60. Lettera misteriosa

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"E ho capito che la distanza non mi spaventa, perché il vero danno è la lontananza. Due persone distanti si raggiungono con il cuore, ma due persone lontane, si sono già perse da tempo."

Esattamente come ogni lunedì mattina, il mio umore e la mia voglia di vivere scarseggiano.

Ieri sera sono sono tornati i nostri genitori, erano così abbronzati che sembravano irriconoscibili. Mia madre mi ha chiesto come avessi passato la settimana senza di lei, che dirle, per lei sono stati solamente sette giorni... Per me una vita. Questa settimana sembrava non passare mai, forse perché sono successe così tante cose o forse perché ho capito di provare qualcosa per Cameron. Le ho dovuto spiegare di Nash, ma non le ho detto il motivo. Abbiamo passato tutta la domenica sera a parlare di quello che abbiamo fatto, mia madre mi ha spiegato per filo e per segno ogni dettaglio del suo viaggio di nozze ed io, beh io non potevo che essere felice di vederla così innamorata. Era da tempo che non la vedevo sorridere in quel modo, perché sì, era strano quel sorriso... Era sincero.

Questa mattina ho la stessa voglia di vivere di Mercoledì Adams, quando mi sono svegliata ho indossato una tuta e, senza neanche truccarmi, sono uscita di casa. Sembro uno zombie lo so ma non è per questo che tutti gli studenti mi stanno fissando.

Percorro il corridoio velocemente mentre tengo lo sguardo fisso sulle mie Vans ormai rovinate, stanno ridendo di me, di ciò che è successo sabato e di tutta la mia vita in generale. Perché da quando sono qui a Miami sono diventata un vero e proprio fenomeno da baraccone.

"Buongiorno Allison!" Esclama Page con gioia mentre io mi fermo davanti al mio armadietto per prendere il necessario.

"Ciao Page" Sussurro.

"Ehm, sei vestita così per protesta o tutto il resto della tua roba è a lavare?" Domanda squadrandomi da capo a piedi.

"Che ho che non va?"

"Sei in tuta All, non sei mai venuta in tuta" Precisa guardandomi in modo strano. "Ora che ci penso, nessuno è mai venuto in tuta" Arriccia il naso.

"Fidati, cosa indossare è l'ultimo dei miei pensieri al momento" Sbuffo richiudendo il mio armadietto.

"Okay, quindi sei vestita così per protesta" Continua facendomi roteare gli occhi.

"Page, mi spieghi cosa c'è di male in una tuta?" Stringo i libri al petto mentre ci avviamo verso il suo armadietto.

Mi guarda per qualche secondo. "La tuta" Risponde subito dopo.

"Che c'è che non va?" Aggiunge.

"Tutto! Niente sta andando per il verso giusto" Mi lamento.

"Se ti stai riferendo a ciò che è successo lo scorso sabato, non far caso a quella vipera, troveremo il modo di fargliela pagare" 

"Non riguarda solo quello. Io, io non so da dove cominciare" Dico mentre Page si ferma di fronte al suo armadietto. "Tutto questo è così complicato"

"Immagino tu stia parlando di Cameron" Sorride Page mentre scuote la testa.

"Sono così stupida secondo te?" 

"Perché dovrei definirti stupida? Stai solo seguendo i tuoi sentimenti" Afferra i vari libri.

"Sì ma-"

Mai per caso nulla accadeNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ