Capitolo 9

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Non avevo avuto il coraggio di dire ad Arianna che Stefano era venuto a chiedermi informazioni su Valentina. Era passato il week-end e quel lunedì a scuola sembrava non finire mai.
Domenica purtroppo non avevo potuto andare al maneggio e quindi non avevo più visto Marco. Mi mancava così tanto.
Alla fine delle lezioni, mi precipitai a casa. Dopo aver mangiato e fatto i compiti, mi preparai per la lezione del pomeriggio e proprio quando stavo per aprire la porta di casa, mi trovai davanti Marco. Gli saltai addosso abbracciandolo.
- Ciao piccola mia, come va? -
- Benone! Mi sei mancato! -
Mi diede un bacio a stampo sulle labbra e ci incamminammo verso il maneggio.
Quando entrammo nel cortile mi fermai un momento appena fuori dalla scuderia.
- Cos'è questo baccano? - chiesi a Marco.
- Manuel ha comprato un nuovo cavallo da domare. Ha raccontato che prima di arrivare qui ha avuto altri sei proprietari. È uno stallone di soli quattro anni, razza Irish Sport Horse. Un bel cavallo per conto mio. -
- Cos'ha che non va per aver avuto così tanti proprietari? -
- È indomabile. Nessuno sa il perché ma odia gli umani. Comunque... meglio che ci prepariamo -
Insieme prendemmo l'attrezzatura dalla selleria e preparammo Lulabell e Storm.
- Ragazzi oggi facciamo lezione nel campo coperto, così stiamo un po' tranquilli - Manuel si passò una mano tra i capelli e si diresse al centro del campo.
Simone e Arianna stavano già riscaldando i cavalli quando io e Marco montammo in sella. Solo in quel momento mi accorsi che anche Stefano stava trottando dietro a Simone. Lanciai un'occhiata alla mia migliore amica che mi sorrise arrossendo.
L'esercizio che ci aveva preparato Manuel sembrava molto semplice: consisteva nel fare un giro del campo al galoppo, superare una griglia di pali al trotto ed infine saltare un paio di verticali e una barriera incrociata. A un passo di distanza da ogni ostacolo, il nostro istruttore aveva sistemato sul terreno un palo.
- A cosa serve? - chiese Simone indicandolo.
- Serve per aiutare i cavalli a trovare il giusto ritmo. Comincia tu Simone. - dopo di lui Manuel fece eseguire l'intero esercizio a tutti noi. Inutile dire che Stefano e Fiamma erano i migliori ed eseguirono l'esercizio in maniera impeccabile.
Lulabell fece cadere entrambi i verticali e alla fine del piccolo percorso sgoppò, cosa che non aveva mai fatto. Per fortuna riuscii a rimanere in sella.
- Lulabell ma che hai oggi ? - le accarezzai il collo.
- Portala a pascolare un po' dopo. Credo che quel cavallo stia mettendo in agitazione molti altri cavalli della scuderia. - Manuel ci salutò e ci fece uscire dal campo visto che in programma ci sarrbbe stata un'altra lezione.
- Ti va di fare un passeggiata ? -
- Sì ma non troppo lunga - sorrisi a Marco.
Ci incamminammo lungo il solito sentiero per i pascoli comunali e man mano che ci allontanavamo dal maneggio, Lulabell diventava sempre più tranquilla.
- È una cavalla sensibile - commentò il mio ragazzo.
- Già... spero che domino presto quel cavallo. -
- Non sarà facile penso che lo vedremo chiuso in quel tondino con addosso quattro longhine ancora per un bel po di giorni -
Eravamo arrivati all'inizio dei primi prati quando sentimmo un forte fischio seguito da abbai di diversi cani.
- Cosa succede? - chiesi fermando Lulabell.
- Non lo so - Marco spronò Storm al trotto. Lo seguii con indecisione.
Appena svoltammo verso i prati più a nord, Lulabell si bloccò accanto a Storm. Marco non riusciva a staccare lo sguardo dalla scena che ci si era presentata davanti agli occhi. Io non riuscivo a parlare.
Un grande cane di razza rottweiler appaiava di continuo contro un grande asino bianco che per tutta risposta scalciava e sgroppava. Un uomo alto e grosso cercava di richiamare a sé quel cane e un altro sempre della stessa razza.
Solo in un secondo momento mi accorsi del gregge di pecore e di Valentina e il suo cane che le tenevano a fatica in un gruppo compatto. Rimasi sorpresa dalla complicità della ragazza e del cane; lavoravano in sintonia. Lei sapeva sempre dov'era l'animale e viceversa. Purtroppo, per quando bravi fossero nel controllare il gregge, quando uno dei rottweiler si fondò contro le pecore, il gruppo si dividse in due. Il cane di Valentina saltò addosso al rottweiler e di li a poco cominciarono a litigare. Valentina fischiò con le dita ma non in direzione del suo cane pastore. Il secondo rottweiler si precipitò su un gruppo di pecore che scapparono in ogni direzione creando il caos più totale.
- Si riprenda i suoi maledetti cani !!! - urlò Valentina all'uomo che stava a guardare la scena da una postazione e di caccia, su un albero.
Improvvisamente uno dei due cani agguanto un agnello e lo uccise scuotendo la testa. A quella vista Valentina semprava essere diventata pazza: impugnò il bastone da pastore e corse verso il cane, cominciando a picchiarlo a sangue. L'animale si spostò di una decina di metri e dopo pochi secondi cominciò a correre verso la ragazza. Lei rimase immobile con il bastone in mano. Quando pochi metri di distanza separavano Valentina e il cane, l'animale spiccò un salto. La ragazza arretrò un momento e senza pensarci due volte assestò un calcio terribile sul muso del cane, spaccandogli la mandibola. Si era però dimenticata dell'altro rottweiler che le morse il polpaccio della gamba destra. Valentina lanciò un urlo a cadde per terra mettendo inavvertitamente una mano sul collo squarciato di uno dei suoi agnelli. Mi accorsi che il cane della ragazza stava cercando di radunare le pecore rimaste da solo e zoppicante.
- Cosa hai fatto ai miei cani ?! - l'uomo scese dalla postazione e si diresse con fare minaccioso verso Valentina che intanto cercava di alzarsi.
Quando l'uomo le fu vicino, le tirò un pugno in un occhio. Nessuno si era accorto dei due enormi cani bianchi che correvano in direzione di Valentina. Uno saltò addosso all'uomo, azzannandolo e facendolo cadere per terra, mentre l'altro si unì al cane pastore e cominciò a condurre le pecore.
- Sitz Perla ! - il maremmano corse vicino a Valentina e permise all'uomo di alzarsi; aveva la giacca strappata e un braccio sanguinante.
- Come ti permetti di picchiare i miei cani in quella maniera? Dovrò soprimerlo questo - disse l'uomo indicando il rottweiler con la mascella distrutta.
Valentina si avvicinò a fatica verso di lui e gli puntò il dito contro, con gli occhi iniettati di sangue.
- Nessuno tocca le mie pecore! Nessuno si permette di uccidere i miei animali senza conseguenze!- l'uomo indietreggio sorpreso.
- I cani si tengono al guinzaglio se non obbediscono! Adesso lei e i suoi demoni sparite da qua !!-
- Come ti permetti tu che sei solo una ragazzina a parlare così a un adulto che riveste la mia carica? -
- Non me ne frega un cazzo di cosa è lei. So che ha sterminato il mio gregge avendo ancora il coraggio di picchiarmi e di sostenere di non avere colpe... lei mi fa schifo!!!! - Valentina concluse la conversazione sputando in faccia all'uomo che, senza pensarci alzò le mani su di lei cercando di prenderla. Purtroppo per lui il maremmano si mise tra lui e la sua padrona, ringhiando, prossimo all'attacco.
- Cosa.... cosa facciamo noi qua ? - mi tremava la voce.
Girandomi vidi Marco pallido come uni straccio. Non ottenni risposta. Posi attenzione di nuovo alla ragazza che aveva contanto i suoi animali e lodato i tre cani. La vidi prendere in braccio due agnelli e una pecora per legarli sul basto e nelle bisacce dell'asino bianco. Infine prese per la cavezza l'equino e con un fischio ordinò ai cani di condurre il gregge dietro di lei. Di li a pochi minuti sparì nel bosco e nei pascoli calò il silenzio.
- Andiamo Ludo - Marco mi prese la mano e ci avviammo al passo verso il maneggio.
Appena arrivati sistemai Lulabell e aspettai Marco nel parcheggio.
Osservai un momento quel cavallo nero che continuava a correre e sgroppare all'interno del tondino. Mi dava sui nervi tutta la sua agitazione.
- Eccomi piccola - Marco mi prese i fianchi e mi baciò. Non aspettavo altro da tutto il giorno. Ricambiai il bacio, abbracciandolo a mia volta.
- Domani cominciano a domarlo. Magari si calmerà un po' -
- Lo spero. A proposito di quello che abbiamo visto oggi... chi è quell'uomo? - Marco riflettè un momento sulla mia domanda.
- È un uomo che viene dalla città. È proprietario di una concessionaria che vende auto da corsa. Mio padre dice che ha la fama del bracconiere. Lo sa solo perché l'ha sentito dire da uno dei suoi colleghi che ha avuto brutte esperienze con quell'uomo- il papà di Marco era postino e conosceva molta gente. Se arrivava qualcuno di nuovo in paese lui lo scopriva subito.
- Ti accompagno a casa Ludo. -
- Ve bene grazie amore mio - gli diedi un bacio che lui ricambiò e poi ci avviammo verso casa.

#Spazioautrice

Eccomiii :-)
Scusatemi per eventuali errori di battitura:-)
Spero che vi piaccia anche questo tragico capitolo e grazie infinite per aver letto fino a questo punto :-) :-) :-)

A prestoo :-)


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