4. Harry

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Annabeth mi condusse verso una grande casa in questo che sembrava un enorme campo estivo.
I suoi boccoli biondi le ricadevano sulle spalle composte, sembrava una molto studiosa, come Hermione.
Era molto carina, lo ammetto, ma preferisco di gran lunga le rosse.
Ginny...mi mancava, mi mancava tanto.
- Entra - mi disse lei, facendomi un segno con la mano.
Oltrepassai la porta di legno e subito un odore di vino mi pervase le narici. 
Tossii varie volte e poi mi abituati all'odore dell'alcol.
- Ma che...? - non feci in tempo a finire la frase che una ragazzina mi venne addosso e mi abbracciò.
- Percy! Tutto a posto? - mi chiese lei. 
I suoi occhi dorati brillavano e i suoi ricci color caramello mi grattavano la pelle. Era una bassa ragazzina di colore, penso avesse sui tredici-quattordici anni.
- Ehm...bene, bene. - dissi,  sciogliendo l'abbraccio.
Annabeth diede una carezza alla ragazzina. Si vede che tutti tenevano a lei, in effetti era molto dolce.
- Hazel, puoi per favore andare a chiamare Chirone? - chiese Annabeth sorridendole.
Lei annui felice, si girò e percorse un lungo corridoio.
- Carina Hazel, no? Sempre gentile e disponibile. - mi disse Annabeth.
Annuii, anche se era la prima volta che la vedevo.
- Ehi, amico! - una ragazzo mi diede una pacca sulla schiena. Solitamente mi facevano male visto il mio fisico non molto...ehm...sportivo. Ma quella volta non mi diede nemmeno fastidio.
Il ragazzo era un biondino con occhi azzurri e fisico perfetto, con una piccola cicatrice sul labbrio inferiore.
Era molto alto, poco più di me. Beh, strano. Io non sono molto alto. Non fraintendetemi, anche io sono alto, ma non come mi sentivo in quel momento.
- Ehi...amico. - dissi, cercando di essere più sciolto possibile.
- Jason! C'è Percy con te? - urlò una persona da una stanza.
- Sì, Pip! - disse lui di rimando.
Jason...nome adatto per lui.
Da una stanza alla fine del corridoio uscì una ragazza sudamericana che mi venne incontro.
- Percy! - mi mostrò il pugno. Inizialmente non capii il motivo, poi mi ricordai che là erano tutti molto...amichevoli. Diciamo che in America se non dai il pugno a una persona la prende come un insulto.
Quindi le diedi il pugno, sorridendo e sudando freddo.
Ma perché mi trovavo lì?!
Hazel sì affacciò a una stanza del corridoio.
- Venite! Chirone vi aspetta!
Annabeth mi prese una mano e, salutando gli altri, mi trascinò in quella stanza.
Era poco luminosa, con le serrande delle finestra socchiuse, forse per il caldo estivo che però, stava iniziando a svanire e a lasciare spazio all'autunno.
Un lungo divano era appoggiato a una parete e intorno a lui,  anche se con ordine, erano posizionate con cura parecchie cianfrusaglie.
A un lato della stanza si trovava un tavolino con una sedia dove era seduto sopra un uomo abbastanza grosso, con una barba nera ispida e lo sguardo sulle carte da gioco. La camicia leopardata mi diede il presentimento di guai in arrivo.
Dall'altro lato dal tavolino sì trovava un uomo in carrozzina con una bella barba e capelli lunghi.  I suoi occhi castani brillavano di contentezza.
- Ho vinto! - esultò allora lui, felice.
- No! Dovevo vincere io! - sbottò l'altro, afferrando da una credenza una bicchiere colmo di vino rosso.
- Signor D... - esordì l'uomo in carrozzina.
- Oh, giusto giusto...l'abitudine! - sì scuso in fretta "maglietta leopardata".
- Signor D...scusi, potremo parlare con Chirone? - chiese gentilmente Annabeth.
- Sì, sì, Annabelle! Fai pure! Com'è che si dice in questo tempi? Ah! Mai una gioia!
E uscì dalla stanza, sbattendo la porta.
- Accomodatevi ragazzi, prego.

Scambio di ruoli ~ PJ & HPWhere stories live. Discover now