Capitolo 8

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Dopo le due lunghe ore di geometria abbiamo italiano. La prof entra in classe sorridendo. Il suo buon umore mi mette sempre molta allegria. Non capisco come faccia una donna ad essere così euforica.

-Buon giorno ragazzi, cosa dobbiamo fare oggi?- dice la Gilardi sedendosi alla cattedra.

-Oggi abbiamo un'ora di poesia- dice Marta 

-Grazie mille, bene aprite il libro a pagina 45

Tutti facciamo quello che dice.
-È una poesia di Baudelaire- dice leggendo il titolo.
La prof ci dice che Baudelaire è il suo poeta preferito e che lui è il padre della poesia moderna. 

-Per concludere vi dico che è grazie alle sue poesie se ora la sottoscritta è seduta a questa cattedra. Ora chiudiamo la parentesi. Che ore sono?

-Sono le dieci e trentasette- dice Luca guardando l'orologio.

-O mamma mia quanto è tardi!- esclama la prof-Certo che vi faccio perdere un sacco di tempo con gli aneddoti della mia vita. Non riesco mai a tenere chiusa la mia boccaccia! Ora vi leggo la poesia che è meglio. State attenti.

La prof inizia a leggere e io seguo sul mio libro. Finita la lettura parliamo delle tematiche della poesia e della sua struttura. Quando finisce la sua ora per fortuna c'è l'intervallo. Raggiungo Sara al suo banco.

-Non ho voglia di stare in classe: andiamo a fare un giro?- mi propone la mia amica. Acconsento. Stiamo per uscire dalla classe quando vedo Gabriele seduto da solo.

-Aspetta un secondo- dico a Sara e vado verso il mio banco.

-Gabriele, vieni a fare un giro con me e Sara?

Lui mi guarda stupito e poi acconsente. Andiamo al primo piano. Casualmente incrociamo Davide. Io lo saluto sorridente e lui passando mi saluta con la mano e mi strizza entrambi gli occhi. Io non sapendo cosa fare gli rispondo facendo una smorfia. Guardo Sara e Gabriele, ma loro non si sono accorti di niente. Continuano a camminare e raggiungiamo il bar, c'è troppa gente così decidiamo di tornare in classe. Restiamo a chiacchierare fino al suono della campanella. Alla quarta ora abbiamo inglese e oggi ripassiamo i tempi futuri. Mi piace inglese, l'hanno scorso avevo sette in questa materia. Presto finisce anche quest'ora e arriva la Micalizzi. Inizia ad interrogare. Decide di estrarre a sorte. Ti prego non me. Non può uscire il numero dodici. Non io. Se esce  il mio numero voglio una Katniss pronta ad offrirsi al mio posto. Per fortuna esce il quindici,cioè Stefania. Durante l'interrogazione sto attenta perché voglio capire che tipo di domande fa la prof. Stefania è stata brava, infatti prende sette e mezzo. Si capisce benissimo che ha studiato. Finalmente suona anche l'ultima campanella. Dopo aver salutato Gabriele vado a prendere il pullman con Sara. Alla fermata c'è Davide, infatti al venerdì anche lui esce all'una. 

-Ciao ragazze!- dice lui salutandoci anche con la mano. Anche se è con i suoi amici andiamo comunque da lui. 

-Camy, i tuoi capelli sono bellissimi- mi dice lui prendendo in mano una ciocca. Camilla respira e sorridi. Cervello cosa devo fare? Ringrazialo.

-Em, grazie- dico sorridendo.

-È la verità! Sono molto più sottili, rispetto a quelli delle altre ragazze e anche di un bel colore.

Se non la smette di farmi i complimenti scappo dall'imbarazzo. Davide inizia ad arrotolarsi una ciocca dei miei lunghi capelli sul dito. È delicato e non mi fa male. Sorrido. Sono sicura che gli altri abbiano notato il mio imbarazzo. Per fortuna arriva il pullman e mi salva. Non voglio stare vicina a Davide così mi siedo dalla parte del finestrino e Sara si mette vicino a me. 

-Che gli è preso?- sussurro a Sara. Lei lo conosce da molto più tempo di me.

-Non ne ho la più pallida idea- dice lei scuotendo la testa e poi aggiunge- Però ha ragione, i tuoi capelli sono belli.

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