6 - Flashback nei luoghi più inesplorati della mente. ✔

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Capitolo 6

Demons's pov

La ragazza della presidenza mi stava portando a visitare la scuola.
I bagni, le aule, e prima ci stavamo soffermando a guardare "dei posti che nessuno a parte pochi conoscono," testuali parole.

C'erano diversi posti interessanti ma uno di essi mi aveva completamente devastato, non per la decadenza del posto, ma per come mi faceva sentire.

Stavamo attraversando un corridoio lungo, con le pareti grigie e scrostate, dove i residui della calce si trovavano a terra ed il tutto, era contornato da parecchio buio.
Finchè arrivammo davanti una porticina di legno bianca.
Prima di aprire mi guardò emozionata e poi piano piano portò indietro la maniglia arrugginita mostrandomi uno spettacolo.

Un giardino parecchio grande, con una varietà di tipi di fiori a dir poco grandiosa.
Da puzza di muffa si sentì un'ondata di profumi diversi e la maggior parte delicati, ma di certo non mancavano quelli esotici.
Non sono una specie di romanticone che ama queste cose, ma tutto questo verde e tutti questi colori mi fanno ricordare tremendamente il giardino di casa di mia madre.
Mi disse che al centro era il posto bello di tutto il giardino così ci incamminammo.

Una fontana.
Una fontana no, cazzo.

Mi rividi davanti agli occhi, prima la casa di mamma, lì anche c'era un giardino che io avevamo soprannominato labirinto perchè era davvero grande e con tutti quei rami di diversi tipi di marrone, quei colori e quelle radici che sporgevano, si intrecciavano formando nella mia testa una mappa senza uscita e senza entrata.

Al centro si trovava una fontana, parecchio bella, ci andavo sempre quando volevo avere un po' più di tranquillità e pensare più a me stesso.
Era il mio posto.
Un luogo anti-stress insomma.

Però un giorno, qualcosa mi fece cambiare idea su quel posto.

Per fortuna questi sono gli ultimi giorni di terza media, non c'e la faccio più.
Ci sono sempre quegli individui parecchio antipatici che cercano di provocarmi, vogliono solo botte, per poi addossarmi la colpa se alzo un dito.
Falliti.

Brrrggrrr.

Okay, forse ho un po' fame visto che la mia piancia borbotta un troppo, così decido di velocizzare il passo per arrivare prima a casa.
Sono davanti all'entrata e prendo il solito mazzo di chiavi che si trova come sempre sotto il vaso.
Entro e lancio lo zaino e le scarpe per aria non sapendo dove in realtà cadono.
"Sono tornatoo" urlo. "Mamma che c'è per pranzooo?"
Silenzio.
Questo silenzio è inquietante.
Che strano la casa è vuota...
Ma mia madre non lavora di martedì.

Va be forse l'hanno chiamata per fare un turno extra.

Probabile.
Così prendo del pane e del prosciutto e mi accontento.
Come dice sempre papá "bisogna fare sacrifici nella vita, non si può volere tutto su un piatto d'argento! Figliolo ricordati sempre queste parole!"
Beh non si stanca mai di dirlo, alla fine conosco le sue parole a memoria.

Risi per il tono immaginario che utilizzai, autoritario e potente, proprio come chi me l'ho disse.

Decisi di andare un po' nel giardino visto che volevo ammirare come crescevano le rose che avevo appena piantato. Mi aveva aiutato mamma e mi ricordo che erano le sue preferite.
Le rose bianche.
Si trovavano vicino alla fontana, quindi iniziai a correre per arrivare prima, ma ciò che vidi mi paralizzò del tutto.
C'era un corpo seduto a terra con le gambe incrociate, il busto sul muretto e la testa nell'acqua.
Ma cosa avevo appena visto?

L'origine Del Male. || Sospesa ||Where stories live. Discover now