Capitolo 28

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Ormai agosto era alle porte. Da due mesi avevo finito lo stage e lavoravo al maneggio, oltre a continuare le lezioni di salto ostacoli con Beauty, in segreto.
Ma quel pomeriggio Francesco aveva insistito per farmi saltare nel campo coperto. Non voleva sentire ragioni per cambiare idea e quindi mi trovai in sella a Beauty al centro del campo. Il mio stallone era piuttosto agitato perché in uno spazio chiuso non avevamo mai lavorato. Sapevo che si sentiva in trappola.
- Per oggi abbasso un po' gli ostacoli - disse Francesco osservando il mio cavallo che spostava il peso da una zampa all'altra.
Avevamo raggiunto i 95 cm di altezza del salto e dovevo ammettere che era molto divertente saltare.
Spronai Beauty al trotto lungo il perimetro del campo. Continuava a scartare e a scrollare la testa.
- Accorcia un po' le redini -
Per quanto mi sforzassi non riuscivo ad abituarmi a tenere le redini corte, avendo imparato a cavalcare a redini sciolte.
Passammo al galoppo e provammo una barriera incrociata e successivamente un verticale; quest'ultimo era basso rispetto al solito ma Beauty urtò il palo con gli zoccoli facendolo cadere. Nitrì spaventato non appena toccammo terra. Lo feci trottare in circolo per qualche secondo.
- Se non stai tranquilla tu, non sta tranquillo lui - Francesco mi guardò sorridendo e alzando un sopracciglio.
Solo in quel momento mi resi conto che mi tremavamo le mani. Presi tra le dita un ciuffo della criniera di Beauty.
- Riprova quando vuoi e ricorda, se lo senti esitare vicino all'ostacolo spronalo con il calcagno... e fregatene se qualcuno ti osserva -
Con la coda dell'occhio vidi Alice con un ragazzo e Marica appoggiate ad un box che mi osservavano e bisbigliavano.
Ricondussi Beauty davanti agli ostacoli e questa volta andò meglio.
Francesco alzò il verticale e mi ordinò di provare anche l'oxer a scalare, in fondo al campo.
- Non stringere troppo le ginocchia - disse poi. Annuii in risposta e poi provai il piccolo percorso.
Quando arrivammo al verticale, Beauty lo urtò di nuovo e il palo cadde. Lo stallone scartò e alzò la testa. D'istinto lo spronai dato che ormai eravamo davanti all'oxer. Il salto non venne perfetto ma Beauty volò dall'altra parte dell'oxer saltando molto più in alto del dovuto.
Mi avvicinai a Francesco dopo la sgoppata del mio cavallo.
- Non è andato malissimo... se solo stesse più calmo... - disse lo stalliere.
- Secondo te nel campo all'aperto andrebbe meglio? - gli chiesi, pensierosa.
- Dipende da te, a dir la verità... lui avverte il pericolo anche atttaverso di te, Valentina. Se non ti calmi tu lui non sarà mai tranquillo -
Alzai gli occhi al cielo.
- Lo so -
Il fatto era che non sopportavo di cavalcare in pubblico; mi ero ripromessa di cancellare i cavalli dalla mia vita e di non montare nessun cavallo dopo che Lolly era morta. Odiavo gli sguardi che mi lanciava la gente, i commenti sulla mia scelta di provare a cambiare disciplina, su Beauty, su come cavalcavo... mi mettevano in ansia.
- Facciamo così... giralo alla corda per mezz'oretta, venti minuti. Il tempo che vi serve per rilassarvi un attimo - mi fece l'occhiolino e molto lentamente si avvicinò al fianco di Beauty. Per la prima volta in tutti quei mesi, Francesco accarezzò il mio stallone senza rischiare di essere morso.
Smontai di sella e alzai le staffe.
Beauty stofinò la fronte sulla mia spalla, come per cercare conforto.
Per i seguenti venti minuti lavorammo con la longhina e quando riprovammo ad eseguire l'esercizio, Beauty saltò in modo impeccabile essendo più tranquillo e sentendosi a suo agio.
Quando la lezione finì, dissellai Beauty e mi avviai verso i box doccia. Fuori il sole splendeva e faceva molto caldo.
- Sei un mostro nel salto a ostacoli! Nessuno è più bravo di voi due nel buttare giù i pali - la voce di Alice mi giunse da dietro. Non mi voltai nemmeno, continuando a bagnare lo stallone. Quando finii, lo slegai e lo portai nel paddock, togliendogli anche la cavezza. Beauty mi spinse il muso addosso e nitrì piano. Rimasi ad accarezzarlo per un po', dopodiché mi avviai nella selleria a pulire finimenti. Lì incontrai Enrico che con fare stizzito strofinava la briglia di Joey.
- Ehila, nervosetto oggi? - ridacchiai e dopo aver preso dalle rastrelliere la sella di Dancer, uno dei cavalli da scuola del maneggio, mi sedetti vicino a lui. In quei due mesi eravamo diventati molto amici e passavamo moltissimo tempo insieme. Era l'unica persona di cui mi fidavo ciecamente, oltre a Francesco ovviamente.
- È dir poco "nervosetto"!! - sbuffò e mi guardò con gli occhi rossi di rabbia.
- Che c'è che non va? - chiesi diventando seria.
- Oggi litigo con tutti... -
Lo guardai, sapendo bene che avrebbe continuato a parlare senza bisogno delle mie domande. Cominciai a strofinare la sella.
- Ho litigato con i miei genitori sta mattina... e un attimo fa con Stefano - era dispiaciuto, lo capivo dal tono con cui parlava.
- Con Stefano? Perché? -
Lo vidi esitare sulla risposta da darmi.
- Perché lui non vuole che io ti parlo e mi ha detto che se... vabbè lascia stare - si prese la testa tra le mani.
Non sapevo cosa dire, ero quasi sconvolta.
- Che motivo ha di dire così? Non mi pare di aver fatto dei torti a nessuno -
Enrico rimase in silenzio ma sembrava sul punto di scoppiare in lacrime.
Dopo poi minuti lo vidi alzarsi dallo sgabello e correre fuori dalla selleria.
Tratteni l'impulso di seguirlo. Magari voleva stare da solo, ma la tristezza si impossessò di me e dopo aver finito con la sella di Dancer andai a governare Star.

#Spazioautrice

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Grazie mille di aver letto!!!

A prestoo :-)

Stallone NeroWhere stories live. Discover now