Capitolo 3

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Mi alzo e guardo l'ora, sono circa le 11 di mattina. Wow, dovevo essere molto stanca se ieri mi sono addormenta alle 7 di sera e mi sono alzata solamente ora. Probabilmente sarà per via del sonno arretrato in queste ultime settimane, dal momento che i professori ci avevano letteralmente caricato tra verifiche e interrogazioni di ogni tipo. Più che altro mi sembra molto strano che mia mamma non mi abbia svegliato verso le 10, lei è molto mattiniera e ritiene più che sufficienti 8 ore per dormire. Forse ha pensato che sarebbe stato più che opportuno farmi riposare ancora un po', almeno per oggi che è il primo giorno delle vacanze estive. Non posso ancora crederci che per tre interi mesi mi potrò riposare e dedicarmi completamente alle mie passioni. Questa si che è vita!

Inoltre sono molto elettrizzata, perché tra una settimana io e miei genitori partiremo per Barcellona. Lì ci sono un sacco di musei ed edifici da visitare, in particolare si tratta della città progettata dall'architetto Antonio Gaudì in persona. Uno dei massimi esponenti spagnoli dell'impressionismo. Finalmente potrò ammirare con i miei occhi il magnifico edificio della Sagrada Familìa, che è sostanzialmente una chiesa. Anche mio padre è molto contento, perché potrà vedere la famosissima corrida spagnola. Io mi rifiuto completamente di andare ad assistere ad uno spettacolo del genere, perché non è giusto che quei poveri tori vengano sfruttati solamente per far divertire gli esseri umani. Detto questo, anche se ci tengo moltissimo agli animali, vorrei sottolineare il fatto che non sono vegetariana. Certo con questo non vuol dire che mangio carne tutti i giorni, bisogna seguire una dieta sana ed equilibrata, come dice sempre mia mamma.

Scendo le scale e arrivo al piano terreno, ma le luci sono tutte spente. Inizio a farmi prendere dall'ansia, com'è possibile che mia mamma non si sia ancora alzata? Di mio padre non mi preoccupo più di tanto, perché lui è il classico dormiglione e se potesse andrebbe in letargo come gli orsi. Forse mia mamma sta semplicemente dormendo ancora, probabilmente ieri sera saranno tornati tardi dalla cena di lavoro e quindi saranno molto stanchi. Ad ogni modo sono le undici di mattina e mi sembra proprio arrivato il momento di svegliarli.

Mi reco nella camera da letto dei miei genitori, accendo la luce, apro la porta e contemporaneamente urlo :"Svegliaaaaa!! Dormiglioni è ora di alzarsi!!!". Ma con mio grande stupore noto che non c'è nessuno in camera e che il letto è in perfetto ordine. Comincio ad agitarmi, mi viene da pensare che i miei non siano tornati a casa ieri sera. Devo cercare di calmarmi, ma la verità è che non ci riesco proprio. Spero solo che non sia successo niente di grave, magari hanno passato la notte in hotel, anche se avrebbero dovuto avvisarmi. Giusto, devo controllare il telefono.

Corro il più velocemente possibile verso camera mia, anche se per me è uno sforzo incredibile, dato che odio profondamente ogni tipo di attività fisica, e finalmente recupero il mio cellulare. Eppure non ci sono messaggi: com'è possibile? Provo a chiamarli, ma entrambi non rispondono. La mia agitazione iniziale si trasforma in vero e proprio panico, non ho la minima idea di quello che posso fare. A chi posso chiedere aiuto? Io non ho né amici né parenti. L'unica mia alternativa è quella di aspettare che mi richiamino o che tornino a casa. E soprattutto sperare che non gli sia accaduto nulla.

Ormai si è fatto mezzogiorno, ma dei miei ancora nessuna notizia. In preda all'ansia più totale sto continuando a fare avanti e indietro per tutta la casa, ma nemmeno questo sembra calmarmi. Finché ad un certo punto sento suonare il campanello e finalmente posso tirare un sospiro di sollievo, perché potrò di nuovo vederli ed abbracciarli. Però allo stesso tempo li sgriderò : non dovranno mai più farmi stare così in pensiero, mai più!

Apro la porta, ma ,invece di trovare i miei genitori, vedo un poliziotto dall'aria triste e afflitta.

" Ciao ,tu ti chiami Juliet Rose?" mi chiede gentilmente.

"Si, perché ?" chiedo con un filo di voce, ormai sono psicologicamente distrutta. Ho paura che possa essere successo qualcosa di grave ai miei genitori e non ho assolutamente voglia di parlare con l'agente di polizia. In questo momento ho proprio altri pensieri per la testa...

"Ecco, vedi non so come spiegartelo, ma i tuoi genitori ..." sta dicendo, ma viene fermato dalle mie urla : " DOVE SONO I MIEI GENITORI??!! E' DA IERI SERA CHE NON LI VEDO!! TI PREGO, DIMMI CHE STANNO BENE!!! TI PREGO!!!". Ma il poliziotto non mi risponde immediatamente, come stesse cercando le parole giuste da dirmi; questo sicuramente non è un buon segno.

" I tuoi genitori sono entrambi morti ieri sera in un incidente stradale..." mi sta dicendo, ma ormai non lo sto più ascoltando da quando ha proferito la parola "morti". Mi accascio per terra, inizio a piangere e ad urlare, come se servisse in qualche modo a portarli in vita .Dentro di me il dolore si fa strada nel mio cuore, che viene distrutto in tanti piccoli frammenti. Loro, i miei genitori, l'unica luce che illuminava la mia vita si è spenta, lasciandomi al buio e completamente sola. Non ho più i miei genitori, non ho amici, non ho parenti o nonni : non ho nessuno. Stringo forte  il ciondolo a forma di nota musicale, che solo ieri mi aveva regalato mia mamma, e mi ricordo che almeno la musica non mi ha abbandonata a me stessa. Comincio a strapparmi i capelli viola e a graffiarmi le braccia con le mie unghie lunghe dallo smalto blu; sono completamente in preda alla disperazione più totale.

Il poliziotto cerca di calmarmi, ma io non lo voglio ascoltare in questo momento e quindi gli tiro un calcio, anche se con la mia forza non farei del male nemmeno ad una mosca. A questo punto si avvicina una donna, esattamente una poliziotta, che inizia ad abbracciarmi e io continuo a piangere sulle sue spalle, che in questo momento rappresentano per me l'unico conforto che ho. E così mi addormento tra le braccia di questa sconosciuta, continuando a piangere e annusando il suo profumo di vaniglia, che è identico a quello che era solita portare la mia mamma.

SPAZIO AUTRICE: Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, anche se è molto triste. :(

Volevo comunque ringraziare tutte le persone che stanno leggendo e commentando la mia storia.

Grazie a voi Believe in yourself è al 385° posto tra le migliori 1000 teenfiction in Italia e ho iniziato a scrivere questa storia solamente giovedì sera.

Se riesco pubblicherò il nuovo capitolo domani.

Grazie ancora :)

Believe in yourself // Nash Grier//Where stories live. Discover now