SI? NO?

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Sono passati tre giorni da quel strano incontro, e per quanto io gli abbia detto che la mia proposta era ancora valida, non l'ho più cercato. E mi sento una merda. 

Salgo in metro per l'ennesimo viaggio verso l'università e neanche a farlo a posta, appena metto piede nel vagone, lui è lì in piedi, davanti a me, cappellino abbassato sugli occhi, giacca in pelle e libri in mano. Non mi ha visto, quindi potrei benissimo tirare oltre e andare in mezzo alla ressa dell'ora di punta. Ma dentro di me, mi sento malissimo anche solo ad averlo pensato. Come posso giudicare una persona che stava per prostituirsi, per poter mangiare? E chi cazzo mi dice che dopo il nostro incontro non lo abbia fatto, per poter rimanere in piedi, in questi giorni in cui non mi sono fatto sentire? 

"Li porti sempre a mano i libri?"

Appoggio la mano sulla stessa sbarra a cui si tiene aggrappato lui, e con la gente che spinge, gli sono quasi addosso. Ed è incredibile come in mezzo a tutti questi odori, io riesca a sentire un leggero odore di bagnoschiuma neutro, che so provenire da lui. Nessun odore particolare, nessun odore forte, ma solo quel lieve profumo di pulito.

"Da quando mi hanno rubato la sacca, si"

Le sue risposte, così sincere, quasi soffocate da quel suo imbarazzo, mi fanno venir voglia di stringerlo forte, ma poi ricordo che per prima cosa è fidanzato, e seconda, non cerca pietà.

"Guarda il lato positivo, così non corri il rischio che te la rubino per la seconda volta!"

"Già. In questo modo però, corro il rischio di vedermeli calpestare quando la gente mi urta e me li fa cadere"

"Ma se poi incontri qualcuno che ti da una mano a raccoglierli, si sistema tutto"

"Certo. Peccato che quel qualcuno, sia stato l'unico in due anni a darmi una mano"

Due anni che si porta in giro dei libri sottobraccio. Ma come può?

Lo guardo ancora, senza sapere cosa dire, quando ci pensa lui a riempire quel silenzio che si era creato tra di noi.

"Questo vale come..."

Non serve che finisca la frase, perché so benissimo a cosa allude. E con che coraggio potrei dirgli di no? Con quale audacia potrei fare lo gnorri? 

"Se ti va, si"

"A me potrebbe andare bene, allora"

Lo guardo, lo osservo. E quella clavicola che a prima vista sembrava sexy, oggi la vedo con occhi diversi, e mi rendo conto che forse, è un pò troppo pronunciata, e la giacca di pelle, gli sta larga, e chissà se gli è sempre stata in questo modo. E quel suo potrebbe andarmi bene, suona alle mie orecchie come una richiesta di aiuto. E come posso fare finta di non notare la nota nella sua voce, quasi di disperazione? Manca solo una fermata e poi siamo arrivati. 

"Io sono in anticipo oggi, tu a che ora inizi?"

Lo vedo guardare l'ora sul cellulare, un vecchio modello ovviamente. E a ben guardare, ha anche lo schermo crepato. Ma Cristo Santo!

"Un oretta ancora, pensavo di passare in biblioteca prima"

"E se la visita alla biblioteca la rimandi a dopo lezione, ti va di accompagnarmi a fare colazione?"

E lo vedo, e lo sa che me ne sono accorto, ma sappiamo entrambi che non può continuare così per molto ancora. Io se fossi in lui, non starei nemmeno in piedi.  

"Non credo che..."

"Lasciati offrire questa colazione, dai! Mi fa piacere avere compagnia"

Perché so bene che il problema principale è il costo. Nel suo mondo, adesso, gira tutto attorno al dollaro, ma per me, nel mio mondo, sto prendendo coscienza, che ha iniziato a ruotare tutto attorno a lui, senza lasciarmi il tempo di decidere se ne vale la pena o no. 

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