Capitolo 5

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- Lasciali perdere Angelica. Quando ti vedranno con una sella inglese la smetteranno -
Eravamo appena uscite dalle scuderie e per tutto il tragitto ogni persona che incontravamo lanciava delle occhiatacce ad Angelica e a Furia. Nessuno era abituato a vedere gente che montava all'americana e il disprezzo per quella disciplina era abbastanza frequente.
Avevamo incontrato le nuove frequentatrici del maneggio ai pascoli pubblici e insieme eravamo tornate nel cortile del centro ippico.
Angelica sembrava essere un po' a disagio e per questo Arianna cercava di rassicurarla di tanto in tanto.
Le facemmo fare il giro di tutta la scuderia, i paddock, i campi esterni, i tondini di addestramento ed infine le facemmo conoscere qualche persona.
- Quando farai la tua prima lezione ? - Simone sembrava molto interessato ad Angelica che arrossiva ad ogni domanda che le porgeva il ragazzo.
- Martedì pomeriggio -
- Bene... se non ti dispiace verrò a vederti. Sono curioso di vedere come ti troverai a cambiare modo di montare - Simone era rosso come un peperone e aveva lo sguardo fisso sui suoi stivali da equitazione.
Guardai Arianna e ci scambiammo uno sguardo divertito.
- Ci fai vedere come si fa reining ? - Gli occhi di Simone si alzarono su quelli di Angelica che si illuminò montando subito in sella a Furia.
- Ma certo. In questo campo qui?- chiese indicando il campo all'aperto dove di solito facevamo lezione.
- Sì, tanto è libero - risposi.
Angelica spronò Furia e dopo un paio di giri al galoppo eseguì un roll back a destra per poi fare un altro giro al galoppo. Dopo aver guidato la cavalla al centro del campo, eseguì quattro spin verso sinistra e quattro verso destra. Completò un cerchio stretto e preciso al trotto passando poi nuovamente al galoppo eseguendo un altro cerchio più ampio del primo e senza chiuderlo. Concluse la dimostrazione con un bellissimo e perfetto sliding stop al centro del campo.
Simone batté le mani seguito a ruota da me e Arianna.
- Sei bravissima Angelica - si complimentò Arianna.
- Si vede che tu e Furia vi capite alla perfezione - commentai accarezzando la cavalla.
- Grazie - rispose a entrambe con gli occhi scintillanti.
- Voglio proprio vederti martedì. Se diventi brava nel salto ostacoli la metà di quello che sei nel reining, vincerai un sacco di gare! - disse Simone sorridendo.
- Non esageriamo adesso - rispose Angelica cominciando a ridere.
- Adesso però devo tornare a casa. Ho da studiare storia dell'arte - con una smorfia Angelica montò in sella salutando Simone.
- Ti accompagniamo - proposi guardando Arianna che annuì in silenzio.
Ci avviamo al passo verso casa di Angelica chiacchierando di continuo.
Quando arrivammo nel cortile di casa sua, Angelica ci invitò ad entrare. Legammo i cavalli alla staccionata di un paddock con il cancello aperto che, a quanto ci spiegò Angelica, era il recinto fisso dove alloggiavano le pecore di Valentina. Alzai gli occhi al cielo a sentir pronunciare il suo nome.
Dopo aver bevuto un po' di succo di mela fatto in casa, Angelica ci guidò nella sua stanza al piano superiore. Abitava in una casa davvero grande.
- Wow, hai vinto tutti questi trofei ? - non potei fare a meno di chiederle osservando i trofei riposti su un lungo scaffale.
- È tutto merito di Furia, io non c'entro niente - disse alzando le mani in alto.
Rimanemmo a chiacchierare sedute sul letto.
- Angelica dovrei andare in bagno - dissi ad un certo punto.
- La porta in fondo al corridoio - rispose sorridendo.
La ringraziai e uscii dalla stanza chiudendomi la porta alla spalle.
Quando arrivai in fondo al corridoio, mi accorsi che c'erano due porte; una su entrambi i lati. Esitai un momento prima di aprire la porta a sinistra. Non era il bagno ma qualcosa all'interno attirò la mia attenzione. Entrai e richiusi la porta. Dentro non c'era nessuno e regnava il silenzio. La camera era inondata dai raggi caldi del sole. A destra, in maniera parallela alla finestra, c'era un letto a una piazza e mezza spinto contro il muro. Vicino al serramento c'era una scrivania e degli scaffali appesi sul muro, pieni di romanzi ed enciclopedie sull'agricoltura e l'allevamento. A pochi centimetri di distanza dalla scrivania torreggiava un magnifico pianoforte verticale nero perfettamente pulito. Era aperto e sul leggio c'erano diversi fogli e qualche libro chiuso. Lessi il titolo dello spartito aperto sopra tutti gli altri: Notturno Op. 9 n. 2 di Chopin.
Dall'altra parte della stanza c'era un armadio abbastanza grande ma che lasciava liberi due tratti di parete. Uno era tappezzato di poster e foto di moto cross, trial e soprattutto vespe. Fu in quel momento che mi resi conto di essere entrata nella camera di Valentina. Sghignazzai tra di me osservando con disprezzo la foto ingrandita e incorniciata della sua vespa rossa.
La seconda parte di parete vicino all'armadio era in ombra. Non era molto grande perché poi c'era l'altro muro della stanza. Mi avvicinai curiosa ma sapendo che l'avrei trovata spoglia.
Rimasi di stucco nel trovare foto di Valentina a cavallo. Sul fianco dell'armadio era attaccato un attaccapanni dove erano appese alcune grucce che sostenevano paia di jeans e camicie a quadri. Sopra a tutto c'era un cappello da cowboy come quello che indossava Angelica. Solo in un secondo momento notai che da sotto il cappello sporgeva quello che sembrava essere una cavezza e una longhina. Esaminai la cavezza nera. C'era una targhetta di metallo con inciso il nome della cavalla di cui ci aveva parlato Angelica la prima volta che l'avevamo incontrata: Lolly.
Rimisi al suo posto la cavezza cominciando a guardare le foto appese in modo disordinato su quella porzione di muro: ce n'erano diverse di Valentina e Lolly impegnate ad aggirare barili, di Valentina sul podio o in sella alla cavalla intanto che sorreggeva un trofeo, di Lolly nel paddock. Mi colpì molto una foto che ritraeva Valentina con addosso dei pantaloncini corti e una t-shirt nera, scalza che montava la cavalla saura lanciata al galoppo senza né sella né briglie. Si vedeva che vivevano l'una per l'altra e il legame tra loro era molto forte. Sorrisi senza accorgermene.
In quel momento i passi di qualcuno che si stava dirigendo verso la stanza mi scossero dai miei pensieri e senza pensarci mi nascosi sotto il letto, tremando.
Nello scattare indietro avevo urtato gli stivali da cowboy appoggiati per terra; sperai che nessuno entrasse in quella camera.
La porta si aprì ed entro Valentina. Dovevo stare calma. Presto sarebbe uscita senza accorgersi di me ed io sarei tornata dalle mie amiche.
Chiuse la porta dietro di sé e appese la borsa tracolla che aveva su una spalla sullo schienale della sedia accanto alla scrivania. Si sedette sul letto. Trattenni il fiato cercando di occupare meno spazio possibile. Cominciò a squillare un telefono. Si alzò dal letto e dopo aver frugato nelle tasche della sua giacca rispose in tono piatto.
- Dimmi tutto - dopo un attimo di silenzio che a me sembrò non finire mai, si affacciò alla finestra e salutò qualcuno. Chiuse la comunicazione e uscì dalla stanza. Sospirai di sollievo e uscii dal mio nascondiglio spolverandomi i pantaloni con le mani. Raddrizzai gli stivali caduti e mi diressi verso la porta. Sentii la voce di Valentina che invitava qualcuno ad entrare nella sua stanza. Mi precipitai nuovamente sotto il letto con il cuore che batteva a mille.
Appena in tempo. Entrò un ragazzo alto, con i capelli neri che teneva in mano due scatole di cartone. Dietro di lui entrò Valentina che richiuse la porta.
- Guarda qua cosa ti ho portato Vale - disse sedendosi sulla sedia e aprendo la scatola più piccola e fina. Ne estrasse alcune targhette in plastica di uguali dimensioni.
- Non ci credo Leo, mi hai portato le targhette che avevo perso? - anche Valentina si sedette vicino alla scrivania, spostando lo sgabello del pianoforte.
- Devono esserci sulla tua vespa! Danno un tocco di eleganza in più - aggiunse il ragazzo strizzandole l'occhio - e poi sapere il modello di una vespa è una cosa importante -
- L'importante è che lo conosca io! - rise Valentina esaminando le targhette e scegliendone due con la scritta Pk 50 xl.
- Mi viene da ridere ogni volta che leggo "50". La tua vespa fa i 90 km/h come ridere... che motore hai messo dopo aver allungato i rapporti che non ricordo? - quel ragazzo continuava a guardare Valentina con gli occhi che brillavano; lo capii subito che lei gli piaceva.
- 90 cc, motore dr -
- Non male, ma potresti anche mettere un 100 cc -
Non ne potevo più di sentirli parlare di quelle cose inutili ed ero stufa di stare sotto il letto. Spostai leggermente la gamba urtando qualcosa di duro ma leggero che si scontrò contro il muro provocando un lieve rumore sordo.
- No mi basta quello che... hai sentito anche tu? -
Sperai con tutta me stessa che non venissero a guardare sotto il letto. Valentina si affacciò alla finestra mentre il ragazzo si avvicinava al letto mettendosi in ginocchio. Chiusi gli occhi cominciando a pensare a cosa inventarmi come scusa.
Improvvisamente qualcuno bussò alla porta della camera e il ragazzo si alzò subito, allontanandosi dal letto.
- Ah, ciao mamma. - disse Valentina in modo brusco.
- Valentina c'è Alex che vi aspetta in cortile. È oggi che andate a vedere la partita? - sua madre incrociò le braccia e sorrise a Leonardo.
- Sì, ma tra massimo due ore sono a casa -
- Sarà meglio. A dopo allora e vai piano con quella vespa - la donna sparì dalla stanza e Valentina andò in bagno a cambiarsi.
In cinque minuti era pronta e dopo aver preso il casco fece cenno al suo amico di uscire.
- Non mi suoni niente oggi? - Leonardo si avvicinò al pianoforte.
- No, se no arriviamo in ritardo; la prossima volta se ci tieni così tanto - la vidi sorridere tra se.
- Ma questo pezzo è nuovo... Chopin... dai per favore Vale suonamelo - Leonardo fece finta di piangere e andò a fare il solletico alla ragazza che acconsentì.
- Però solo questo brano -
Si sedette e cominciò a suonare. Era così brava. Sembrava che le sue mani si fossero trasformate. Da grandi e callose che erano, sulla tastiera danzavano leggere e veloci o pesanti e lente a comando dello spartito. Rimasi incantata ad ascoltare Valentina suonare. Lei sembrava non essere presente, come se fosse in un altro mondo dove non esisteva altro se non lei e il pianoforte. Quando il brano finì Leonardo applaudì e andò ad abbracciare la ragazza.
- Starei qua ore a vederti suonare, Vale - commentò.
- Ci credo... se poi ti addormenti stai qua altro che ore - rispose arrossendo Valentina.
- Dai andiamo. Ma di chi sono quei cavalli ? Tua sorella non monta all'americana? -
- Sono di due sue amiche che frequentano il maneggio. Anche Angelica è iscritta e comincia martedì con la prima lezione. Vuole fare salto a ostacoli con Furia. -
Leonardo scosse la testa raggiungendo la porta.
- Peccato che non ci siano ranch nei dintorni. Furia è nata per il reining e non per la monta inglese... quella è per i cittadini - il ragazzo parlava con disprezzo.
- No è solo diversa. Magari saltare è divertente -
- Credimi, tu non sei fatta per quella roba - disse il ragazzo fissandola negli occhi con un'espressione seria.
- Tu è il Barrel che devi fare Vale. Mi ricordo quando eri brava. -
- Non posso farlo da sola, genio che sei! -
- Devi passare sopra a ciò che è successo. Devi andare avanti cominciando a comprarti un altro cavallo - si avvicinò a lei.
- NO - Valentina aprì la porta di scatto - io non monto più!! -
- È passato un anno dall'incidente. Non puoi farti condizionare così. Nella vita si deve sempre andare avanti. - Leonardo la seguì.
- Vedrai che ti faranno cavalcare durante lo stage. Non è un caso che ti mandino in un maneggio. Vale è destino che tu riprenda -
- Ma smettila di dire cazzate e muoviti - detto questo sparì di corsa e dopo poco sentii il motore della vespa accendersi, seguito da quello di altre due moto.
Uscii finalmente dal mio nascondiglio e mi affrettai a raggiungere le mie amiche.
- Ma dove sei sparita? Ti abbiamo cercato ovunque - Arianna sembrava quasi preoccupata.
- Ehm lo so è che stavo uscendo dal bagno quando ho sentito la voce di tua sorella e non avevo nessuna voglia di incontrarla quindi mi sono chiusa dentro e la porta poi non si apriva più - era la cosa più idiota che avessi mai detto ma non mi era venuto in mente altro.
- Vabbe, ma adesso dovete andare - disse Angelica ridacchiando.
- Grazie mille per essere venute... e ci vediamo martedì - ci salutò con gli occhi che brillavano.
Dopo essere uscire e aver slegato i cavalli, montammo in sella e ci avviammo al trotto verso il maneggio.
- Raccontami dove sei stata veramente Ludovica - Arianna si affiancò a Lulabell con un'espressione seria.
- Ho sbagliato stanza. In fondo al corridoio c'erano due porte. Ne ho aperta una e sono finita in una camera. - cominciai a spiegare.
Arianna fece rallentare Blazy al passo. Feci lo stesso con Lulabell.
- Che tipo di camera per rimanerci chiusa così a lungo? -
- La camera di Valentina -

#Spazioautrice

Perdonatemi se questo capitolo è lungo eterno ma quando ho cominciato a scrivere non mi sono più resa conto del tempo.... ooops ;-]

Fatemi sapere cosa pensate della mia storia... se vi piace o no...

Spero non sia noiosa :-}

Comunque grazie infinite a tutti coloro che la leggerannooo

A prestoo :-)

Stallone NeroWhere stories live. Discover now