80. Fraintendimenti

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Parlare con Richard è stato a dir poco snervante, per prima cosa perché per tutta la notte ho cercato un discorso che potesse star in piedi senza farmi sembrare una pazza e poi perché quando si mette un'idea in testa è veramente difficile toglierlela.
Sono le dieci di mattina ed io è da ben due ore che sono sveglia, una delle quali ho passato a discutere con lui.

Mi ha detto che vuole uscire allo scoperto, che vuole parlare a mia madre per sistemare le cose e per potersi lasciare una volta per tutte il passato alle spalle, ma io non posso lasciarglielo fare perché ancora non mi fido di lui e perché sono sicura che mia madre ci rimarrebbe malissimo.
È stata dura per lei, ma ha avuto comunque la forza e la determinazione di intraprendere una vita autoritaria senza farmi mancare niente, anche se le poche disponibilità economiche non ci permettevano di far grandi cose, mi ha cresciuta, mi ha insegnato tantissime cose e mi ha reso la persona che sono oggi, devo tutto a lei.

Fortunatamente mio padre, dopo le mie incessanti sfuriate, ha deciso di non dirle niente, dice che questo lo fa solamente per me, e anche se non ho fiducia in lui, gli credo.

In questo momento sto camminando lungo il marciapiede costeggiato da una serie di villette e qualche bar, in fondo alla strada c'è casa mia ed io non vedo l'ora di arrivarci solamente per gettarmi sul divano e dormire, dato che ieri sono tornata tardi dalla festa.

Mi nascondo sotto il piumino e il cappello di lana perché ha iniziato ad alzarsi il vento, adoro camminare in questo periodo dell'anno perché ogni abitazione, ogni negozio, ogni edificio è cosparso di decorazioni natalize e un'infinità di lucine colorate che rendono l'atmosfera natalizia ancora più magica. Capendo che a Natale manca una settimana inizio a pensare a quali regali possa fare, sono una frana nello sceglierli.

Sto elencando mentalmente tutte le cose che hanno già i miei amici, John e mia madre nella speranza di trovare qualcosa di utile da regalare. Sono così impegnata a trovare i regali perfetti che neanche mi accorgo di un auto alla mia destra, sta rallentando evidentemente per restare al mio passo.

Quando mi volto alzo gli occhi al cielo.

Jeep nera.

Cameron.

"Che ci fai sveglia a quest'ora?" Chiede   abbassando il finestrino.

"Potrei farti la stessa domanda" Sbuffo.

Alza le spalle scalando marcia per non far spegnere l'auto, dato che sta andando a passo d'uomo.

"Mh, facevo un giro"

"Qui?" Chiedo sorpresa indicando le poche case che ci sono.

"Mi piace particolarmente questa zona" Sorride in modo sarcastico.

"Hai già un accompagnatore per il ballo?" Chiede.

Mi volto verso di lui trovandolo con lo sguardo puntato sulla strada.

"Che ballo?"

"Quello di Natale, sabato prossimo"

"Ah, no... Non credo di andare" Sbuffo.

Lo sento ridere.

"Beh, se lei, signorina Ross, decidesse di mettere da parte l'orgoglio, potrei anche offrirmi come suo cavaliere" Scherza Cameron facendo una strana voce.

"Non verrò al ballo con te Cameron" Rispondo fredda.

"Oh andiam-"

"Forse non hai capito!" Mi blocco sul lato del marciapiede.

Anche lui si ferma, fregandosene di essere in mezzo ad una strada.

"Io non sto scherzando, non è un gioco. Non voglio più aver niente a che fare con te" Sbotto.

Mai per caso nulla accadeМесто, где живут истории. Откройте их для себя