sicuro?>> chiese Castiel, incerto.
<<Ma certo. Voglio che tu faccia parte anche di questa parte della mia vita>> ribatté Dean, annuendo.
Quindi, entrarono nella stanza di Sam.
Lui era seduto sul suo letto. Le lenzuola azzurrine gli coprivano i piedi, aveva un pigiama bianco, la barba incolta, le occhiaie marcate. Non dormiva da molto. I capelli ormai gli arrivavano alle spalle. Era pallido e magro, una flebo era attaccata al suo braccio.
Castiel si sentì un nodo alla gola, strinse di più la mano a Dean. Davvero lui era costretto, ogni giorno, da quattro mesi a quella parte, a vedere suo fratello in quelle condizioni? Si scambiarono uno sguardo grave, poi Dean cominciò a parlare.
<<Ciao Sammy! Come stai oggi? Tutto bene immagino. Guarda, come ti avevo promesso, oggi ho portato qui anche Cass. Ti ho parlato tanto di lui, ed ora finalmente è qui. Volevi tanto conoscerlo, lo so, in fondo sono tre settimane che stiamo insieme, te ne ho parlato per almeno due settimane prima ancora, è comprensibile che tu volessi vedere chi è il ragazzo che mi ha reso felice>> si voltò verso Castiel e gli fece un sorriso. L'altro, dal canto suo, non sapeva cosa dire. Sam non reagiva minimamente alle parole di Dean. Non si era nemmeno accorto che gli si fosse seduto accanto, né che stesse parlando. Continuava solo a guardare il muro con sguardo spento, per mormorare ogni tanto <<Lucifero...>>. Ma Dean fingeva di non farci caso, e gli parlava come se stesse avendo una vera conversazione con lui.
<<Sai, Castiel è molto dolce con me, è un ragazzo di carattere gentile, mi sta aiutando ad essere meno rude e a tirare fuori un po' di dolcezza ogni tanto. Sicuramente crederai che sia impossibile: io dolce? Ebbene sì fratellino, e Castiel può confermarlo>>.
Castiel fu un secondo sgomento per essere stato chiamato in causa, ma si riscosse subito e rispose: <<Certo, Sam. Innanzitutto, è un piacere per me incontrarti, Dean mi ha parlato tanto di te e so che ti vuole un bene infinito. Poi, per quanto tu possa non crederci, riesce davvero ad essere dolce. Con me lo è sempre... chi l'avrebbe mai detto? Dean, un romantico? Quando l'ho conosciuto non avrei mai pensato che potesse essere così. Però, sai, non è l'unico ad essere cambiato. So che io e te non ci conosciamo molto bene, ma ti assicuro che sono la persona più timida del mondo... eppure, Dean mi sta aiutando ad essere più sicuro di me, poco alla volta, stiamo cominciando anche ad uscire allo scoperto... non è che mi sia dichiarato o cosa, ma sto cercando di non pormi problemi nel farmi vedere in pubblico con Dean. L'altra sera mi ha persino dato un bacio al lavoro. Volevo sprofondare, ero diventato rossissimo, non puoi immaginare! Ma nessuno mi ha detto nulla, la mia collega Ruby mi ha fatto l'occhiolino maliziosa, ed è finita lì. Dean... mi sta rendendo una persona migliore. So che sei orgoglioso di avere un fratello così>> concluse.
Passarono tutto il resto del tempo a raccontare cose delle loro giornate a Sam, che restava solo lì fermo e sbatteva le palpebre ogni tanto. Castiel si chiese come doveva essere il mondo attraverso i suoi occhi. Era così triste che Sam, un ragazzo così giovane, fosse costretto da mesi in quell'ospedale, senza prospettive di futuro. Non reagiva, non dava segno nemmeno di essersi accorto che loro stessero continuando a parlare. Dean continuava a raccontare qualsiasi cosa imperterrito e Castiel fu terribilmente triste per quella situazione. Ma, allo stesso tempo, era felice di poter essere al fianco di Dean in quel momento e di riuscire ad aiutarlo almeno moralmente.

Quando dovettero andar via, Dean sospirò. Scompigliò i capelli a Sam in un gesto affettuoso e lo salutò, uscendo dalla stanza con Castiel. Appena fuori, avvolse un braccio attorno alle spalle del moro, lo strinse a sé e gli bisbigliò un <<grazie>> all'orecchio. Il più basso ricambiò l'abbraccio ed uscirono dall'ospedale per dirigersi verso casa. Quel giorno Castiel era libero, e avrebbero passato l'intera serata a casa di Dean, come da programma, con birra, il loro programma preferito (un gioco a premi demenziale, chiamato "lo schiaccianoci") e coccole.
La serata sarebbe potuta essere perfetta. Se non fosse stato per un piccolo, minuscolo avvenimento, che mise in agitazione Dean. Mentre erano sul divano, il suo telefono squillò.
Un messaggio.
"Ehi Dean, ho bisogno di vederti. Vorrei parlarti. Lisa."
<<Dean? Lisa... è quella Lisa?>> chiese Castiel, un po' allarmato.
Dean sembrava confuso.
Lisa voleva parlargli, ma perché? Erano passati quattro mesi. Lui era felice con Castiel. Perché tornare ora? Cosa voleva?
<<Lisa... sì, è lei. Ricordi? Mi lasciò quando Sammy si ammalò. Diceva che non le dedicavo abbastanza attenzioni>>.
Castiel fu perplesso.
<<Ti vedo turbato. Perchè dare importanza ad una donna che ti ha lasciato da solo proprio quando avevi più bisogno di lei per una ragione assolutamente egoistica?>>
<<No... no, io non voglio darle alcuna importanza. Lei non ha alcuna importanza! Cass... io amo te, sei tu che mi rendi felice, lei non ha possibilità di tornare nella mia vita. È solo che... mi chiedo cosa voglia da me>>.
Io amo te
Sembrò che il moro non avesse sentito altro.
<<Tu... hai detto di amarmi?>> chiese con sorpresa.
<<Cosa? Io... beh, sì, l'ho detto, non era già ovvio?>>
Castiel si aprì in un sorriso dolce. Diede una carezza a Dean e lo baciò.
<<Tanto per la cronaca, anch'io amo te... e vorrei dare una bella lezione a quella Lisa, per farla scomparire per sempre e impedirle di tornare ancora a darti fastidio>> esclamò. Avvolse le braccia attorno al collo di Dean e gli disse: <<Ho un'idea. Perché non dici a Lisa che va bene se vi incontrate... al Black Sea?>>
Dean realizzò quale potesse essere il piano di Castiel e scoppiò a ridere.
<<Credo che potrebbe morire!>> esclamò. Schioccò un bacio sulle labbra di Cass e poi disse: <<Mi piace la tua idea. Facciamolo>>.

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Νόστος [Nós-tos]: ritorno

Giornata triste, ideale per scrivere qualcosa. Spero vi stia piacendo la storia

Eutychìa || DestielWhere stories live. Discover now