2- La prima riunione

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<<...quindi questa sera devo andare in biblioteca a fare la prima riunione>>. Hermione stava spiegando ai suoi amici cosa volesse dirle la professoressa, mentre stavano pranzando.

<<Chi è il prefetto dei Serpeverde?>> chiese Ron, mentre addentava una coscia di pollo.

<<Ti lascio immaginare...>> rispose lei, prendendo il bicchiere d'acqua.
Evidentemente lui e Harry capirono al volo, e ruotarono gli occhi.

<<Herm mi dispiace per te>> disse Harry.

<<Ti dispiace solo?? Dovrai passerà tutte le sere con quel... quel... Ah, non trovo neanche un insulto troppo offensivo!!>>. Hermione sorrise guardando il suo piatto, ormai vuoto: <<Ho finito, vado in camera... ci vediamo dopo, va bene?>>. I due annuirono, e Hermione uscì dalla Sala Grande.

***

Draco Lucius Malfoy non era mai stato un tipo responsabile. Intelligente, certo, ma usava quell'intelligenza soprattutto per ragazzate e scherzi. E poi, di base, non gli importava dimostrare niente a nessuno. 

Si applicava poco a scuola, ma aveva comunque buoni voti: neanche un'insufficienza.

Hermione Jean Granger non era da meno. Anche lei era molto intelligente, e sapeva sfruttare questo pregio. In tutte le materie aveva il massimo dei voti, ma anche questo aveva un prezzo. Non sapeva divertirsi. Doveva imparare a lasciarsi andare, togliendo tempo allo studio, se serviva. Ma questo lei non l'avrebbe mai fatto... insomma, era lei!

I due ragazzi si incontrarono davanti la porta della biblioteca quella sera, e insieme a loro le occhiataccie di sempre.

<<Malfoy>> disse Hermione in segno di saluto, senza scomporsi troppo.

<<Mezzosangue>>. Hermione non ci diede peso, come sempre, e aprì la porta della biblioteca ignorando la risposta di Malfoy. Non aspettò che entrasse l'altro, ma la sbatté con violenza, facendo alzare la testa dei due prefetti già dentro: Melissa, prefetto dei Tassorosso e Dave, dei Corvonero.

<<Buonasera>> salutò educatamente. I due sorrisero prima di rispondere, e quando li raggiunse anche Draco iniziarono a discutere sulla prima partita di Quidditch dell'anno.

<<Quali squadre faremo giocare?>> chiese Melissa.

<<Grifondoro contro Serpeverde?>> propose Hermione.

<<Perché, a cosa servirebbe?>> intervenne Draco. <<Tanto vinciamo noi>>.

<<Non è così scontato, sai?>>.

<<Ah, no? Ti severrebbero un paio di occhiali, Granger. Hai visto che squadrone abbiamo quest'anno? Non avete speranze. E poi, sarò io il Cercatore>>.

<<Allora ti servirebbero un paio di braccia in più, Malfoy. Così magari quest'anno riuscirai a prenderlo, il Boccino>>.

<<Speri di intimidirmi, Granger?>>.

<<No Malfoy, spero di farti tacere>>.

<<Spero che tu ci sia riuscita, allora>> intervenne Dave per mettere un punto al tutto. <<Possiamo continuare con il discorso?>>.

<<Certo>> rispose Hermione. Draco si zittì buttandosi sullo schienale della sedia, sbuffando.

<<Quindi, la prima partita sarà con i grifoni contro le serpi. La seconda perciò con le aquile contro i tassi. Siete d'accordo?>> chiese Melissa.
Tutti annuirono, e passarono al discorso della prima gita ad Hogsmead.

Draco Malfoy non parlò per il resto della riunione. La Granger non era degna per zittirlo in quel modo, e doveva farglielo capire.

Alla fine della riunione, Dave e Melissa se ne andarono nei rispettivi dormitori, ed Hermione rimase ancora un po' in biblioteca per prendere un libro nuovo da leggere.

Le era sempre piaciuto passeggiare tra gli scaffali della libreria della scuola. Scaffali che arrivavano al soffitto, pieni zeppi di libri di tutti i colori e dimensioni. E poi l'odore... sembrava di stare con il naso infilato tra le pagine continuamente. 

Conoscendo ormai quella stanza come il palmo della sua mano, sapeva bene dove andare per trovare il genere che cercava. Sapeva che i suoi amici la prendevano sempre in giro perché pensavano che stesse sempre studiando. Ma in realtà dopo la guerra, se non viaggiava con la mente grazie ai romanzi, il ricordo di quel periodo era troppo lacerante in lei. Se non seguiva le avventure dei protagonisti delle storie che leggeva, i suoi genitori le riaffioravano troppo spesso alla mente. Che non era sbagliato, assolutamente. Ma solo perché non fosse sbagliato non significava che fosse semplice per lei. 

I suoi occhi si fermarono su una copertina poco più in alto della sua testa. Di un bel blu scuro con il titolo in argento, leggermente rovinato dal tempo. Decise di allungare il braccio per poterlo leggere meglio, dato che il titolo era consumato e le parole non erano molto leggibili. 

Improvvisamente, una mano la bloccò contro lo scaffale. 

Hermione si girò di scatto, spaventata, per incontrare occhi azzurri di Draco Malfoy.

<<Ma che vuoi?>> disse cercando di liberarsi dalla presa, senza successo. Cercò i rimanere calma nel tono, sapeva che sentendola agitata avrebbe incrementato la sua soddisfazione. 

Non aiutò il fatto che Malfoy iniziò a stringerle il polso ancora di più. 

<<Granger, io non so cosa ti sia passato per quella testolina prima>> replicò con un filo di voce, tenendole bene il polso per non fare in modo che si girasse con il corpo. <<Non devi parlarmi in quel modo, capito?>>.

<<Ah no?>> replicò lei, sentendolo proprio dietro il collo <<Perché tu puoi farlo ed io no?>>.

<<Perché io sono io, mi sembrava ovvio. Sono superiore in diverse sfaccettature... se non tutte>> marcò alla fine.

Quindi non è la Parkinson a credersela enormemente, è proprio una delle meravigliose caratteristiche dei Serpeverde. 

Molto scomoda in quella situazione, dopo un attimo di silenzio Hermione si fece indietro con il corpo. Sapeva qual sarebbe stata la reazione di Malfoy. Pur di non toccarla avrebbe indietreggiato.

Giusto quanto bastava per farsi liberare il polso, premette contro il suo corpo. Sorpreso da quella reazione il ragazzo si staccò, e vide Hermione voltarsi verso di lui, faccia a faccia. L'azzurro dei suoi occhi era quasi completamente sparito dietro il nero delle sue iridi. A Hermione bastò pensare che era dato dalla poca luce presente. 

 <<Senti, cosetto>> iniziò a dire. Non era da lei parlare in quel modo, lo sapevano entrambi. Ma dopo quello che avevano passato, non sopportava più questo suo modo di fare da bimbo di 10 anni. <<Sarai anche "superiore", come dici tu, in fatto di sangue, ma ti assicuro che non sei migliore di me>> e fece un passo verso di lui, facendolo indietreggiare ulteriormente. <<Potrai continuare a insultarmi come quando avevamo undici anni, con quei nomignoli schifosi, ma sappi che è cambiata una cosa da allora: non piangerò più davanti a te, ma ti risponderò con tutto il mio odio e la mia indifferenza. Sarai umiliato davanti quelli a cui io sono stata umiliata per anni, e indovina? Tu non potrai farci niente, perché se tu mi risponderai, io ti risponderò ancora, e ancora, finché non te ne andrai, finché non avrai più risposte da darmi o non avrai più modo in cui insultarmi. Vuoi giocare, Malfoy? Iniziamo. Lo sai anche tu che non perdo mia>>.

Hermione restò a guardare Draco ancora per qualche secondo, con le soprecciglia alzate, aspettando una risposta che in realtà non arrivò. Si voltò velocemente dietro di lei, giusto il tempo di prendere il libro che aveva adocchiato prima, e si lasciò Malfoy alle spalle, senza più degnarlo di uno sguardo.

Draco Malfoy era rimasto immobile, mentre vedeva la Granger andarsene. "Che faccia tosta...", pensò, tenendo le mani strette in due pugni. "Vuole giocare? Non sarò certo io a tirarmi indietro".


Love's in the air  •Dramione•Where stories live. Discover now