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“ Da bambina avevo un libro bellissimo, perché quando premevo il pulsante incastonate in una pagina di cartone rigido, suonava una dolce melodia. 
Lo sfogliavo sempre e mi guardavo attentamente le immagini. 
Nell'ultima pagina, quella musicale, c'erano due personaggi; un ragazzo, inginocchiato con la chitarra in mano, sotto la finestra di una ragazza sempre affacciata al balcone, che sorrideva con le guance arrossate e gli occhi luminosi, che ascoltava. 
Mia nonna mi disse che quella scena rappresentava la “serenata”, ed accade quando due persone si amano.
Ogni volta che guardavo quelle immagini sognavo sempre che, anche io, da grande, avrei avuto un fidanzato che quando gli fossi mancata correva da me con la chitarra e che si fosse messo a cantarmi una dolce poesia in modo tale da farmi uscire di casa e potermi vedere. 
Era diventato il mio pensiero fisso, il mio desiderio. 
Scorrevo le pagine del libro, e mi immaginavo io a vivere quelle scene fantastiche. 
Quando il ragazzo mi porse un mazzo di fiori, quando mi apriva la porta, quando mi teneva per mano e passeggiavamo vicino ad un lago, per poi farmi salire su una barchetta e goderci il tramonto sull'acqua. 
Ed ovviamente quando di sera veniva a farmi la serenata. 
Era tutto così bello, così perfetto. 
Poi il tempo passò, divenni una ragazza, il mio corpo cambiò ma i miei pensieri no. 
Speravo ancora nel trovare il “ragazzo del libro”, ma sembrava impossibile dato che la maggior parte delle persone che conobbi non sapevano neanche dell'esistenza della “serenata”. 
Non so dove andò a finire quel libro, ma non ne trovai più neanche di simili. 
Poi, un giorno, mentre camminavo distrattamente e soprappensiero, il mio piede su incastrò in una crepa e caddi sul marciapiede. 
Veloce, accorse subito qualcuno in mio aiuto. 
Mi risollevò da terra ed io potai vedere un ragazzo che dimostrava la mia età, con gli occhi smeraldo ed i capelli neri, arruffati sul cranio. 
Mi ero sbucciata un ginocchio e lui mi stava già mendicando. 
Aveva la pelle chiara e morbida, sembrava seta. 
Mentre curava le mie ferite mi chiese come stavo, come mi sentivo… Ed iniziammo a parlare. 
Poi quando ebbe finito mi guardò negli occhi. 
Io lo guardai negli occhi. 
Mi sorride. 
Io gli sorrisi. 
E capii che non avrei voluto perdermi in altri occhi e baciare altri sorrisi.

Non aveva con se il cellulare, allora gli scrissi il mio numero di telefono in un braccio. 
Uscimmo, si presentò davanti alla mia porta e mi regalò un bouquet di rose. 
Mi teneva sempre per mano, mi offriva il gelato o la cioccolata calda, mi abbracciava quando avevo freddo. 
Per il mio compleanno, sentii dei sassolini colpire il vetro delle mie finestre. 
Le aprii, mi sporsi dal balcone e trovai lui, inginocchiato per terra, con una chitarra in mano, che mi dedicava una poesia per il mio compleanno.

Oggi ero a casa sua per fare i compiti assieme. 
Cercavo una gomma, ma non la trovavo da nessuna parte. 
Aprii un cassetto per cercarla e sgranai gli occhi quando vidi un grosso libro attempato, con le pagine di cartone e un tasto che, appena lo premetti, uscì una dolce melodia. 
Lui entrò in stanza e mi sorride imbarazzato, confessandomi che mentre camminava per strada, tempo fa, trovò quel libro vicino ad un cassonetto. 
Lo raccolse e lo aprii, e gli piacque così tanto da portarlo con se. 
Non dissi nulla, solo gli sorrisi e lui mi baciò.

Non so se è stato il destino, o il Karma o il fato oppure le forze dell'universo… So solo che è successo, ed io non potrei essere più felice di ora.

MORALE; Non smettere mai di sperare, MAI. 
Non importa quanto ti possa sembrare irrealizzabile, assurdo, ingenuo il tuo desiderio… Se ci credi davvero, allora qualcosa o qualcuno, molto più potente di noi, farà in modo di far avverare il tuo sogno. 
Perché hai combattuto fino alla fine è non ti sei arreso, MAI.”

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