3. Percy

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Io e Ginny ci dirigemmo verso questa certa "Sala Grande". Era tipo la Casa Grande? Anche gli inglesi hanno un campo per i semidei? Forse. Avrei poturo trovare qualche mio fratello o qualcuno che mi aiutasse a tornare a casa.
Ma allora perché Chirone non ce ne aveva mai parlato? Forse era come il Campo Giove? Non lo sapevo.
I corridoi non avevano finestre o se sì, erano poche. Sembrava una sottospecie di...castello?
Ginny aveva stretto la mia mano nella sua senza nessun motivo apparente, o almeno per me.
Io stavo con Annabeth, ma Ginny non lo sapeva. Ma comunque, non puoi prendere per mano un perfetto sconosciuto! C'era qualcosa sotto?
Troppe domande mi assalivano la mente.
- Ecco, vieni! - disse Ginny.
Mi fece segno di entrare in questa enorme sala da pranzo con quattro tavolate che si estendevano per tutta la lunghezza della stanza. Con mia grande sorpresa, sopra la mia testa e di tutti gli altri ragazzi seduti​ alle tavole, fluttuavano delle candele che illuminano e rendevano tutto molto...magico.
- Harry! - urlò una ragazza correndomi in contro.
Sulle prime non capii che stesse chiamando me, poi mi ricordai che per Ginny io mi chiamavo Harry. Strano, molto strano. Non mi si addice per niente quel nome. Ma da dove l'avevano tirato fuori?
- Harry! Harry! - la ragazza mi raggiunse e mi buttò le braccia al collo.
- Ehm...io... - balbettai.
- Sei caduto durante la partita! Delle gradinate di Grifondoro io e Ron ci siamo preoccupati davvero tanto!
Gradinate? Grifondoro? Ron? Cos'è un Ron? (fan di Teen Wolf vi prego di averla capita) È un nome? Non l'ho mai sentito in America.
- Ora stai meglio?
Annuii anche se non capivo questa cosa della partita.
Notai che la ragazza era una brunetta abbastanza bassa con dei bei occhi castani. Indossava la stessa uniforme di Ginny.
- Sono contenta! Vieni, Ron ci aspetta! - disse trascinandomi per un braccio alla tavolata quasi centrale.
- Harry! Ciao, amico! - mi diede il pugno un ragazzo rosso un una coscia di pollo in mano. Sembrava una sottospecie di Leo rosso, che non ci sarebbe stato male.
Solamente che il Leo che conosco è molto più magro e porta sempre con sé la sua cintura magica degli attrezzi.
Anche lui mi mancava, era bello quando tirava fuori quelle sue simpatiche battutine.
- Eh... ehm... ciao - dissi, ricambiando il pugno.
Questo "Ron" diede un altro morso al suo pollo e poi si risedette dando dei colpi al posto sulla panchina vicino a lui.
Mi accomodai e misi le mani sulla panca.
- Che c'è?  Non mangi? - mi, chiese la brunetta.
- Oh... ok - balbettai.
Presi una costoletta e me la misi nel piatto di ceramica bianca.
L'addentai e un gusto di arrosto mi pervase la bocca secca.
Era buonissimo, ma... mi mancava il cibo blu,  i biscotti di mia mamma e soprattutto mia mamma.
Dovevo andare il più presto via da lì.
- Allora... - iniziò Ginny. - Che si dice?
- Oggi Neville ci ha provato con una Corvonero. - ridacchiò Ron.
- È com'è andata? - chiese Ginny.
- Non proprio bene come sperava. Si è ritrovato un libro di pozioni in testa! - rise più forte Ron.
Le due ragazze lo accompagnarono in una fragorosa risata.
Io,  incerto,  ridacchio anche se non l'avevo capita.
Voglio delle spiegazioni sul posto in cui mi trovo!

Spazio autrice
Ciao ragazzi!
Spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto!
Sé sì,  supportatemi con tante stelline!!
~Lydia

Scambio di ruoli ~ PJ & HPWhere stories live. Discover now