40. Alexandria

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Finito di cenare, usciamo dal locale di Gabe e passeggiamo per le vie della città, mano nella mano. Ad un certo punto però Ryan si ferma e mi trascina in una panchina in cui mi fa sedere sulle sue gambe. Sento che è arrivato il momento di fare quella conversazione.

<<Per me non è semplice parlarne Ale e so che vuoi sentirmelo dire piuttosto che leggerlo, ma sappi che sei la prima persona a cui lo racconto>>.

<<Ryan, non sei costretto. Non conosco il contenuto di quelle lettere e se non ci riesci a parlarne mi va bene lo stesso>>.

Scuote la testa. <<Voglio farlo. Ho bisogno di liberarmi di questo fardello. Me lo porto dietro da troppo>>.

<<Va bene, ma non devi dirmi tutto adesso>>.

Mi sorride e prende un lungo respiro profondo. <<Ho conosciuto Micky in un locale in cui andavamo io e Liam di nascosto le notte in cui eravamo al collegio maschile. Ha qualche anno in più di me e la cosa mi ha attratto subito. È nata per caso la storia fra di noi e non ho nemmeno dovuto faticare tanto. Ci siamo messi assieme dopo un mese che ci conoscevamo>>.

<<Fin qui non c'è niente di strano, no?>>, dico per aiutarlo ad andare avanti.

Sentirlo parlare di un'altra ragazza che non sono io però non è facile per me. È quasi doloroso.

Annuisce e mi avvicina di più. <<Qualche mese dopo le cose sono precipitate. Ha iniziato a comportarsi in modo strano. Era iperattiva, non stava mai ferma e cambiava umore da un momento all'altro. Una sera l'ho beccata dietro al locale che si drogava ed è andata fuori di testa. Letteralmente fuori di testa. Ha cominciato ad urlare, tirarsi i capelli e minacciare di farsi del male. Non so ancora come sono riuscito a fermarla, ma è successo>>.

Fa una pausa e distoglie lo sguardo dai miei occhi. Ho capito che ora arriva la parte peggiore.

<<Nei momenti buoni che aveva, credevo di amarla. E ne sono stato convinto per molto tempo prima di conoscere te. Ho capito che quello che provavo per lei però non era amore. Era vera ossessione>>.

Non starà mica dicendo che...

Oh Mio Dio!

Mantengo la calma e gli butto le braccia al collo. <<Poi cos'è successo?>>

<<Ha provato a farsi aiutare da un dottore ed è durata qualche settimana prima che avesse una ricaduta. L'erba non le bastava più ed era passata alla coca. Quando me ne sono accorto abbiamo litigato furiosamente. Quella notte poi, fuori dal suo locale c'erano dei tizi loschi che mi hanno provocato offendendo Micky ed ho reagito>>.

<<Fammi indovinare: hai fatto a pugni con loro>>.

Accenna un sorrisetto. <<Mi conosci. Non so resistere alla tentazione di farmi rompere il naso o la bocca>>.

<<Sei terribile>>, lo rimprovero.

Si stringe nelle spalle. <<A quanto pare però alle ragazze piaccio quando faccio a pugni>>.

Lo colpisco con un pugno al centro del petto. <<Attento a quello che dici, Ryan>>.

Mi stampa un bacio sulle labbra. <<Scherzo>>.

<<Non hai finito>>, gli ricordo allontanandomi di qualche millimetro.

Sospira. <<Dopo la scazzottata, io e Micky siamo andati al suo appartamento e abbiamo discusso di nuovo. Mi disse che era stanca delle mie cazzate e che dovevo rimettermi in carreggiata. In quel periodo ero piuttosto calmo e non mi mettevo quasi mai nei casini, a parte quella volta>>.

<<Sapevi già quello che pensava tuo padre di te allora?>>

<<No. Non esattamente. È successo poco dopo la notte in cui è cambiato tutto>>.

<<Quando è stata?>>

Chiude gli occhi e inclina la testa all'indietro. <<Il mattino dopo quando mi sono svegliato nel suo letto, lei non c'era. Ero crollato dalla stanchezza e non l'avevo sentita uscire. In quel periodo Liam ed io frequentavamo dei ragazzi del College e siccome non volevo tornare al Collegio, sono andato da loro. Ho trovato Micky a letto con Jordan, uno dei miei migliori amici. Mi è crollato il mondo addosso perché lei diceva di amarmi e invece aveva una storia con il mio amico alle mie spalle>>.

<<Oh, Ryan non sai quanto mi dispiace>>, mormoro.

Accenna un sorriso. <<E' passato, Ale. Solo che la cosa che mi ha segnato di più è stato il dopo. Mi ha visto uscire da quella casa e mi ha seguito. Diceva che se non la perdonavo si sarebbe uccisa, diceva che mi amava. Diceva che ero tutto il suo mondo ed io non le ho creduto. Sono andato via e qualche ora dopo mi ha chiamato il suo capo. L'hanno trovata nel suo appartamento che aveva provato a tagliarsi le vene>>.

Mi porto una mano alla bocca. <<Oh mio Dio!>>

<<Non sono andato a trovarla all'ospedale e non ho più voluto saperne niente di lei. Mi aveva spezzato il cuore>>.

<<Io non ne avevo idea>>.

Mi appoggia le mani sulle guance. <<Non sono un donnaiolo a cui non interessa niente delle persone che ha davanti. Sono solo stato ferito nel modo peggiore e come mi hai detto tu una volta, la mia è solo una maschera>>.

<<L'ho sempre saputo che in fondo un cuore lo avevi, solo che non pensavo che tu avessi sofferto così tanto>>.

Mi tira contro il suo petto. <<Quando ti è successa la stessa cosa e ho visto il modo in cui lo hai affrontato, ho capito che eri quella giusta per me. Tu e la tua boccaccia>>.

Ridacchio. <<Sono irresistibile, lo so>>.

Restiamo sulla panchina a baciarci per un po', prima che Ryan mi riaccompagni a casa appena prima delle undici che è l'orario del mio coprifuoco i giorni di scuola.

Davanti alla porta di casa mia, gli butto le braccia al collo e mi alzo sulle punte dei piedi. <<Grazie per avermi raccontato la tua storia, Ryan. Giuro che non ti farei mai una cosa del genere>>.

<<Ed io a te>>.

<<Sono stata bene stasera. E per una volta non abbiamo litigato>>.

Rido. <<No, è vero non abbiamo litigato. Ale devo andarmene prima che ti prenda qui, sui gradini di casa tua>>.

Gli bacio l'angolo delle labbra. <<Non sei obbligato a fare un'altra doccia fredda oggi. Puoi sempre trovare per caso la porta sul retro aperta e venirmi a trovare>>.

Spalanca gli occhi. <<Dici davvero?>>

<<Io e le mie scarpe saremo lì ad aspettarti>>.

<<Guai a te se le togli, Ale. Dico sul serio>>.

Rido. <<Nossignore>>.

Cattura le mie labbra fra le sue e mi bacia con trasporto, divorando la mia bocca e tutto quello che trova con la sua lingua prepotente. Rimango a corto d'ossigeno e le gambe a malapena mi reggono in piedi.

Ryan è così... intenso.

<<Mezz'ora, Ale. Non un minuto di più e sono da te>>.

Gli bacio la vena pulsante del collo. <<Ti aspetto>>.

LEGGIMI IL CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora