9. Alexandria

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Ryan è in ritardo per le ripetizioni di almeno dieci minuti. So che oggi aveva il primo allenamento con la squadra ma non ho tempo da perdere. Insomma, anche io ho i miei impegni.

Venti minuti dopo, quando ho deciso di raccogliere le mie cose per tornarmene a casa, Ryan entra correndo nell'aula. <<Lo so, lo so, sono in ritardo. Scusa. Il coach voleva parlarmi>>, dice con il fiatone.

Mi appoggio allo schienale della sedia e lo fisso. <<Questa è l'ultima volta che ti aspetto>>.

<<Mi dispiace>>, dice scivolando nella sedia accanto alla mia.

Aspetto che tiri fuori i libri di matematica e purtroppo mi ritrovo a fissarlo. Ha ancora i capelli bagnati dalla doccia e sono tirati indietro, scoprendogli il viso. Sembra rilassato e sereno, chissà com'è andato l'allenamento.

I miei occhi cadono poi nelle sue labbra schiuse. <<Come vanno i punti? Ti fanno male?>>, domando per riempire questo strano silenzio.

Gira di scatto la testa verso di me e mi perdo nei suoi occhi neri. <<Quando parlo mi tirano ma per il resto del tempo non li sento nemmeno>>.

Abbasso lo sguardo nei libri. <<Allora, sei entrato nella squadra?>>.

Ridacchia. <<Sbaglio o stai infrangendo le tue stesse regole?>>.

Mi stringo nelle spalle. <<Sono solo curiosa. Tutto qui. Se preferisci iniziamo subito>>.

Mi prende il mento fra le dita costringendomi a guardarlo negli occhi. Vengo attraversata da un brivido. <<Che hai?>>

Solo gli ormoni in subbuglio per la tua vicinanza. <<Niente>>.

Lascia la presa e sospira. <<Sono entrato nella squadra e ho messo in ridicolo il tuo ragazzo>>.

<<Ex ragazzo>>, preciso.

Si stiracchia e la maglietta gli si solleva sulla pancia, mettendo in mostra gli addominali. Ovviamente mi becca in flagrante.

<<Stai fissando. Ti piace quello che vedi?>>

Arrossisco e nascondo il viso con i capelli. <<Sai benissimo di avere un bel corpo>>.

Gongola. <<Oh, vuoi anche toccare?>>

<<Ryan! Stai sconfinando>>, lo rimprovero.

Scoppia a ridere e mi afferra una mano, cogliendomi alla sprovvista. Si solleva la maglietta e usando le mie dita, se le fa scorrere sugli avvallamenti dei suoi addominali. Lo lascio fare perché... beh, cavolo, quando mai mi ricapiterà un'altra occasione così?

Quando le mie dita raggiungono i suoi pettorali, rabbrividisce e i suoi occhi diventano ancora più neri. <<Alex?>>, mi chiama con la voce roca.

<<Mm?>>

<<Questo è meglio della matematica>>.

Mi alzo di scatto dalla sedia e lo fulmino con un'occhiataccia. <<No, Ryan. Non cadrò ai tuoi piedi>>.

Si risistema la maglietta e mi regala uno dei suoi sorrisetti strafottenti.<<No?>>

Deglutisco rumorosamente. <<Non mi sono mai piaciuti i tipi come te. Usate le ragazze per poi scaricarle quando le cose per voi si fanno troppo serie. Non voglio questo per me>>.

A Ryan sparisce il sorriso dalla faccia e scatta in piedi. <<Tu pensi di avermi inquadrato vero? Beh, non è come pensi tu!>>, dice alzando la voce.

LEGGIMI IL CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora