31. Ryan

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L'anta del mio armadietto della scuola sbatte davanti al mio naso e dietro ci compare Liam, incazzato nero. <<Cosa cazzo hai combinato ieri sera con Alex?>>

Mi stringo nelle spalle. <<Niente>>. Tutto. Ho decisamente fatto una cazzata e me ne pento, ma lo tengo per me. Ho allontanato Alex per il suo bene.

<<Oh, ma davvero?>>, mi sfotte,  <<Volevi un'occasione per parlarle e l'hai sprecata>>.

<<Non l'ho sprecata. Le ho detto quello che avevo da dirle>>.

Mi spinge all'indietro e vado a sbattere contro il mio armadietto. <<Non è un cazzo vero! Le hai detto tutto quello che non pensi!>>, sbotta alzando la voce attirando l'attenzione di tutto il corridoio.

Lo spingo a mia volta. <<Non sono comunque affari tuoi. Restane fuori>>.

Mi tira un pugno allo stomaco. <<Sei un coglione!>>, mi urla dietro prima di andarsene.

Mi piego in due per il dolore e cerco di trovare qualche particella di ossigeno ma non ce la faccio. Da quando sono stato in carcere i miei attacchi di panico sono peggiorati e mi colpiscono sempre a tradimento.

Come adesso.

<<Ehi tutto bene?>>, mi chiede una ragazza bionda dall'aria molto attraente.

Mi raddrizzo e tiro un sospiro, facendo entrare tutto l'ossigeno di cui ho bisogno, evitandomi un attacco di panico clamoroso. <<Sì, tutto bene grazie...>>.

<<Ilary, mi chiamo Ilary>>.

Le sorrido. <<Grazie Ilary>>.

Ricambia il mio sorriso. <<Tu sei Ryan vero? Il fratello di Olivie>>.

Mi guardo attorno e appena incrocio gli occhi verdi magnetici di Alex, il mio cuore inizia a riprendere vita. La sfido con lo sguardo e da brava combattente non distoglie l'attenzione da me e la mia interlocutrice. <<Sì>>, rispondo guardando la bella Ilary con un sorrisetto.

Lei si accorge della mie attenzioni e si appoggia con un fianco agli armadietti. Non so quando ma si è avvicinata così tanto da sentire il suo profumo. Non è buono come quello di Ale. <<Se oggi a pranzo non sai dove sederti, potresti stare con me e i miei amici>>, mi propone.

Alzo le spalle. <<O vieni tu dai miei. Liv già la conosci>>.

Sbatte le ciglia e si rigira una ciocca di capelli fra le dita. <<D'accordo ma alla tua ragazza sta bene?>>, chiede indicando Alex con la testa dall'altra parte del corridoio che ci sta fulminando.

Ridacchio. <<Non è la mia ragazza. Io non sono di nessuna>>. La cazzata del secolo, Cooper. Davvero una enorme cazzata.

Alex avanza assieme a Liam nel corridoio e quando è ad un palmo dal mio naso, mi tira una spallata, forte, spingendomi addosso al mio armadietto. Stringo i pugni lungo ai fianchi e mi trattengo dal prenderla, caricarmela in spalla e portarla lontano.

Ma ho fatto la mia scelta.

<<Stronzo>>, borbotta sottovoce dopo avermi colpito.

Chiudo gli occhi e incasso il colpo senza reagire. <<Ti aspetto a pranzo>>, dico ad Ilary prima di prendere la direzione opposta a quella dei miei amici.

Se Alex vuole fare questo gioco allora cadrò combattendo.

La mattinata si trascina lentamente ma tutto sommato dopo quattro mesi di carcere posso ammettere solo qui e non me lo sentirete mai dire ad alta voce, che la scuola mi mancava.

LEGGIMI IL CUOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora