9.

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Dormivano tutti. Era notte fonda.

La pace di quel giardino l'aveva sempre cullata nelle notti insonni come quella.

Perché anche lei aveva le sue debolezze.
Non lo diceva a nessuno che dormiva poco per via dei suoi incubi.

Non lo diceva, che dopo quegli incubi, la solitudine, quella crudele, le attanagliava lo stomaco nel cuore della notte, e le prosciugava l'anima.

Non lo diceva a nessuno, che per sentirsi meni sola, si stendeva e abbracciava il suo cuscino, come una bambina, nella speranza che gli incubi potessero andar via.

Neanche cullare Teddy quella notte aveva funzionato.

Sbuffò.

<<Studentessa fuori dal letto!>>
Hermione  sobbalzò.
Draco Malfoy era accanto a lei.
<<Malfoy! Vuoi farmi venire un infarto?>> disse lei con voce acuta, e la bacchetta stretta tra le mani.
<<Lungi da me, Granger.. E ora abbassa quella bacchetta. Oggi non sono pericoloso!>> disse con mezzo sorriso.
Il silenzio.

Hermione  fissava la Luna.
Era crescente.

Draco prese posto vicino a lei.
<<Perché non dormi Granger?>>
<<Non ho sonno.>>
<<Potevi rimanere dentro. Qui fa freddo.>> disse Draco, quasi un rimprovero.
<<Volevo stare qui..>>
<<Perché?>>
<<Perché questo è l'unico posto in cui i ricordi non mi fanno del male.>>

Lei stessa si stupì di quelle parole.
Rivolse il suo sguardo a Draco.
Lui la stava già guardando, forse sin dall'inizio.
<<Che cosa ti hanno fatto Granger?>>
Non c'era un secondo fine in quella domanda, solo.. preoccupazione?

Questo stupì Hermione, che non aveva notato, come nemmeno lui, che erano molto vicini.

Draco non era uno stupido. Sapeva quanto la Granger aveva passato in quella guerra.

Nonostante sapesse quello che aveva passato, ogni volta che la guardava sentiva di avere a che fare con qualcosa di più antico, remoto, e recondito.

Anche lui, nei suoi incubi più peggiori, sentiva le sue urla strazianti, la risata crudele di Bellatrix e la penombra soffocante di Malfoy Manor.

Non che avesse mai avuto interesse per i mezzosangue, tantomeno per la Granger.

Ma assistere a tutto ciò, era troppo anche per lui.

E forse proprio quel giorno al Manor, fu il giorno in cui qualcosa scoppiò la bolla di ignavia a cui era stato costretto fin da bambino, e in cui lui aveva trovato comodo adagiarsi.

<<Non c'è bisogno che tu risponda.. Tu.. Io.. È colpa mia..>>

Non poteva guardarla negli occhi.
Si sentiva sporco, come mai in vita sua.

<<Non si può cambiare ciò che è stato, ciò che andato ormai è andato... Non importa più se sia stata colpa tua o mia, o di qualcun altro...>>

Non sapeva perché, nel dire quelle parole, aveva preso quelle mani gelide fra le sue.

E Draco fissava le loro mai, ancora incapace di guardarla negli occhi.
Accarezzava quelle mani calde, vive, e sentiva il sangue fluire nelle vene.

Sorrise, un sorriso amaro.
<<Quanti problemi ci ha procurato questo sangue.. Non è poi così diverso.. Anzi, non lo è per niente..>>
Sembrava stesse parlando più a se stesso che a lei.
In fondo lo sapeva da tempo...

Si nasce allo stesso modo, si sanguina allo stesso modo, si muore... Allo stesso modo.

Fuoco e ghiaccio si incontrarono nei loro sguardi, tra fango e neve, quella notte.
Che cosa li attraeva così.
Ancora, non sapevano darsi una risposta.
<<Granger..>>
<<Malfoy..>>
La baciò
Di nuovo.
E lei rabbrividí, non per il freddo, ma per qualcosa che le si era mosso nell'anima. Lo stesso desiderio inopportuno di poche ore prima, quando avrebbe voluto stringerlo ancora un po'.
In quello stesso momento, un grosso pezzo di ghiacchio si staccò dal cuore di Malfoy, e anche lui rabbrividì.
Si staccarono.
Sorrisero.
E si trovarono al caldo. Una camera familiare, quella di Hermione.
<<Buonanotte Granger..>>
Stava chiudendosi la  porta alle spalle, quando...
<<Resta con me..>>
Hermione  non sapeva perché gli stava chiedendo di restare. Sapeva solo che era stato qualche angolo remoto del suo cuore a parlare.

Fango e NeveWhere stories live. Discover now