14 - Salvataggio mutandine rosa in vista e una nuova amicizia(?) ✔

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"Destiny se conto fino a due e non hai aperto questa dannata porta prima la sfondo e poi ti sequestro il telefono!"
Disse mia madre con tono autoritario, cercando di intimidirmi fallendo miserabilmente.

Il telefono?
Ma fa davvero?

Si è per caso accorta che non ho più tredici fottutissimi anni?
Si è per caso accorta che sta parlando con sua figlia?
Quella figlia che non ha neanche più calcolato dopo la morte del primogenito.
Quella figlia a cui è mancato molto l'affetto dei genitori; che poi se io avessi dovuto scegliere non avrei mai lasciato che il lavoro prendesse una posizione più alta, nella classifica della mia vita, rispetto a un mio ipotetico figlio.
Quella figlia che ogni volta che diceva di uscire a prendere un po' d'aria, a fare un giro nel quartiere per rilassarsi, in realtà stava andando dal suo psicologo.

Mi ripeteva che non soffrivo di disturbi dell'umore o cose simili, come pensavo, ma ero ad un passo dalla depressione, o altro, non so bene.

Non mi sono mai fermata a capire cosa stava succedendo nella mia vita, io andavo più veloce del tempo.

Quei cosi rotondi bianchi ricoperti da una strana polverina e da un incisione lungo tutta la loro misura, erano la morte che si dissolveva piano piano nel mio corpo fino ad arrivare al cervello, come spruzzi di infelicitá allo stato puro.
Sono arrivata al punto di fare pensieri suicidi, ma non ho perso la mia lucidità, tranne una volta, perché ormai facevo parte anche io di quel giro.

Ero arrivata al punto di buttare nel cesso tutte quelle pastiglie che, alla fine, non mi servivano a un beato nulla, ma solo ad aumentarmi l'ansia e le preoccupazioni che circolavano come padrone dentro me.

E mia madre?
All'oscuro di tutto. Non ho mai saputo se raccontarglielo o meno, non sapevo come avrebbe reagito all'idea che ero andata da una persona più grande che mi... assisteva, in qualche modo. Ma poi come facevo a dirgli anche che avevo falsificato sia la sua di firma sia quella di papà per farmi prescrivere quelle medicine, quelle pillole tossiche.

Certi segreti devono rimanere tali.

Certe notti, quando il sonno si metteva sotto un ponte a parlare con i barboni e ad iniziare a puzzare come loro, mi mettevo ad elencare tutti i miei pensieri.
Ci perdevo le ore, quando un solo pensiero faceva bloccare quella sequenza infinita di parole che vagavano libere nella mia mente, dopo incominciavo a prender sonno.

Pensiero numero 124: mia madre non si rendeva conto di ciò che mi stava accadendo, ma non voleva nemmeno rendersene conto.

"Se non apri la porta, che tra l'altro ti ho vietato di chiudere a chiave, appena esci prendo tutte le ciabatte in casa e finché non varchi la porta di casa, per andare a scuola, vestita e lavata, te le lancio addosso una per una! Quindi adesso ti sbrighi, così almeno per una santa volta posso andare a lavoro puntuale. "
Ecco... questa è mia madre di mattina, di pomeriggio, di sera e sempre.

"Unooo"
Disse urlando e iniziando a tirare forti pugni alla porta. Ma chi è Goku Super Sayan?

"Uno e mezzoooo"
Continuò urlando.

"Uno e tre quartiii!!"
Ma chi cazzo parla ancora così?

Mi sono stanca, voglio solo dormire e poi visto che io mi addormento molto lentamente e con fatica, beh sono andata a letto tardi e non è affatto la prima volta che succede, ma tanto a chi importa?
Comunque, io mi concentro di più la notte, quando l'oscurità è sovrana e veglia su di me, quindi non riesco proprio a non stare sveglia e pensare a qualche cosa che potrei fare per intrattenere il tempo che era mio spettatore.

"Oh mio dio così mi spaccherai i timpani!" Dissi urlando con la faccia che sprofondava nel morbido cuscino.

"Sto per sfondare questa porta se non ti muovi ad aprirlaa!"
Continuò alzando ancora di più la voce.

L'origine Del Male. || Sospesa ||Where stories live. Discover now