○Capitolo 22 - Benvenuta in famiglia, Larya.

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Capitolo 22 – Benvenuta in famiglia, Larya.
 
L’eco delle grida le riempiva le orecchie; erano insopportabili, urla strazianti, di sofferenza.
Il clangore delle spade e delle asce, il sibilo delle frecce che fendevano l’aria, la pioggia che le bagnava il viso.
Gli occhi di Fràin che si spegnevano e la stretta sulla sua mano che veniva meno.
 
“Ehi, tutto okay? Ti senti male?” La voce di Fili la destò dal suo sonno travagliato.
Annuì, mettendosi a sedere.
Si asciugò gli occhi con la manica della veste, non si era nemmeno resa conto che stava piangendo.
“Stavo solo sognando.” Cercò di sorridere al biondo, ma non ci riuscì proprio del tutto e lui l’abbracciò, baciandole la fronte.
“Larya, se non te la senti-”
“Io ci sarò. Era mio fratello, Fili. Glielo devo, è morto per salvare me.” Larya lo guardò negli occhi e gli sorrise, poi lo baciò. “Non preoccuparti. Un giorno staremo bene, tutti quanti.”
 
Il cielo era nuvoloso, un ottimo scenario per un funerale.
Il vento ululava dal bosco e portava la sua eco fino alla Montagna; la pira era stata disposta ai suoi piedi, e il corpo di Fràin vi era stato adagiato sopra. Le sue mani erano incrociate e in pugno teneva la sua spada.
Vi si erano radunati tutti intorno, con la testa alta e gli sguardi su di lui.
Quando arrivò Larya, la Compagnia le annuì e lei cercò di sorrider loro, ma riusciva solo a guardare suo fratello steso sulla tavola di legno privo di vita.
Le iniziò a tremare il labbro, ma cercò di trattenere le lacrime il più a lungo che poté.
Indossava degli abiti pesanti e sulle spalle aveva una mantella bianca, con il cappuccio calato sul capo. In mano, teneva una torcia la cui fiamma ballava al ritmo del vento.
Si fermò accanto al corpo di suo fratello e prese un bel respiro.
“Fràin, era un Nano coraggioso. Era leale e orgoglioso. Era un ottimo combattente e un tenace avversario. Ma... prima di tutto questo, Fràin era mio fratello. È grazie a lui se sono viva, gli devo tutto. Ed è per questo che ora lo libererò da questa forma terrena e renderò il suo spirito libero di varcare la soglia delle Sale dei nostri Antenati. Riposa in pace, fratello.”
Con le lacrime che le rigavano le guance, Larya diede alle fiamme l’esca e la pira funeraria prese fuoco.
La giovane strinse la mano di Fili e rimase a guardare il fuoco divorare ogni cosa, restituendo Fràin alle ceneri e rendendolo finalmente libero.
 
Quella sera, al rientro nell’accampamento, un Nano li stava aspettando.
Si diresse subito da Fili e Kili dopo che apprese della morte di Thorin e consegnò loro una pergamena sigillata con lo stampo reale.
Quando la aprirono, un sorriso si stampò sulle loro labbra: il popolo degli Ered Lûin si stava dirigendo verso Erebor dopo aver avuto da Röac la notizia della morte del Drago. Avrebbero rivisto la loro madre.
 
 

~ Due mesi dopo ~

 
 
“Ne sei sicuro, figliolo?” Balin guardò Fili con sguardo dubbioso.
“Più che sicuro. Non voglio fare nulla al riguardo prima dell’arrivo di mia madre.” Rispose il biondo.
Dwalin sospirò e fece un passo avanti: “Allora che si fa? Piediferro ci sta col fiato sul collo.”
“Ci parlerò io.” E così dicendo, Fili uscì dalla tenda e si diresse verso l’ala dell’accampamento dove si era stabilito l’esercito dai Colli Ferrosi.
Dàin era voluto rimanere, premeva per il trono di Erebor, ma Fili non aveva alcuna intenzione di essere incoronato senza sua madre.
Erebor era comunque da ricostruire, in quei due mesi erano state tolte tutte le macerie e iniziato a riorganizzare quasi tutto il Tesoro, ma ancora il più del lavoro era da fare. Potevano permettersi di stare senza un Re ancora per un po’, con tutto ciò a tenerli occupati.
 
Nel frattempo, Larya sgattaiolò fuori dalla sua tenda e si guardò intorno.
Nessuno pareva averla vista e si inoltrò fra i corridoi dell’accampamento in cerca del Nano con il quale doveva incontrarsi.
Si tirò su il cappuccio della mantella e accelerò il passo quando vide in lontananza Nori e Dori andarle incontro.
Senza dare nell’occhio, svoltò al primo angolo e poi di nuovo nella direzione opposta e si guardò indietro: nessuno l’aveva seguita.
Non fece in tempo a tirare un sospiro di sollievo, però, che andò a sbattere contro qualcuno.
“Larya, dove stai andando così di fretta?” Kili le sorrise sornione e lei si sentì il cuore arrivarle in gola.
“Oh... Ciao Kili... Come va?” Rise istericamente e indietreggiò di un passo.
“Tutto okay? Sei strana e anche un po’ pallida... Ti senti male?” Subito il moro le si avvicinò di nuovo e la afferrò per le spalle.
Lei lo guardò negli occhi e sorrise nervosa. “Sto bene, davvero, stavo solo... facendo una passeggiata!”
“A me sembrava più una maratona... Comunque, posso accompagnarti?” Si offrì lui, gentile.
“Ma no, no, Kili, sicuramente avrai da fare, non c’è bisogno che tu-”
“Ma cosa dici, non ho proprio nulla da fare, dai dov’è che stavi andando?” Kili la prese sottobraccio e Larya, sconsolata, non poté far a meno di portarlo con sé al suo appuntamento misterioso.
 

Memories of a time to comeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora