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C'era una volta - non poi così lontana, a dire il vero, verso la fine degli anni Novanta, più o meno - ma “c'era una volta”, dicevo, una macchina che attraversava un classico paese della provincia alto-milanese: era settembre, di questo ne sono sicura. Sulla macchina una bambina sui sette anni, seduta sul sedile posteriore azzurro-vellutato-a quadrettini. Accanto a lei forse la nonna, alla guida il suo papà. A fianco a lui, il nonno: un personaggio silenzioso e abbastanza impenetrabile per quella bambina così piccola, che l'aveva sempre visto come il protagonista di un film: con una lunga storia avventurosa alle spalle ma con ormai poca voglia di raccontarla, forse troppo stanco, forse troppo riservato per farlo. E di lui la bambina sapeva poco, in effetti: veniva dal veneto ma parlava milanese, era l'ultimo di quattro fratelli, unico uomo di famiglia dopo che suo padre era andato disperso nella Grande Guerra. Era stato Carabiniere, durante la Seconda Guerra Mondiale era finito, lei non sapeva come né perché, in un campo di lavoro in Germania e a un certo punto, forse in un paesino di montagna, aveva conosciuto la nonna e si erano sposati. 
Cosa ci facessero tutti su quella Fiat Tipo grigiastra in una mattina di settembre proprio non lo so, ma la cosa più importante è che a un certo punto quel nonno taciturno e a volte parecchio testardo fece fermare la macchina, sulla via principale del classico paese di provincia.

Fammi scendere qui, ho voglia di fare due passi. Torno a casa a piedi.
Alla bambina, e probabilmente anche a tutti gli altri, quella richiesta doveva essere suonata molto strana: ormai mancava veramente poco a casa e il nonno, che aveva ormai superato gli ottantacinque anni, camminava un po’ a fatica, appoggiandosi al bastone. Soprattutto, però, non era mai stato il tipo da passeggiate mattutine in paese. Tuttavia, come dicevo, era una persona concreta e testarda e, senza dare ulteriori spiegazioni, convinse il figlio a farlo scendere.

Quando un'ora più tardi il nonno suonò il campanello di casa probabilmente la bambina si stava ancora chiedendo che cosa avesse dovuto fare di tanto importante… O forse, come avrebbero fatto tutti i bambini, se n'era già scordata.  Ma il nonno salì le scale con noncuranza, entrò in casa e, ancora con la giacca addosso, si precipitò in cucina, tirò fuori di tasca un pacchetto e lo diede alla nonna. 

Per il nostro cinquantesimo anniversario. 
Le disse con un sorriso. 
La nonna rimase senza parole, la bambina anche: non aveva mai visto niente del genere. 
Da quel momento in poi quel gesto, quel pacchetto e il suo contenuto - una collanina in oro bianco, con un semplice diamante tondo nel mezzo - diventarono per quella bambina l'espressione dell'Amore più grande, proprio quello con la “A” maiuscola. Non avrebbe mai potuto immaginare, infatti, che il nonno sarebbe arrivato ad un gesto così plateale, non avrebbe mai potuto credere che un Amore potesse durare qualcosa come cinquanta anni: non aveva mai pensato che una cosa del genere potesse esistere. E così, da quel giorno in poi, ogni volta che vedeva la nonna con addosso quella collana la bambina sorrideva, perché, ogni volta, ricordava quel momento e si sentiva parte di qualcosa di enorme.  

Passarono gli anni, il nonno invecchiò. Quando cominciò a trattare male la nonna tutti capirono che ormai non era più lui. Poco tempo dopo, morì. La nonna, che gli era stata accanto fino agli ultimi terribili momenti, imboccandolo e tenendogli la mano, disse: “Tra un paio d'anni lo raggiungerò anche io”.
La bambina ormai cresciuta non voleva crederci: la nonna era molto più giovane di lui, quello che diceva non aveva senso. Ma con preoccupazione la vedeva triste farsi sempre più piccola davanti al mondo, avvolta nel suo cappotto invernale. La vedeva senza più la sua allegria contagiosa, senza più quella voglia di raccontarsi e raccontare storie che tanto gliel'avevano fatta amare. Ma, piano piano, la nonna sembrò riprendersi, sembrò trovare la forza di andare avanti anche da sola o, forse, così volle credere la bambina. 
Improvvisamente la nonna si ammalò. Due anni e quattro mesi dopo raggiunse il nonno. 

La bambina ormai quindicenne aveva ormai da un po’ scoperto cosa fosse il dolore e da anni non sapeva più pensare all'Amore. 
Un giorno, qualche mese dopo il funerale della nonna, quello in cui aveva stretto il suo papà singhiozzante come un bambino, proprio lui le si avvicinò con un pacchetto di velluto blu.
Ho chiesto ai miei fratelli se potevo averla per te. Di sicuro alla nonna avrebbe fatto piacere. Sei giovane per portarla tutti i giorni, però chissà, magari alla tua laurea potresti metterla…  
La bambina aprì il pacchetto e, ovviamente, vi trovò la collana dell'Amore.  

Sono passati altri anni da quel giorno, tante cose sono cambiate. Quella bambina, ieri, si è laureata. 
Più di ogni altra cosa al mondo avrebbe voluto avere accanto il suo papà, quello che le aveva insegnato e ricordato cosa fosse l'Amore, quello che le aveva dimostrato poi, con il tempo, come Amore fosse per lui quello che provava per lei. Avrebbe voluto che lui fosse lì a stringerla, a dirle “sono fiero di te”, ma lui non c'era. Per un curioso gioco della sorte aveva anche lui raggiunto i nonni già da un po’. Ma la bambina non era triste: con al collo la sua collana dell'Amore piena di storie si sentiva invincibile. 

E oggi vi posso dire che quella bambina è arrivata in cima al mondo, dove non avrebbe mai pensato di riuscire ad arrivare con la sola forza delle sue braccia. Ieri, dalla cima, si guardava in giro e finalmente non aveva più paura.
Aveva intorno tantissime persone a farle coraggio, aveva intorno tanti fiori, nelle orecchie tanti complimenti, ma quello che cercava erano gli occhi di qualcuno che capisse… E ha trovato anche quelli. Per non farsi mancare niente, poi, ha anche ricevuto una carezza inaspettata e silenziosa da un altro paio d'occhi sorridenti. 
Nonostante per lei l'Amore sia ancora un concetto confuso e spesso spaventoso, ieri quella bambina ha forse imparato che esiste in tante forme e che insegna a volare. 

Spazio autrice
Ciao ragazzi che fate ? Io nulla di particolare . Comunque se avete consigli , aiuti , favori i scrivere in ogni capitolo qualcosa che mi consigliate . Io avrei due idee . La prima e se mi seguite e mi scrivete nei commenti io ogni volta che scrivo un capitolo mi dovete scrivete qualcosa per farmi capire che volete che io metta il vostro nome nei miei capitoli . La seconda e di fare, ogni tot di stelline , commenti e visualizzazioni uno speciale ( che se volete potete consigli armi nei commenti ) . Al prossimo capitolo🙋😘😍😇😎

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