E se fosse giusto così?

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Un anno, cinque mesi, diciotto giorni.

"Hai intenzione di scendere, o vuoi farci perdere l'aereo?"

"Ti avevo chiesto dieci minuti"

"Beh, ne sono passati venti e sei ancora qua. Quindi?"

Quindi smettila. Quindi non rompermi il cazzo. Quindi ho bisogno di altro tempo. Quindi non so se posso. Quindi mi vien da piangere. Quindi è tutta colpa mia. Quindi sono ancora in tempo.

"Arrivo"

"Due minuti Mario, poi scendo e vado via senza di te. Vedi tu che fare"

So cosa devo fare, il punto è se sia la cosa giusta o meno. Ma cosa può essere ritenuto giusto e cosa sbagliato, in alcuni casi?

Appoggio per l'ultima volta la mano sulla rete di protezione, i miei occhi corrono su tutta la città ma ancora prima di posarsi su un punto, sanno già cosa troveranno. Innumerevoli volte sono salito quassù ad un passo dal cielo ad accarezzare le nostre anime. Era il punto più vicino che avessi per stare con lui, lui che chissà dov'è in questo istante.

E se quel giorno al posto di scappare, avessi aspettato il semaforo che diventasse verde, magari ora saprei dov'è, magari addirittura potremmo essere ancora assieme, ma invece la paura ha avuto la meglio e al posto di attraversare la strada e andargli incontro, ho fatto un passo indietro e poi un altro e un altro ancora, fino a trovarmi ad un altro incrocio. Lontano da lui.

E tutte le mie parole sul se sarà destino ci rincontreremo, le ho mandate a puttane senza nemmeno pensarci due volte. 

Fanculo. Fanculo. Fanculo.

Era lì davanti a me, solo quattro corsie a dividerci.

Se non era destino quello, cosa cazzo poteva essere?

Quando mi sono reso conto della grandissima cazzata che avevo fatto, sono tornato indietro, ma ovviamente di Claudio non era rimasto altro che il suo profumo nell'aria.

Più volte mi sono chiesto cosa ci faceva a New York e la sola risposta che continuava a tornarmi in mente, era che era lì per me.

Dopo quel giorno, sapendo di aver gettato al vento la nostra possibilità, ho continuato a pensarlo, ma senza più sperare in un noi. 

I dettagli erano diventati il ricordo che potevo conservare e ritrovare oltre i limiti del tempo. Avrei anche potuto decidere di ignorarli ma avrebbero sempre fatto parte di me. Ovunque fuori e dentro di me, sarebbe rimasta una parte di lui. Lui che è l'indelebile macchia sul mio cuore.

Lascio andare la presa e lentamente inizio a dare le spalle a questa città, la nostra città.

"Era ora cazzo. Se perdiamo il volo sarà tutta colpa tua"

"Se perdiamo il volo, prenderemo quello successivo"

"Si può sapere perché diavolo hai voluto salire?"

"Per salutare la città"

"E non potevi farlo dall'aereo come fanno tutti?"

Certo che avrei potuto, ma quello era il nostro posto, dove le nostre anime si sono sfiorate per la prima volta e dove so che continueranno a stare. Assieme.

Ho conosciuto Matt dopo sette mesi dalla nostra ultima notte.

Ero a lavoro, ero stanco, ed ero solo.

E' stato facile per lui, mi ha trovato in un momento di debolezza e non ci ho messo molto a cedere. Niente storie romantiche, niente fiori e cioccolatini, ma solo una notte di sesso dopo il lavoro. E dopo quella ne sono susseguite delle altre, facendomi scoprire che in quegli attimi, era l'unico momento in cui la mia testa era libera dai pensieri. Altra faccenda era il dopo, visto che mi sembrava sempre di tradire due persone.

Claudio perché andavo a letto con Matt.

Matt perché lo usavo per scappare dai ricordi di Claudio.

E in entrambe le situazione, il mio senso di colpa era sbagliato.

Ma nonostante tutto, ho continuato ad uscire con lui.

Mi sono laureato a luglio, e sotto il sole cocente ho lanciato in aria il mio tocco assieme a tutti gli altri laureandi nel giardino della Columbus University. I miei piedi, sui nostri passi. E anche quel giorno, per me, Claudio era al mio fianco.

Con Matt, le serate di solo sesso, col passare del tempo, sono diventate colazioni, poi pranzi e poi anche cene. Non so come siamo passati dal fare sesso all'avere una storia, ma è successo e basta. Le cose tra di noi vanno abbastanza bene, abbiamo giorni buoni e altri dove mollerei tutto, ma so per certo che la sola causa di queste giornate no, è colpa mia. Mia e delle mie aspettative, mia e dei miei sogni infranti, mia e dei miei mille confronti.

Non troverò mai nessuno come lui, lo so, ma non dovrei nemmeno accontentarmi. Eppure è proprio quello che sto facendo.

Ma dato che ho buttato via la mia occasione d'oro, ora questo è quello che mi merito. E mi sta bene. 

"Non vedo l'ora di arrivare"

Non sai me vorrei dirgli, ma me ne rimango in silenzio e in risposta gli faccio solo un sorriso.

Da uno a dieci quanto desidero partire? Meno di zero.

Perché lo sto facendo allora? Perchè voglio scoprire cosa ha in serbo per me il mio destino.

Matt fa il cantante in una band, e non ho la più pallida idea di come siano riusciti a trovare questo lavoro. O molto probabilmente dovrei saperlo solo che non ascolto quasi mai quello che mi dice. E' più forte di me. Quando inizia a parlare è come se la mia bolla si chiudesse solo attorno a me, impedendo a qualsiasi suono o rumore di penetrare al suo interno. A mio vantaggio c'è che lui non sembra accorgersene e altro punto a mio favore, è che raramente mi chiede di raccontargli qualcosa. 

Più passa il tempo e più continuo a ripetermi che sto facendo una grande cazzata, ma se lo sto facendo, deve esserci un motivo. Deve esserci un motivo per il quale ho conosciuto proprio lui, lui che ora mi sta facendo attraversare l'oceano. 

Voglio scoprire il perché di tutto questo. 

Perchè deve esserci un valido motivo. Cazzo.

Ho fatto le valigie e sto lasciando New York per seguire un ragazzo, il mio ragazzo, dopo neanche un anno che ci conosciamo e questa può solo essere considerata pazzia. 

E io questa follia la voglio assecondare.

Dopo cinque anni, salgo nuovamente su un aereo e la cosa che so mi darà problemi, è il fuso orario. Partiamo alle 18.45 con un volo diretto della durata di sette ore e mezza, con arrivo previsto per le 8.10. Quindi l'unica cosa che farò in volo, sarà cercare di dormire perché sicuramente appena atterriamo, dopo aver lasciato le valigie nell'appartamento che abbiamo affittato, Matt vorrà uscire per andare a salutare i suoi amici che sono partiti una settimana prima di noi. 

Fortunatamente l'essersi laureati alla Columbia in psicologia del lavoro ha avuto i suoi frutti e tutti i sacrifici che ho fatto durante questi anni, sono serviti ad entrare in una delle più grandi aziende di moda, la quale ha sedi in tutto il mondo e ringraziando il cielo, hanno accettato la mia richiesta per un trasferimento, in modo da non lasciarmi a piedi in una città che non conosco.

Inizierò a lavorare tra una settimana e nel frattempo, mentre Matt sarà a fare le prove, io inizierò a scoprire questa città. La città dell'amore.

InaspettatoWhere stories live. Discover now