30. Alexandria

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Ryan.

Ho rivisto Ryan dopo quella notte, la più bella e allo stesso tempo la più brutta di tutta la mia vita. Ma sono scappata e in quel momento non stavo affatto pensando all'ordine restrittivo. Ho guardato i suoi occhi neri e il mio cuore non ce l'ha fatta a reggere il colpo.

Dovevo andarmene.

E' esattamente quello che ho fatto. Mi sono rinchiusa nel bagno della scuola per un'ora prima di decidermi ad uscire, tornare a casa ed infilarmi sotto il mio piumone caldo. 

Liam mi trova proprio così, rannicchiata sotto le coperte con la bocca sporca di gelato al cioccolato. <<Dai, mostriciattolo, alzati>>, mi sprona.

Scuoto la testa anche se non può vedermi. <<No, oggi non mi va di assistere ad una delle tue stramberie. Voglio solo stare qui ad ingozzarmi di schifezze e a deprimermi>>, dico con la voce attutita dalle coperte.

Sbuffa forte. <<E se ti dicessi che ho una sorpresa per te che adorerai?>>

Questa frase attira la mia attenzione. Mi tiro su uscendo dalla mia tana. <<Quale sorpresa? Non un'altra serata karaoke, vero?>>, domando con una smorfia.

Ride ma scuote la testa. <<No, te lo prometto>>.

Mi tolgo le coperte di dosso e mi metto seduta. Mi infilo scarpe e giubbotto, pronta per uscire, ma Liam mi blocca per un braccio ridendo. Mi spinge in bagno e mi indica sul riflesso dello specchio. <<Hai la bocca tutta impiastricciata di cioccolato, pigrona!>>, mi prende in giro.

Spalanco gli occhi allo specchio. Merda. Sono un vero disastro. Dopo che mi sono ripulita, seguo Liam alla sua macchina. Gli punto l'indice contro e lo minaccio. <<Spera per te che ne valga la pena>>.

Ghigna. <<Credo che poi mi ringrazierai>>.

Venti minuti dopo, mi lascia in un capanno abbandonato e deserto. Non c'è neanche una macchina parcheggiata fuori. Che strano.

<<Aspettami dentro. Arrivo subito>>, dice una volta fuori dalla macchina.

Rabbrividisco. Sembra la scena di un film horror con me come protagonista. <<Se è uno scherzo ti ammazzo. Lo giuro>>, lo minaccio.

Ride e la sua risata mi segue fin dentro al capannone poco illuminato e polveroso. Mi guardo attorno in cerca di qualche indizio su quello che ha in mente Liam ma non trovo niente. È completamente vuoto.

Un rumore di passi attira la mia attenzione e vado verso quel suono ma ad attendermi non c'è Liam bensì l'oggetto dei miei desideri proibiti.

<<Ryan?>>, lo chiamo con la voce che si incrina. Non ero minimamente preparata a ritrovarmelo di fronte. Non sta sera.

Fa due passi avanti, alza le braccia e mi prende il viso fra le mani, guidando le mie labbra sulle sue. Mi bacia piano quasi con timidezza ed esitazione come se avesse paura della mia reazione ma non vedendo che mi oppongo, approfondisce il bacio, rendendolo focoso e rovente.

Appena mi rendo conto di quello che sta succedendo, lo allontano bruscamente da me. <<No>>, dico con voce ferma.

Aggrotta le sopracciglia. <<Perché no, Ale?>>, chiede ferito.

Incrocio le braccia al petto e tutta la rabbia accumulata in questi mesi riaffiora in superficie tutta in un colpo soltanto ed è talmente violenta da farmi tremare. <<Oh, vuoi un elenco, Ryan?>>, sbotto.

Sostiene il mio sguardo colmo d'ira. <<Mi piacerebbe, sì>>.

<<Uno: ti odio. Due: sei un coglione e tre: potevi almeno dirmi che di me non te ne frega un cazzo! Dopo tutto quello che è successo potevi almeno farmelo sapere!>>, grido e la voce rimbomba nel vuoto attorno a noi.

La sua espressione è di piena confusione. <<Di te mi importa eccome, Ale. Ti ho dato tutto me stesso quella notte e lo sai. Te l'ho pure scritto>>.

Sgrano gli occhi. <<Scritto?>>, chiedo sorpresa.

<<Le mie lettere, Ale>>, spiega.

Aggrotto le sopracciglia. <<Non so di cosa stai parlando>>.

Fa un passo avanti, la confusione che gli illumina i suoi bellissimi occhi neri. <<Come non sai di che cosa sto parlando? Te le ho spedite>>.

Scuoto la testa e tutta la rabbia evapora via. <<Non ho mai ricevuto niente, Ryan>>.

Si passa le mani fra i capelli corti ed impreca. <<Ho paura che ci sia lo zampino di quel coglione di mio padre>>.

<<Allora davvero mi hai scritto?>>, chiedo dopo un attimo di esitazione. E' l'unica cosa di cui mi importa in questo momento. Sapere che mi ha cercata in questi mesi di lontananza, mi riempi il cuore spezzato.

Alza la testa e punta i suoi occhi neri tormentati nei miei. <<Sì, davvero. Non potevo non farlo>>, dice dolcemente.

Il mio istinto di autoprotezione però si insinua nella mia testa e metto a tacere il mio cuore che urla di abbracciarlo. Mi allontano di qualche passo e infilo le mani nella mia giacca. Sento freddo dentro di me. <<Le cose però non cambiano. Io non mi fiderò mai più di te>>.

Trasalisce ed incassa il colpo. <<Mi dispiace, Ale. Dico sul serio, ma dovevo farlo>>, dice disperato.

Scuoto forte la testa. <<No, invece. C'erano altre mille soluzioni Ryan, maledizione!>>, sbotto di nuovo in preda alla rabbia repressa. Ho pensato e ripensato alla sua stupidissima scelta ogni giorno da quella notte e non ho mai capito perchè l'abbia fatto. 

Si avvicina di un passo ed io mi allontano. <<Nessuna in cui lui non potesse più avere il controllo nella mia vita, Ale>>.

<<Beh questa è una giustificazione del cavolo!>>

Alza le spalle come se la cosa non gli importasse. <<La cosa però non ti riguarda>>, dice bruscamente.

Oh, wow, Ryan. Grazie tante.

Ingoio la bile che sale dal mio stomaco e incrocio le braccia al petto per mettere un muro invalicabile fra di noi. <<'Fanculo, Ryan. Sei sempre il solito egoista!>>

Accenna un sorrisino che mi mette i brividi. Sotto quella corazza di indifferenza so che c'è ancora il Ryan di cui mi sono innamorata, ma in questo momento non riesco a vederlo.

È freddo. Distante e glaciale. Qualcosa in lui è cambiato all'improvviso. La dolcezza di qualche attimo fa è sparita.  <<Forse non avremmo dovuto fare quello che abbiamo fatto. Hai delle aspettative troppo grandi su di noi>>, dice dandomi il colpo di grazia.

Mi porto una mano al petto e stringo forte, cercando di fermare il mio dolore. <<Non è mai esistito nessun noi e mai esisterà. Tranquillo. Ho recepito il messaggio ma se mi darai fastidio giuro che te la faccio pagare>>, lo minaccio prima di girargli le spalle e uscire dal capannone pestando i piedi.

Non sono mai stata così arrabbiata e ferita per qualcosa in tutta la mia vita.

Entro in macchina e Liam mi fissa con le sopracciglia aggrottate. <<Allora?>>, chiede incuriosito.

Scuoto la testa. <<E' decisamente finita. Non voglio più averci niente a che fare>>.

<<Ma...>>, inizia ma lo zittisco.

<<No, niente ma, Liam. Ryan è uno stronzo egoista e sta bene da solo. Mi sono solo illusa che potesse essere diverso>>.

Scuote la testa. <<Cambierà idea. Tu non sai quello che ha passato con Micky. Se ti sta allontanando non è perché non ci tiene a te ma è solo spaventato>>.

<<Spaventato o meno, ho chiuso>>. 

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