Epilogo seconda parte.

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Alexandria

Un mese dopo...

L'aereo è atterrato mezz'ora fa ed ora io e la mamma siamo sedute dentro ad un taxi che ci sta portando dritte al campus della UCLA dove conoscerò di persona la mia compagna di stanza per i prossimi mesi.

Ci siamo scritte su Facebook all'inizio dell'estate e abbiamo anche chiacchierato per telefono. Sembra essere una ragazza davvero effervescente e solare. Un po' mi ricorda Olivie.

Faccio una smorfia al pensiero dei gemelli Cooper e scaccio subito i loro visi dalla mia mente. Non mi fa stare bene il loro ricordo al momento.

Il taxi accosta davanti al dormitorio e scendo subito per scaricare le mie valigie dal bagagliaio. Per un attimo mi guardo attorno e cerco di abituarmi alla situazione. Di certo non posso lamentarmi per il clima.

Splenderà sempre il sole. O quasi.

La mamma mi aiuta a trascinare le valigie in mezzo ad un fiume di studenti che sono anche loro appena arrivati per cominciare a breve il primo semestre.

Una volta raggiunto il mio dormitorio, saliamo in ascensore in silenzio e quando le porte si riaprono fermandosi al terzo piano, usciamo e affrontiamo il lungo corridoio caotico. Mi fermo davanti alla stanza 453 e prima ancora che abbia la possibilità di inserire la chiave magnetica, la porta si spalanca.

<<Alex!>>, dice la fiammeggiante Hanna, venendomi ad abbracciare.

Ricambio goffamente la stretta e rido piano. <<Ciao, Hanna>>.

Si allontana di un passo e allunga una mano alla mamma, presentandosi. <<E' un piacere conoscervi di persona, finalmente! Venite dentro, su>>, dice facendoci spazio per entrare.

La stanza è esattamente come me l'aspettavo: due letti singoli addossati alle pareti opposte, un armadio a tre ante e due scrivanie vicino alle tastiere del letto.

<<E' carina>>, mi sento dire.

Hanna si butta sul letto a destra e mi sorride. <<Diciamo che siamo state fortunate, ecco. Una mia amica ha una stanza singola minuscola>>.

<<Starete molto bene qui. E vivrete delle emozioni uniche>>, dice la mamma.

Mi stringo nelle spalle. <<Dovrò solamente ricominciare da capo>>.

Mamma mi appoggia una mano sulla spalla. <<A volte fa bene ricominciare>>.

Distolgo lo sguardo e appoggio la valigia sopra al letto. Non riesco a credere ancora di essere in California a non so nemmeno a quanti chilometri da casa. A chilometri di distanza dalla mia vita.

<<Vi lascio sistemarvi, ragazze. Alex se hai bisogno di me, resto in albergo fino a domani mattina>>, dice baciandomi la fronte.

<<Sono apposto. Ci vediamo per le vacanze di Natale>>.

Mi smarrisco per un istante nell'abbraccio caloroso di mia mamma, prima di allontanarmi e lasciarla andare via. Quando si chiude la porta alle spalle, tutta la mia vecchia vita esce fuori dalla stanza assieme a lei.

<<Allora, sei pronta per cominciare questa avventura?>>, mi chiede Hanna con un sorrisone.

Lo spero davvero tanto.


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