十二🍉

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L'ultimo fine settimana del periodo dell'Hanami era arrivato.
I fiori degli alberi di peschi stavano appassendo, il rosa della città si stava trasformando, non si sentiva più un profumo dolce ma un sapore fresco e frizzantino: l'estate stava arrivando.

I ragazzi dell'ultimo anno di superiori non facevano altro che parlare degli esami che ci sarebbero stati pochi mesi dopo la fine della scuola: era decisivo passare con un buon voto se si voleva entrare all'università.
Izumi era nervosa: se la situazione non si fosse sistemate in tempo, avrebbe dovuto studiare al posto di Yuta e avrebbe dato gli esami a nome suo, ma sapeva che mai e poi mai sarebbe riuscita a prendere il voto che il vero Yuta avrebbe potuto prendere. Lei non era intelligente come lui.
Aveva smesso di sorridere. Non aveva più voglia di fare niente. E se le cose non fossero tornare come dovevano essere? Se lei sarebbe per sempre rimasta nel corpo di Yuta?
No. Non poteva essere vero. Piangeva. Non riusciva nemmeno a immaginarsi una vita come quella di Yuta, troppo frenetica, troppo ansiosa, troppo difficile.
Proprio no. Yuta Nakamoto non aveva niente a che fare con Izumi Gurio...

Essendo l'ultimo periodo di festa dell'Hanami, era stata organizzata nel centro di Osaka una grande festa con balli e canti tradizionali, bancarelle e giochi di gruppo. Era un evento molto conosciuto e tanti turisti venivano da lontano per fotografare le bellezze di Osaka illuminate da più di mille luci colorate. Non si poteva mancare.
Pochi giorni prima, Aki le aveva detto che lui ci sarebbe andato con i suoi amici e che era un evento imperidibile.
Sbuffò, non aveva voglia di andare ma siccome la sua vita sociale si era ridotta a parlare con lo specchio, aveva accettato.

"Ma sì, un po' di festa mi farà distrarre" si era consolata.

Aprì gli occhi e posò le mani sul petto che era liscio e piatto. Era quello di Yuta, non il suo.
Fissò il soffitto rimpiangendo per la centesima volta il suo corpo. Le mancava guardarsi allo specchio e vedere il suo viso, pettinare i capelli e parlare del più e del meno con le amiche.

All'improvviso il cellulare squillò squarciando il silenzio della camera. Era un messaggio da parte di Aki Mokoto:
"Cambio di programmi, vieni poco prima della festa vicino al campo da calcio del centro."

Rimase lì ferma per il resto del tempo finché non si fece una certa ora e decise di iniziarsi a preparare.
Uscì da casa salutando il solito cameriere e si strinse nella felpa che poi annusò. Non c'era più l'odore buono di Yuta, ormai si era dissolto. Del vero Yuta in casa non c'era più minimo ricordo.

Il cielo era sfumato da colori arancioni e rosa e il mare rifletteva ogni bellezza come uno specchio.

"Izumi, mi manchi" si disse guardando persa la strada davanti a lei. Non si meritava un gioco del destino così crudele, era una tortura.

Una volta arrivata nel centro della città, andò al campo da calcio che stranamente trovò vuoto.

"Aki? Usako? Ikki?" chiamò guardandosi in giro, "Dove siete tutti?"

Rilesse il messaggio di Aki ma questo diceva espressamente: "campo da calcio del centro", ed era sicura che fosse quello dove si trovava in quel momento.
Vagò per un po' confusa finché una voce, alta e forte, non la fece girare.

Era Takuya Tereda, con un ghigno sul volto e seguito da altri tre ragazzi con altrettanto di sguardo provocante.

"Takuya? Ciao" lo salutò con tono un po' meravigliato.

A Izumi Takuya non era mai piaciuto.

"Ma buonasera Nakamoto" sghignazzò, "Non sei felice di vedermi?"

Si avvicinò con passo di sfida e Izumi si ritrovò presto circondata.

"S-si" mentì.

"Ah si? Ma allora mi vuoi bene?" scherzò, sembrava essere un maniaco, le girava intorno e i suoi amici ridacchiavano sinistramente.

I am you, you are me ✿ yuta nakamotoWhere stories live. Discover now