2.

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Quella mattina, Hermione Granger si alzò presto, come al solito.

Mentre si vestiva per raggiungere la Sala Grande, ripensò allo Smistamento della sera prima.

Per lei era ancora molto strano, nonostante fossero già passato due anni, assistere a quella cerimonia come insegnante, e non da studente.

Qualche tempo prima era lei a sedere tra quei tavoli, tra Harry e Ron, i gemelli, Ginny e gli altri compagni di casata.

Sorrise al ricordo di quei giorni spensierati che custodiva gelosamente nel proprio cuore.

Uscì dalla sua camera, che si trovava al sesto piano, per raggiungere la Sala Grande.

<<Signorina Granger!>>

Hermione sobbalzò. Di solito quel corridoio era deserto, specie la mattina, specie a quell'orario.

Si voltò e vide la Preside McGranitt venirle incontro.

<<Preside... Cosa ci fa lei qui?>> disse Hermione, una mano sul petto, e l'altra che teneva stretta la bacchetta sguainata.

Minerva McGranitt gettò uno sguardo eloquente a quel gesto.
Hermione se ne accorse, con non poco imbarazzo, e la ripose velocemente nel mantello.

<<Mi scusi... La forza dell'abitudine...>> si incupí a quel pensiero, mentre nella sua mente immagini della ricerca degli Horcrux si mescolavano vorticosamente a quelle della battaglia di Hogwarts.

<<Non si preoccupi, signorina Granger..>> disse la preside, che aveva intuito il turbamento della ragazza. <<Venga, scendiamo insieme, così avrò anche l'occasione di aggiornarla su una questione importante.>>

****


Camminava tra le fila di quei ragazzini che si affrettavano a raggiungere la Sala Grande, a passi lenti ma decisi.

Non poté fare a meno di tornare con la mente ai ricordi di una decina di anni prima, quando era lui che si recava in sala Grande con Theo, oppure faceva tardi a lezione, o ancora architettava qualcosa, con Tiger e Google, contro quei tre... Lo Sfregiato, Lenticchia, e la Granger... Il ricordo di quei tre gli strappò una smorfia... Sempre tra i piedi, sempre insieme...

Aveva tutto ciò che non avevano, ma loro avevano tutto ciò che non aveva lui: amicizia, lealtà, coraggio....

Solo Theodore Nott poteva definirsi, veramente, suo amico..

'Dio, che razza di paranoie sono, queste?!'

Scosse la testa, quando alle sue spalle sentí una discussione abbastanza vivace prendere luogo.

Si girò e vide la Mc Granitt, in tutta la sua fierezza, mentre parlava con una ragazza.
Con suo grande dispiacere, quella ragazza era Hermione Granger...
Cosa diamine ci faceva lì ad Hogwarts?

<<Lei non può averlo fatto... È Malfoy, per l'amor del cielo! Ci deve essere qualcun altro disposto, adatto a ricoprire quell'incarico.. Io...>>

<<Basta così, signorina Granger! Questi che sento sono i capricci di una ragazzina viziata che mai mi sarei aspettata da lei!>> disse la Preside, con voce ferma, autorevole e composta.

<< Preside non mi fraintenda.. È solo che con i suoi trascorsi.. Dovrebbe capirmi..>> disse Hermione imbarazzata per il rimprovero appena ricevuto, ma comunque convinta di ciò che cercava di dire.

Non era mai stata abituata ai rimproveri, né da studentessa, nè ora da insegnante.

<<Comprendo le sue obiezioni, Signorina Granger, ma ricordi che le porte di Hogwarts sono aperte per chiunque, e che un aiuto qui verrà sempre dato a chi lo richiederà.>>

E con un ultimo sguardo autorevole, se ne andò e la lasciò lì, con l'amaro in bocca, a riflettere sul senso di quelle parole.

Proprio in quel momento incrociò lo sguardo glaciale e sprezzante di Draco Malfoy, che camminava verso la sua direzione, con passo stanco.
<<Cosa c'è Granger? Qualche problema?>>
<<Tutti quelli che vuoi!>> disse lei, rivolgendogli lo sguardo più sprezzante di cui era capace, e girò i tacchi, fiera come una leonessa.

Lui la guardò, pensando con un attimo e con un mezzo sorriso, che alcune cose, davvero, non cambiano mai.

Fango e NeveWhere stories live. Discover now