20. Annabeth

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Piper ed io scendemmo dall'autobus, alla fermata di Long Island.
Aver sentito Percy mi aveva riscaldato il cuore, stava bene, era sano e salvo anche se in un altro continente.
Entrammo nel Campo, ero pronta a scusarmi con "l'impostore" che supposi fosse, come Percy, sperduto in un mondo totalmente diverso.
Salimmo le scale della veranda della Casa Grande ed entrammo.
Jason, Leo, Rachel, "Percy" e Chirone erano seduto tutti sul divano, osservando e parlando con una persona sulla poltrona centrale, di spalle a me. Intravisi il Signor D sbuffare seduto su un'altra poltrona.
Chirone si voltò verso di noi.
- Oh ciao figliole! Venite, venite! - ci fece sedere sul divano. - Supponevo avreste capito subito di questo piccolo "incidente". Lui ci potrà aiutare.
Si riferiva al signore sulla poltrona.
Era un uomo sulla cinquantina, con un sorriso smagliante e gli occhi vispi. I capelli erano grigi e aveva qualche ruga in volto, ma sembrava essere ancora pieno di vitalità.
- Oh che piacere vederti Annabeth! - mi sorride. - E tu Piper, bella come sempre!
- Scusi, ma lei come conosce i nostri nome? - mi venne spontaneo chiedere.
- Beh io conosco tutto di voi, chiedimi qualsiasi cosa! - ridacchiò divertito.
- Ma...lei chi è? - domandò Piper.
- Giusto giusto, mi devo presentare. - si schiarì la gola e ci porse la mano. - Piacere, Rick Riordan.

- Quindi...noi siamo dei personaggi...in un libro... - ripetei ad occhi spalancati.
- Già, e io sono lo scrittore. - concluse il signor Riordan.
- Beh, questo sì che è strano... - aggiunse Piper.
- E Percy si trova imprigionato nel libro dove invece appartiene Harry. - indicò quella figura così familiare per me, ma mai stata così sconosciuta.
- Quindi pure io...non mi esisto... - sospirò lui tristemente.
- Eh?! Certo che esisti! Come tutti gli altri! - fece un sorriso smagliante il signor Riordan.
- Ma... - replicò lui.
- Vuoi esiste e continuerete a esistere. È il lettore che vi tiene in vita, senza di lui davvero non esistereste.
Feci un piccolo sorriso.
- Ok molto filosofico, ma come facciamo a riportare qui Percy? - domandò impaziente Leo.
- Oh giusto giusto! - prese un libro dal suo zaino che era appoggiato ai piedi della poltrona. - Questo si è materializzato nella mia libreria l'altro giorno.
Ci mostrò le pagine riempite di avvenimenti successi: Harry che si svegliava in infermeria, Percy che indossava degli strani occhiali, io e Piper che andavamo sull'Olimpo, Percy in un'enorme sala da pranzo con dei ragazzi che supposi essere Hermione e Ron,...e avanti così fino ad adesso.
Nelle pagine bianche le parole si scrivevano da sole.
- Poco dopo Chirone mi mandò un messaggio Iride, quindi decisi di venire per dare un'occhiata di persona.
- È strano...quando ha tirato fuori dallo zaino il libro, esso era già aperto. - riflettei.
- Infatti, questo libro non si può chiudere, ci ho provato ma sembra bloccato.
Guardò il suo orologio da polso e sobbalzò.
- Com'è tardi! Forza Harry metti le mani sulla copertina del libro!
- Eh? - domandò lui incerto.
- Su forza! Metti le mani come faccio io!
Entrambi appoggiarono le mano sulla copertina.
Li osservai attenta.
- È ora! Spingiamo! Cerca di chiuderlo con me!
Il libro iniziò a brillare.
Harry e il signor Riordan spingevano i due lati del libro che, con fatica, iniziava a chiudersi.
- Forza ragazzo! - urlò l'uomo.
- Ci sto provando! - esclamò lui di rimando. - Ma è come se non volesse chiudersi!
Può forza mettevano nel tentativo più il libro brillava.
Dopo poco non vidi più niente, ero accecata dalla luce.
Sentii Harry urlare e il rumore di un libro che si chiudeva.
La luce mi invase anche il resto del corpo, non riuscivo a sentire più neanche un muscolo e le mie palpebre si stavano facendo sempre più pesanti finché non chiusi gli occhi...

Scambio di ruoli ~ PJ & HPDove le storie prendono vita. Scoprilo ora