Capitolo 11

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Love

La vita per il branco di Scott in quegli ultimi giorni non era stata per niente facile, la fiducia era venuta a mancare, così come la speranza e la comprensione; tutto sembrava sgretolarsi pian piano e come se tutto ciò non bastasse, a Scott era t...

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La vita per il branco di Scott in quegli ultimi giorni non era stata per niente facile, la fiducia era venuta a mancare, così come la speranza e la comprensione; tutto sembrava sgretolarsi pian piano e come se tutto ciò non bastasse, a Scott era tornata l'asma, Deaton era ancora disperso, le Chimere stavano abbastanza bene e Stiles e Lydia erano alla ricerca del Nemeton. Katherine non si era ancora ripresa dall'avvelenamento da mercurio e benché Melissa stesse provando con tutta sé stessa a farla stare meglio, il processo era lungo e arduo. Lo sceriffo Stilinski era seduto accanto al letto della figlia minore e le stringeva la mano con enfasi, attendendo un di lei risveglio: la macchinetta che segnava i battiti del cuore emetteva un suono snervante, intanto, la flebo che consentiva la depurazione dal metallo stava per terminare. Osservare la propria figlia in quelle condizioni lo distruggeva e se solo avesse potuto, l'avrebbe fatta pagare cara ai Dottori del Terrore.
« Papà », sussurrò Katherine, ricambiando leggermente la stretta della mano dell'uomo, il quale aveva le lacrime agli occhi. Le palpebre della Stilinski sbattevano lentamente a causa dell'effetto terminante della morfina.
« Tesoro », e le accarezzò la fronte con dolcezza, prima di depositarvici un bacio.
« Io — », Katherine annaspava leggermente nel pronunciar parola, così dopo aver preso un lungo respiro, riprese a parlar: « Mi dispiace », e delle lacrime scesero dai suoi piccoli occhi color della cioccolata.
« E' colpa mia, dovevo proteggerti », scosse il capo lo sceriffo, asciugandole le lacrime con i polpastrelli e quel gesto le fece spuntar un sorriso tra le labbra.
« Stiles, sta bene? », continuò lei in un sussurro, Noah annuì con decisione ed immediatamente la mora emise un sospiro di sollievo prima di tossire.
I battiti cardiaci incrementarono così come il respiro, Noah corse a chiamare Melissa, la quale sostituì il sacchetto della flebo con uno nuovo, ma non era a conoscenza del perché i battiti avessero accelerato il loro ritmo costante.
Katherine raccolse tutte le forze che aveva in corpo e si alzò con il busto dal materasso in modo da poter rigurgitare sul pavimento la sostanza argentea che i Dottori del Terrore le avevano iniettato. Melissa e Noah la osservavano con preoccupazione e quando Katherine ebbe concluso, il padre la accolse in un tenero abbraccio.
« E' un buon segno, stai espellendo il metallo », esordì Melissa ripulendo il mercurio rigurgitato sul pavimento.
« Starà meglio, quindi? », la preoccupazione sulla voce di Noah era palpabile.
« Spero di sì, fortunatamente il metallo non ha attaccato nessun organo interno », spiegò la signora McCall prima di rivolgere un sorriso ad entrambi, per poi notare che il volto di Katherine fosse caratterizzato da un colore più vivo rispetto agli altri giorni.
« Voglio aiutare gli altri », pronunciò Katherine, posando il dorso sul cuscino, lo sguardo era puntato sul padre.
« Prima dovrai guarire del tutto, Katherine », le rimembrò lo sceriffo. « Scott e gli altri se la sanno cavare, sono in gamba ».
« Lo so », e così cadde la conversazione.

Nel frattempo nel covo dei Dottori del Terrore fece la sua comparsa Theo, l'ira che aveva trattenuto stava per esser rigettata fuori, ma decise di contenere un atteggiamento pacato e ragionevole con coloro che l'avevano reso ciò che era. Avevano fatto un grave errore nel sfiorare Katherine, nonostante lui avesse raccomandato di non farlo.
« Era un accordo: non dovevate toccarla », esordì Theo a debita distanza dalle tre figure, le braccia incrociate al petto ed una postura ben piazzata.
« E' irrilevante », fu tutto ciò che seppe pronunciare uno dei tre, continuando a mandar avanti l'esperimento in corso. Theo non riuscì ad osservare più tanto, sapeva solo che il corpo posizionato sul tavolo in metallo fosse un individuo di sesso maschile.
« Oltre a questo, mi avevate promesso un Branco! », alzò la voce Theo, stringendo i pugni.
« Non ti abbiamo promesso niente », risposero tutti e tre i Dottori all'unisono prima di tornar al loro lavoro e far irare maggiormente il loro interlocutore, il quale se ne andò.

Hurricane  ➵ Theo RaekenWhere stories live. Discover now