Capitolo 12.

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Erano passate due settimane da quella sera e Louis non era ancora riuscito a dimenticare quegli occhi brillanti che lo guardavano dispiaciuto mentre diceva quelle cose, l'immagine di un Harry triste e umiliato, per chissà quale motivo, non aveva ancora abbandonato la sua mente, era addirittura arrivato a sognarselo di notte.

La sua vita in quei giorni, nonostante ciò, sembrava essersi regolarizzata: andava ogni sera a lavorare con Stuart e il riccio non si era più degnato di chiamarlo.

La cosa, però, non faceva che tormentarlo, per due motivi.

Il meno preoccupante era che quella testolina riccioluta avrebbe potuto spifferare tutto in giro, anche se dall'ultimo incontro i suoi occhi non sembravano quelli di uno in grado di fare una cosa simile, perciò questo era davvero il meno.

Il peggio veniva quando Louis tornava in dormitorio dopo il lavoro, quando si sentiva sporco di gente che non fosse Harry, quando sentiva la mancanza del suo corpo sudato sotto il proprio.

Erano solo due settimane, eppure quello stronzo gli stava mancando, non poteva più nasconderlo anche a se stesso.

Dall'altra parte, Harry stava prendendo la situazione decisamente peggio: non aveva più voglia di uscire e andare a feste, Liam provava in ogni modo di tirarlo fuori dalla sua stanza, di fargli fare anche solo una fottutissima doccia, e Niall tentava invano di fargli mangiare qualcosa che non fosse stato il solito cibo spazzatura, ma era tutto inutile.

Inoltre, nessuno dei ragazzi era riuscito a capire che gli stesse succedendo. Lui si limitava a scuotere il capo, dicendo che si trattava di un semplice periodo in cui non aveva voglia di fare nulla, ma i motivi erano ben altri.

Le conversazioni miravano spesso in questo modo: "Usciamo, ti trovo qualcuno con cui divertirti tutta la serata e ti liberi dei pensieri!" Proponeva Liam, ma tutto ciò che riceveva in risposta erano lamenti confusi che stavano per una negazione, e la cosa era davvero strana.

Dopo quella sera, infatti, Harry sentì qualcosa rompersi dentro di lui, solo non capiva che cosa.

Il liscio era stato decisamente duro, eppure non avrebbe dovuto importargli: Louis era sesso, nient'altro.

Ma Harry sentiva qualcosa che non aveva mai sentito prima, aveva addirittura evitato di uscire con altri ragazzi dalle prime volte in cui si vide con Louis, e ora che non aveva trovato il coraggio di chiamarlo per due settimane, era rimasto completamente solo e senza sesso, cosa praticamente mai successa prima di quel momento.

Non che per lui esistesse solo quello, certo, ma ormai era diventata un'abitudine, non un vizio, ma si era abituato ad uscire con gente diversa ogni fine settimana, finché non conobbe Louis.

Una cosa era certa: Harry stava decisamente cadendo nel ridicolo. La cosa era nata come un patto secondo il quale Louis avrebbe dovuto semplicemente fargli favori sessuali, ma Harry iniziava a volere di più.

Harry non era così, si era semplicemente fatto trasportare dall'eccitazione, fin troppo. Ripensando a ciò che aveva fatto si sentiva addirittura in colpa, solo che sapeva che l'unico modo per rivedere o sentire Louis era quello: chiedergli del sesso.

Perché davvero, Harry cominciava a non sopportare quelle giornate in cui non toccava più il meraviglioso corpo di Louis.

WHY DON'T YOU KISS ME? - LARRY STYLINSONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora